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Se si pensa a “L’opera eterna”, così come era stata definita l’autostrada Salerno-Reggio Calabria (A3), ci si chiede se la storia non sia destinata a ripetersi.

Eppure, il progetto di Alta velocità Salerno-Reggio Calabria, di cui negli ultimi anni si è parlato, pare cominci a prendere forma e costerà 22,8 miliardi di euro.
C’è chi l’ha definita “Buona notizia per il Sud” e chi, invece, storce il naso al solo pensiero.
Si tratta indubbiamente, però, di uno dei lavori più importanti per il Mezzogiorno che, come afferma il Senatore Salvatore Margiotta, “rappresenterà un risultato storico per la qualità della vita dei cittadini, attraverso trasporti celeri ed efficienti al pari delle altre zone d’Italia.”
I lavori prevedono la suddivisione in sette lotti: Salerno – Battipaglia, Battipaglia – Praia, Praia – Tarsia, Tarsia – Cosenza, Cosenza – Lamezia Terme, Lamezia Terme – Gioia Tauro, Gioia Tauro – Reggio Calabria. Attualmente i primi quattro sono quelli ritenuti altamente prioritari.

Tra le questioni sollevate intorno alla vicenda vi sono quelle relative all’incredulità e alle polemiche circa l’effettiva necessità dei lavori, viste le spese ingenti e i pochi benefici, dato che la parte più abitata della regione, la costa, sarebbe tagliata fuori dalla linea interna.
Inoltre, la realizzazione delle restanti tratte, considerate attualmente non prioritarie, solleva un’altra questione sempre attuale, ovvero quella del Ponte sullo stretto di Messina. Un progetto, quest’ultimo, che da anni viene discusso ma che incontra difficoltà per motivi geologici e, ovviamente, economici. Ciononostante, è comunque necessario tenere conto della realizzazione futura del Ponte per poter meglio definire la posizione più conveniente e strategica della stazione di Reggio.
Dunque, per molti, un’opera che farebbe meglio ad aspettare.

Di contro, Italferr – la società di progettazione di Ferrovie dello Stato Italiane – ha fatto sapere di aver pronto il progetto di due lotti da finanziare con i fondi Pnrr per una parte del nuovo tratto ferroviario.
Fa però discutere lo stesso progetto che vede l’allungamento della tratta di altri 52 chilometri (sui 393 della Salerno – Reggio Calabria attualmente in funzione) e che comporta un tempo di percorrenza di circa 4 ore e 40, rispetto alle 2 ore e 50 che ci impiegherebbe se la suddetta tratta riguardasse un percorso più logico e non “a lumaca”, come è stato invece definito.
Questo è senza dubbio un aspetto che implicherà, di conseguenza, un rallentamento della realizzazione complessiva dell’opera.
Viene naturale chiedersi a chi convenga questo allungamento e se, a questo punto, non si debba dare ragione a quanti vedono in questo progetto il solito spreco di denaro pubblico, triste consuetudine del meridione.

Carmela Fusco

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