Il Bif&st 2022 è stato dedicato a Pier Paolo Pasolini, a cento anni dalla sua nascita. Scrittore, filosofo, attore, sceneggiatore, drammaturgo, esordì come cineasta negli anni Settanta. “Il cinema è vita”, sosteneva. Apparentemente, è banale questa sua citazione ma considerando tutto ciò che questo festival ha evidenziato, in contemporanea a tutte le situazioni che gli esseri umani stanno vivendo attualmente, a partire dall’emergenza sanitaria fino alla crudele guerra Russia- Ucraina, non lo è affatto.
Una settimana intensa, una settimana di riflessione, una settimana di momenti e sensazioni incontrollabili, inaugurata da Alessandro Gassmann e chiusa dal regista premio Oscar Giuseppe Tornatore e dalla strepitosa Miriam Leone. Una settimana che ha visto sorelle la bandiera italiana e la bandiera ucraina, una accanto all’altra senza mai dividersi. Non c’era spazio per poter passare nel mezzo e non c’era neanche la voglia di farlo.
Il pubblico del teatro Petruzzelli ha avuto la possibilità di ascoltare e vedere la regista ucraina Daria Onyshchenko, la quale ha ricevuto il premio Federico Fellini dedicato ai cineasti dell’Ucraina. Ha avuto la possibilità di leggere il volto straziato, le parole taglienti di chi ha il coraggio di andare contro la guerra, di ribellarsi indossando una maglietta con su scritto “nave russa, vai a farti fottere”. Una donna che ha portato su quel grande palcoscenico non solo il suo lavoro, quello per cui lei vive, ma anche la sua terra con i suoi colori, che continueranno ad emergere proprio come i fiocchetti blu e gialli sulla borsa nera che Daria ha portato con sé.
È stato un festival diverso. Oltre alla distrazione dalla vita reale che senz’altro serviva, è stato lo specchio della speranza che sta abitando il mondo. È stato bello, soprattutto, rivedere il contatto tra la gente, rivedere posti occupati fin su in galleria. È stato bello sentire gli applausi, domande imbarazzate durante le masterclass e risposte sorprendenti da parte di chi sa, conosce, la magia dell’astratto, del vortice in cui ci si ritrova. È stato bello notare la differenza tra artisti che son grandi, lo sanno e dimostrano di essere uguali a tutti coloro i quali li circondano e artisti che danno meno e invece si sentono invalicabili e non comuni mortali. È stato bello osservare persone nel foyer chiacchierare ed è stato bello vedere passanti aprire la porta soltanto per ammirare la bellezza di quel luogo.
Questo accade perché si ha fame di bellezza, di altro, di incomprensibile. Accade perché si è diversi ma la curiosità uccide tutti. Accade perché quando si è accolti in edifici meravigliosi come il Piccinni, il Kursaal , il Petruzzelli, il Margherita, ci si ritrova in altri universi, paralleli ma spettacolari.
<< Gli artisti sono fortunati e lo sono perché hanno la possibilità di entrare in luoghi meravigliosi e ammirare una bellezza estrema, la quale va al di là di quella che mostra il mondo ogni giorno. Nella bruttura di questo periodo le persone devono ricordarsi che esiste il cinema, esiste il teatro, esiste l’arte e possono e devono trovare un appoggio in essi>>.
Le parole di Vinicio Marchioni, attore umile e strabiliante, hanno senz’altro colpito e portato ad una riflessione importante sulla vita di ognuno. E questo non può passare inosservato in un momento storico in cui si passeggia soltanto dinanzi a problemi che andrebbero fotografati con la mente e modificati con il cuore. Il Bif&st regala occasioni a studenti, a persone qualsiasi che hanno voglia di imparare e di vincere. Perché l’arte è la vera vittoria. E si può vincere sempre, tutti insieme.
Chiara Vitillo
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