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Qualcuno ripete spesso che la speranza sia l’ultima a morire, confidando che prima o poi nel mare di negatività venga a galla un qualcosa di positivo. Ebbene, proprio nel mare, non in senso metaforico ma tra lo Ionio ed il Mediterraneo, lo scorso 21 aprile è nata una realtà che ha tutti i requisiti per far abbozzare più di un sorriso. Nella città di Taranto, dove i bei sogni fanno sempre a cazzotti con i peggiori incubi e spesso cedono a questi ultimi la scena, è sorto Beleolico, il primo parco eolico del Mediterraneo.

L’impianto è stato sviluppato dalla società Renexia e si compone di 10 turbine che nei prossimi 25 anni di attività dovranno contribuire a produrre la tanto ricercata “energia green”. In quest’arco di tempo si risparmieranno, nelle intenzioni, circa 730mila tonnellate di anidride carbonica, dando una importante dose di ossigeno ad una terra che ne cerca piccole quantità ogni giorno.

Taranto diviene il centro di partenza dell’energia del futuro, pulita e sostenibile”; queste sono state le parole dei vertici della società produttrice nel giorno dell’inaugurazione del nuovo impianto tarantino. Come ha sottolineato il ministro dello Sviluppo economico Giorgietti, la Renexia è stata capace di guardare al futuro e di bruciare le tappe ed ora potrà costituire con il suo polo a Taranto un modello da emulare per raggiungere entro il 2030 l’obiettivo del Piano nazionale energetico che prevedono per l’Italia 114 gigawatt di energia derivanti da fonti rinnovabili.

Va precisato che, come tutte le vicende “all’italiana”, dall’idea iniziale alla realizzazione finale ne è passata di acqua sotto i ponti! La fase embrionale del progetto risale, infatti, al 2008. Ergo, ci sono voluti 14 anni di lungaggini burocratiche e di bracci di ferro tra l’allora società appaltatrice e il comune per far sì che si arrivasse finalmente al traguardo.

Oltre chiaramente alla realizzazione in sé di un impianto all’avanguardia, simbolicamente rilevante è, come anticipato, la sede del parco eolico marino. Taranto sta particolarmente a cuore non solo ai pugliesi, ma a tutti coloro che amano vivere e guardare al futuro. Recandosi in città d’ora in poi, nell’animo di un sognatore ci sarà spazio anche per la serenità, sentimento che nascerà spontaneo guardando a quel mare che fino a pochi giorni fa rappresentava una via di fuga da un luogo “malato”.

Il 21 aprile 2022 è il punto di partenza di una svolta che diventa di colpo possibile, tangibile. Il tristemente noto “mostro” (come i tarantini chiamano lo stabilimento ex-Ilva) ora ha un antagonista esattamente dall’altra parte della città. Ci auguriamo che, come nelle più belle storie a lieto fine, il “buono” apparso a trama già consumata abbondantemente possa apporre la propria firma sul finale e riscrivere tutta la storia, semplicemente per un senso di “giustizia”. Lo si deve a tutti coloro i quali a Taranto non hanno nemmeno avuto il diritto di sperare nel cambiamento. Lo si deve a chi ora ha l’aspirazione di viverlo quel cambiamento.

Felice Marcantonio

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