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Siamo giunti oggi al terzo e ultimo appuntamento con Poe- Map, il tour che ci ha portati alla scoperta del Rione Sanità. Dopo aver visitato la parte storico-artistica del quartiere nelle precedenti puntate (https://www.lavocedelsud.org/poe-map/, https://www.lavocedelsud.org/poe-map-2/), ci dedichiamo ora alle ultime tappe destinate all’arte culinaria.

6ª TAPPA: LA CIOCCOLATERIA DI MARIO GALLUCCI
Spostandoci in un vicolo di fianco Piazza Sanità, ci ritroviamo in un antico portone e già dall’entrata il profumo di cioccolato inonda tutta l’area. Siamo da Mario Gallucci, l’istituzione dolce del Rione Sanità, una cioccolateria a conduzione familiare con 120 anni di esperienza tramandata da tre generazioni. Descrivere la sua fabbrica significa descrivere la Napoli artigianale, una Napoli che ancora oggi, a distanza di tantissimi anni, custodisce e coltiva una tradizione secolare. Mario ci accoglie tra manicaretti e cioccolatini. Qui i prodotti, nati da ingredienti di primissima qualità e soprattutto da una grande passione, conservano un gusto autentico e intenso, un sapore artigianale che rimanda a tempi antichi. Per scoprire di più sulla cioccolateria Gallucci, andate a questo link: https://www.galluccicioccolato.it/


7ª TAPPA: APERITIVO A “LA LAVA DEI VERGINI”
“La lava dei Vergini” è la location scelta per la pausa aperitivo. Si tratta di un piccolo bar/ristorante – una taverna dove poter sostare per un pranzo breve o la classica merenda alla “napoletana” – situano nell’omonima strada. Francesco il proprietario ci racconta che durante l’epoca reale, il borgo dei Vergini costituiva l’unica via di comunicazione tra il Palazzo reale e la Reggia di Capodimonte. Geograficamente parlando, la zona dei Vergini si trovava lungo una serie di torrenti che partiva dai Colli Aminei. Uno di questi torrenti (quello che scendeva per i Ponti Rossi), arrivato all’altezza di Capodimonte si biforcava in due dando origine ad un ulteriore torrente che raggiungeva il borgo, inondandolo. A partire dagli anni ’50, però, con il progressivo popolamento del borgo, l’acqua divenne un flagello. Gli abitanti al grido “a lava! a lava! davano notizia del flusso che inondava le strade: da qui il nome “La lava dei Vergini”. Le delizie di Francesco sono assolutamente da provare per il gusto ma soprattutto per la qualità.

8ª TAPPA: PIZZA A PORTAFOGLIO DA ” LA CAMPAGNOLA”
Mangiare una pizza a portafoglio tra le vie di Napoli equivale ad assaggiare e gustare l’essenza della città stessa. Col tour di poemap arriviamo a “La campagnola” – pizzeria famosissima del rione – per assaggiare la saporita pizza detta anche “a libretto”. La pizza a portafoglio è una delle specialità della cucina partenopea ed è l’esempio più antico della pizza nella sua versione “street food”. Prende il nome dal fatto che viene presa tra le mani e chiusa su se stessa sui suoi due lati proprio come se fosse un portafoglio. Questa nasce come pasto povero, comprato a pochi centesimi e distribuito dai garzoni. Oggi è uno dei simboli di Napoli.


9 ª TAPPA: ANTICO TARALLIFICIO “POPPELLA”
Per la penultima tappa ci spostiamo all’antico tarallificio Poppella, lungo via Sanità. Lo storico marchio Poppella nasce a Napoli, nel lontano 1920, dalla fusione di due nomi: Papele (Raffaele) e Puppnella (Giuseppina), ovvero Raffaele Scognamillo e sua moglie Giuseppina Evangelista, che, proprio in quegli anni, avevano iniziato l’attività di panificatori nel popolare Rione Sanità. È qui che assaggiamo per la prima volta il tradizionale “pagnuttiello”. Chell’ che ci miett’ c’ truov’”, ovvero “quello che metti, trovi” è un vecchio detto napoletano che rappresenta una vera e propria sfida gastronomica ad imbottire con ripieni variegati, abbondanti e succulenti qualsiasi pietanza. È così che, secondo la tradizione, sarebbe nata questa prelibatezza. Per scoprirne di più…https://www.pasticceriapoppella.com/

10ª TAPPA: CANTINA SEPE
Brindiamo alla fine del tour e all’inizio del progetto PoeMap nel Rione da ‘Antica cantina Sepe’. Tradizione familiare tramandata per ben quattro generazioni partendo da Don Giuseppe Scognamiglio, detto “don Peppe ‘o Craparo”, intorno alla prima metà degli anni ’20. Inizialmente dedita alla vendita di vino sfuso e alla preparazione di piatti caldi, diventando poi un punto di incontro e convivialità per l’intero quartiere. Attualmente è Francesco a continuare il lavoro della sua famiglia. Nel 2014, a 24 anni, torna da Londra, sentendo il richiamo delle origini e decidendo di provare a smuovere qualcosa nel suo quartiere. Francesco ci racconta delle sue iniziative – tra un bicchiere di vino locale e una poesia – come l’Aperisepe del giovedì, che da sei anni crea una movida sostenibile che fa bene alla città con entusiasmo, passione e professionalità.


Siamo così giunti al termine del nostro percorso, che speriamo ti abbia incuriosito e ispirato.
La Sanità è davvero un luogo incredibile di storie, è una rosa da proteggere, fragile e preziosa per chi la ama e per la quale è indispensabile molto impegno e tanto lavoro. Siamo certi che la forza della speranza e della poesia rappresentino gli antidoti migliori al degrado sociale e all’ignoranza.

Carmen Allocca

Loredana Zampano

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