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Il Patto per Napoli coincide con il programma di investimenti più significativo nella storia recente del Mezzogiorno.

Dei 19,5 miliardi assegnati all’Italia per rilanciare l’economia (PNRR) al fine di permettere lo sviluppo e la digitalizzazione del Paese post Covid, dopo i 500 miliardi stanziati per la bonifica e la messa in sicurezza della “Terra dei fuochi”, ecco che per la Campania arrivano altri fondi. In particolare destinati al capoluogo e ai suoi comuni con l’obiettivo di colmare i divari territoriali.
Il reddito pro capite del Mezzogiorno è infatti solo poco più della metà di quello del Centro-Nord e il tasso di disoccupazione è il doppio.


Patto per Napoli


Nella giornata di martedì 29 marzo, a tal proposito, si è tenuto a Napoli – precisamente al Maschio Angioino – l’incontro tra il premier Mario Draghi e il sindaco Manfredi che ha portato alla firma e alla delibera del “Patto per Napoli”.


Dopo il lungo periodo di lockdown che ha portato ad inevitabili problematicità economiche, l’intero Paese sta finalmente ripartendo, ma a quanto pare Napoli è la città che fa maggior fatica a causa delle criticità economiche e sociali.
Problematiche insorte e che si sono sommate alle difficoltà già esistenti e persistenti.

Evidenti difficoltà nella ripresa economica che, a quanto pare, hanno attirato le meritate attenzioni da parte del Governo.

Il sindaco di Napoli dichiarò proprio a tal proposito, nel maggio 2021, che la sua candidatura fosse stata incentivata dalle evidenti criticità, affermando che “la macchina amministrativa fosse povera di personale e competenze indispensabili”.

Il “Patto” fu sottoscritto da Giuseppe Conte, Enrico Letta e Roberto Speranza che insieme candidavano Manfredi dopo il decennio di Luigi de Magistris.
Questo prevede dunque il finanziamento per i comuni nel napoletano con gravi difficoltà economiche e finanziarie con l’obiettivo soprattutto di risanare il disavanzo del capoluogo che ammonta a quasi 5 miliardi.

Dobbiamo ammettere l’esistenza di una “questione meridionale”, ma dobbiamo allo stesso tempo evitare che si riduca a sterili rivendicazioni.
Dobbiamo affrontarla con urgenza, determinazione, unità e umiltà.
Perché l’Italia tutta ha bisogno che Napoli e il Mezzogiorno siano un motore del Paese” ha spiegato il premier.


Il governo per questo motivo stanzierà ogni anno per i prossimi vent’anni 1.3 miliardi di euro.


Si tratta dunque di una somma che non deve essere concepita solo come a risanare il divario tra Nord e Sud, ma piuttosto come un investimento nazionale di intervento e gestione del debito a favore di comuni italiani.
All’incontro hanno presenziato anche il presidente della Campania Vincenzo De Luca e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Roberto Garofoli.


Contribuiamo in modo significativo al risanamento dei conti del Comune e, come spiegato dal Sottosegretario Garofoli, leghiamo i pagamenti al conseguimento di alcuni obiettivi” ha spiegato poi Draghi, sottolineando la necessità di investirli al meglio e quindi raccomandandosi affinché questi non vengano sprecati o “perduti”, come è invece successo a molti altri fondi europei.


Il PNRR mira anche a migliorare la connettività di Napoli e di tutto il Sud, a tal proposito sono destinati 241 milioni al Porto, di cui 130 al prolungamento e al rafforzamento della diga Duca d’Aosta; ci s’impegna a completare le tratte ferroviarie ad alta velocità Napoli-Bari e Salerno-Reggio Calabria, e a investire sul trasporto pubblico locale per ridurre il traffico e per migliorare la qualità dell’area.
Il finanziamento prevede anche un intervento importante su Palazzo Fuga, il Real Albergo dei Poveri e molto altro. Tutto dovrà essere completato entro il 2026.


Il PNRR è un’opportunità storica per affrontare molti dei problemi rimasti irrisolti nel Paese


Purtroppo vi è però molto scetticismo rispetto all’effettiva riuscita degli investimenti di questi fondi.
Lo dimostra anche il capogruppo di Forza Italia nel consiglio regionale della Campania, Annarita Patriarca che chiede a tal ragione una maggior vigilanza da parte dello stesso premier Draghi sulle modalità di gestione dei finanziamenti.


Gaetano Manfredi non manca però di esprimere la propria speranza e fiducia rivolgendosi ai presenti e ai cittadini:
Adesso tocca a noi dimostrare che siamo all’altezza della sfida, come istituzione e come cittadini con la consapevolezza di non essere più soli e con la certezza di riprenderci il posto che meritiamo“.

Carmela Fusco

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