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Immaginate di passeggiare tra i vicoli di Totó.

Immaginatevi due innamorati uniti in uno sguardo di amore e, di lì a poco, dei volti radianti di bambini.
Questi murales a cielo aperto sono tasselli che rendono ogni giorno il Rione Sanità un mosaico di icone, di storie, di messaggi, che come un agglomerato di cellule rigenerano un corpo vibrante e lo rianimano dal torpore cittadino.

Noi della Vocedelsud,abbiamo avuto l’onore di riscoprirli grazie all’associazione culturale no-profit “poesiemetropolitane” durante l’evento “Poemap” tenutosi il 30/04/2022 presso Porta San Gennaro e che ha via via sviscerato i luoghi eccletici del Rione Sanità come Palazzo San Felice e dello Spagnuolo,tesori nascosti di vecchie mappe ingiallite e che hanno ripreso vita attraverso le storie degli abitanti e negozianti locali, fino a giungere presso i murales iconici “Luce” di Antonio Cruz e “Resistiamo” di Francisco Bosoletti, che si svelano sotto gli occhi disincantati dal grigiore delle strade.

Venite quindi con noi alla scoperta della bellezza del Rione Sanità in un appuntamento settimanale, che si terrà ogni sabato fino al 4 di Giugno sul nostro sito della “Vocedelsud”, con il quale scopriremo anche le sinfonie dei versi di Carmine Orofino e Antonio Farina,quest’ultimo uno dei vincitori del contest indetto da “Poesie metropolitane” a partire dal 28 Febbraio e conclusosi il 15 Aprile riguardo l’appartenenza alle proprie radici e l’opposizione tra sacro e profano. Le 10 poesie vincitrici, “Addò ‘e Sante pazzeano mmiez’ â via” di Carmela Malavita, “Catacombe e panni stesi” di Donatella Garner, “E Ffuntanelle”di Gaetano Iodice, “Sanità”di Francesco Scaramuzzino, “Vico Sanità”di Rita Del Noce, “E ccose cagnano” di Antonio Farina, Via “Stramànna” di Giuseppe Cimminiello, “Nel Rione”di Annunziata Buggio, un componimento di Martina Saullola, “O fiocco ‘e neve” di Francesco Limite, sono state successivamente inserite all’interno di un ebook “Poemap-rione sanità”

1ª TAPPA: SCIÓ

Dopo aver superato Porta San Gennaro, la più antica porta della città di Napoli che conduceva alle catacombe del santo napoletano, come raccontatoci dalla guida Rosanna De Simone, siamo stati accolti dal wine-bar SCIO’ per la nostra prima tappa degustativa presso Vico del buongiorno. Mentre sorseggiavamo un buon caffè, abbiamo ascoltato la storia del locale dal suo stesso proprietario, il cui nome Sció deriva dal modo di dire napoletano per scacciare la sfortuna e riscoprendo in esso un antro culturale con letture settimanali di poesie e prosa e luogo di intrattenimento con spettacoli di “Stand up commedy” svolti ogni venerdì sera. Ma il locale era ancora più suggestivo grazie ai murales esterni in un vico che fino all’800′ era popolato dai briganti e su cui adesso spiccano l’opera “Mogwli” della street artist Irene Lasivita,che attraverso il suo blu e bianco richiama i motivi picassiani descrivendo un’infanzia negata e un volto di donna,per metà nascosta da un’opera raffigurante Totó ed intitolato “I volti di donna”, frutto dell’ingegno dell’artista messicano Addí Facte,autore anche dell’opera “Benedizione di Dio”, situato fuori Porta San Gennaro.

“I volti di donna”,Addì Facte
Mogwli,Irene Lasivita

2ªTAPPA: PALAZZO DELLO SPAGNUOLO E PALAZZO SAN FELICE

Procedendo verso Via dei vergini, la nostra guida ci conduce presso il Palazzo dello Spagnuolo, costruito a partire dal 1738 per volere di Nicola Moscati, e così soprannominato in quanto fu acquistato da Tommaso Atienza, detto “Lo spagnolo”.

I nostri occhi sono rimasti affascinati dal verde scintillante e dal suo impianto ad ala, ideato dall’architetto Ferdinando San Felice e, procedendo verso l’ingresso in alto a destra, siamo rimasti incuriositi da una maschera: é il volto del principe della risata napoletana Totó, quale unica testimonianza di un museo in suo onore non ancora ultimato.

Il Palazzo dello Spagnuolo, inoltre, è stato oggetto di numerosi set cinematografici, fra cui ricordiamo, tra i più storici, “Il giudizio universale” di De sica nel 1961 e quella che rappresenta una chicca per gli appassionati di serie tv: il Palazzo dello Spagnuolo è stato scelto come ambientazione dell’ultimo episodio della seconda stagione di “Sense 8” nel 2018.

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Dalla bellezza decadente ma dall’architettura affine rientra un altro palazzo settecentesco in stile barocco a Via Arena della Sanità: stiamo parlando del “Palazzo San Felice”. Realizzato sempre dall’architetto Ferdinando San Felice, nonché proprietario dell’edificio,la sua innovazione risiede nella rampa di scale ad ali di falco, protagoniste indiscusse dei suoi edifici!

Con nostra sorpresa e a dispetto dei pregiudizi che aleggiano attorno al Rione Sanità, scopriamo che per lungo tempo é stata una residenza nobiliare in cui gli aristocratici si affrancavano dal caos cittadino per godere dell’aria pulita e del verde rigoglioso dei suoi cortili.

E come per sancire metaforicamente il tempo che scorre e muta ogni cosa,ecco che i versi di “E ccose cagnano”di Antonio Farina calzano a pennello. Un componimento che vuole essere un omaggio alla popolazione locale,specialmodo al piccolo Genny Cesarano,che a soli 17 anni nel 2015 perde la vita a causa di colpi di pistola da parte della Camorra presso la piazza adiacente la Basilica di Santa Maria e che reca una scultura in suo onore.

Antonio Farina,classe 1966, é un imprenditore nel settore dei servizi informatici ed ha partecipato ad alcuni concorsi nazionali di Aletti editore, collocandosi come l’unico poeta ad essere inserito nelle raccolte nazionali con poesie in vernacolo.

Ci racconta: “Da ragazzo ho lavorato nella sanità ed é un quartiere che meriterebbe maggior attenzione dalle istituzioni anche per la sua collocazione, scenario di episodi crudi ma ricco di storia.
‘E ccose Cagnano’ vuole essere una fotografia storica del quartiere con un messaggio di speranza e di incoraggiamento, a chi lo vive per davvero”. Ecco a voi, quindi:

‘E ccose Cagnano

‘A storia ce dice ca ‘a sanità era nu posto cu ll’aria bbona p’ ‘a salute.
Ce passavano ‘e Riale cu ‘e ccarrozze pe gghì a ccapemonte.
Era nu quartiere nato fora ê mmura addó se schiattavano ‘ncuorpo ‘e muorte
Po’ cu ‘o ponte ‘e ccose so’ cagnate, ‘o quartiere s’è ‘mpuveruto
Ogge, spisso, songo ‘e malamente ca schiattano ‘ncuorpo ‘e vive.
‘Dint’ a ‘stu mercato sempe apiérto, ‘a ggente se ‘nventa ‘a vita tutte ‘e ghiuórne e ss’affida â prutezione ‘e na capuzzella.
Cu ‘a paura ‘ncuollo ‘e quacche fetente, comm’ è ssucciéso a Ggenny.
Ma nun perdite ‘a speranza, arricurdateve ca lloco è nnato nu puveriello, cu nu còre d’oro, ca è addeventato Princepe.
Purtate paciénza e ccacciate ‘e malamente, ca ‘stu quartiere pò tturnà a splennere.
Pecché ce ‘o ddice ‘a storia, si ce credite ‘e ccose cagnano.

AF Tutti Diritti Riservati Antonio Farina

Vi aspettiamo sabato prossimo per scoprire insieme la pasticceria e gelateria “Il Cono del vesuvio” e l’associazione simbolo della cultura del Rione Sanità “Opportunity”.

Carmen Allocca

Loredana Zampano

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