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L’ascesa dei Nu Genea

Napoli come baricentro, sonorità funk, elettronica e strumenti acustici sapientemente miscelati, influenze afro-beat, collaborazioni internazionali che arricchiscono ulteriormente un prodotto che è destinato a fare scuola.
Tutto questo e molto altro rappresenta l’ascesa nel panorama internazionale del duo denominato Nu Genea, formato da Lucio Aquilina e Massimo Di Lena.

Estate 2022, ci si perde nelle chiacchiere tra amici in una fresca serata, cercando di districare la voce in mezzo ai vari tormentoni più o meno sopportabili che le casse del bar, sempre troppo alte, si alternano e confondono nell’aria.
Ad un tratto succede qualcosa, un’interferenza nella massa informe di voci, musica e rumori.
Il mio tavolo, fatto anche di non appassionati di musica, si blocca per un istante, perché la nostra confortante monotonia è stata rotta da qualcosa.
Testo che gioca con il napoletano e il francese, il funk, l’elettronica, una raccolta di sonorità già ascoltate separatamente e che qualcuno è stato capace di unire per creare una ricetta che se non possiamo certo denominare come “nuova”, ma sicuramente possiamo definire innovativa.
Vedo un gruppo di ragazzini inconsciamente rapiti da questo ritmo e dei signori più distanti, probabilmente cresciuti negli anni ’70, muovere il capo a ritmo e cercare di ricordare a chi appartenga la canzone.
E’ Marechià, singolo dei Nu Genea in collaborazione con la cantante franco-camerunense Cèlia Kameni e che poi scopriremo essere addirittura la traccia più “commerciale” dell’album ai tempi appena distribuito.

Il bar, luogo di incontro e di scambio, dove si incontra l’amico, il conoscente, ma dove è possibile anche trovare persone provenienti da ogni ambito sociale e territoriale, parlare del più e del meno o discutere di vita e lavoro.
Il mar Mediterraneo, recentemente teatro di orrori e simbolo sempre più di divisione, ma che da sempre è protagonista della storia e della politica, culla dello scambio culturale tra le civiltà che lo abitarono e lo abitano tutt’ora.
I Nu Genea mescolano questi due termini così comuni e ci accolgono nel loro Bar Mediterraneo, titolo del primo album con il nome di Nu Genea (precedentemente Nu Guinea, con il quale il duo ha pubblicato due EP) ed è la sintesi della ricerca musicale dei due ragazzi napoletani, emigrati a Berlino in cerca di un ambiente più aperto alle novità e pieno di possibilità per gli artisti emergenti.
Abbiamo già parlato in passato di world music e in particolare delle influenze mediorientali declinate nel pop (e non solo) con i Radiodervish, da sempre al servizio di cause importanti dal punto vista politico e religioso.
Il discorso Nu Genea è totalmente differente e incentrato essenzialmente sulla musica, che trova spazio sia nella forma di un alternativo DJ set, ma anche nell’esecuzione live a opera di otto strumentisti e che trova le sue radici nel funk e scomoda inevitabilmente, anche solo per ragioni geografiche, figure come Pino Daniele ed Enzo Avitabile, salvo poi muoversi anche in mondi più lontani come nel capolavoro Gelbi, cantata in arabo dal musicista tunisino Marzouk Mejri (in realtà residente da anni a Napoli), oppure in Vesuvio, una sorta di canto tribale africano che incontra un coro di bambini napoletani e omaggia il vulcano campano:

“Si fumm’ o si nun fumm’
Faje rumore
È ‘o fuoco che te puort’
Dint’ o core”

Uscire fuori dal proprio nido per fare esperienza, conoscere altre persone, altre culture e altri modi di pensare è fondamentale oggi più che mai, lo è sempre stato e sempre lo sarà, arricchisce la nostra vita di esperienze positive e negative che ci aiutano a raggiungere una nuova consapevolezza, ma la vicenda biografica dei Nu Genea ci riporta anche ad una triste verità: la mancanza di un ambiente culturale italiano trasversale, che accoglie gli artisti emergenti e le sperimentazioni (geniali o fallimentari che siano) e investe su di esse, oltre alla mancanza di un pubblico che possa essere culturalmente preparato a queste novità. E non parlo di cultura accademica, ma di predisposizione mentale alla novità, alla quale non siamo più abituati.
I Nu Genea saranno in tour europeo per tutto il mese di Marzo, ma toccheranno anche diverse grandi città italiane, consiglio a tutti di non perdersi questa esperienza.

Antonio Montecalvo

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