Categories:

Bari è una città completa. Basti pensare ai colori che la caratterizzano, alle tante sfumature e all’arte che molto spesso viene emarginata ma che adorna la città.
L’arte non deve essere fissata a lungo, non deve neanche risultare banale, scontata. Forse è per questo motivo che le opere d’arte vengono racchiuse in un luogo che diventa quasi sacro, diventa il luogo dello sguardo e della riflessione. Forse è per questo che gli artisti sono diversi, l’uno dall’altro, sono
particolari, sono strani. Hanno quella forza in più di rendere migliore il mondo, di dipingerlo, di scolpirlo.

A rendere nota l’arte barese e non solo, c’è la Pinacoteca “Corrado Giaquinto”, istituita il 12 luglio 1928, la quale, da molti anni affaccia sul lungomare di Bari “Nazario Sauro”.
Fu aperta al pubblico nel 1930. Ospita una grande collezione di opere d’arte pugliesi , dal medioevo all’età contemporanea.

Corrado Giaquinto è l’artista più rappresentato ma non mancano celebri dipinti di scuola veneta del XV e XVI secolo, opere di scuola napoletana, pitture pugliesi e sculture varie.
La sezione relativa alla pittura pugliese è vasta e permette ai visitatori di scoprire il patrimonio artistico appartenente alla regione, famosa per l’immensa natura che possiede e spesso non per l’arte e per la cultura.
I dipinti sono datati in un arco cronologico che va dalla fine del XII al XVIII. La datazione è fondamentale per le opere artistiche perché dietro l’arte c’è la storia e non solo quella appartenente ai territori, ai popoli, anche quella celata in ogni essere umano, in questo caso, artista.

Questa parentesi è necessaria in questo contesto : volgendo lo sguardo al mondo bizantino, le immagini rappresentanti Cristo, la Vergine e i Santi, non sono frutto della originalità, dell’utopia di ogni singolo pittore e scultore, bensì dei veri e propri lavori su richiesta, concepiti dunque, come oggetti di
culto, di venerazione e adorazione.

Quanto era difficile rendere un’opera reale? Quanto era difficile basarsi su ciò che già esisteva e renderlo proprio?
Probabilmente a rendere interessante la Pinacoteca barese è proprio la varietà che vi è tra i dipinti, dunque tra gli artisti appartenenti a scuole diverse.

Interessante risulta il richiamo alla tradizione iconica bizantina, alla tradizione orientale con uno sguardo però aperto al mondo rinascimentale, alla novità dunque, offerte dalla pittura occidentale.
I dipinti offerti al pubblico non sono soltanto frutto di conservazione. Soprattutto quelli dell’ottocento e del novecento sono donazioni e acquisti.

Elencare i numerosi artisti non serve. Ciò che bisogna sapere è che la poesia e la magia risiedono in quei corridoi. L’arte non va raccontata, va vissuta, va strappata con gli occhi e sentita con l’anima.

La Pinacoteca barese, come altre, offre uno spettacolo, una storia, un’origine. Da’ la possibilità di affacciarsi sulle fondamenta della città, su ciò che risiede tra le mura e tra i respiri.
Tutto deriva dalla filosofia, dalla nostra filosofia, dall’antica filosofia. Tutti derivano dal pensiero, dall’amore che c’è stato e che c’è per il “sapere”, da quella voglia di mettere su tela la vita quotidiana.
Tra le mura della Pinacoteca si intrecciano pensieri vaganti, sogni e realtà.
Tutto deriva dall’uomo, dall’artista, coraggioso di raccontarci.

Chiara Vitillo

No responses yet

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *