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Eccellenze meridionali, il pastificio Divella e il grano pugliese

Molino Divella a Noicattaro, circa 1950

Nella stragrande maggioranza dei Paesi europei il dibattito sulla guerra in Ucraina è ancora incentrato sui torti e le ragioni delle due parti belligeranti.


La regione del Mar Nero, che oltre ai due stati in conflitto comprende anche il Kazakistan, è uno dei sei panieri alimentari del mondo. La Russia è il più grande esportatore di grano al mondo, mentre l’Ucraina è al sesto posto nella classifica.


Secondo Ivano Vacondio, Presidente di Federalimentare e capo dei Molini Industriali di Verona:

“Le scorte sono estremamente rarefatte: sul grano e sul mais sono ormai ai minimi termini, ma entro la fine di agosto dovremmo avere i nuovi raccolti di tutti i cereali e di conseguenza vedere anche un calo dei costi. Il condizionale però è d’obbligo, perché se dovessero esserci problemi climatici saremmo di nuovo in guai seri: se nei principali Paesi produttori, come Stati Uniti, Canada, Francia e Russia, dovessero esserci siccità, piogge eccessive o incendi ne vedremmo delle belle. “

Vediamo più da vicino come affronterà la crisi autunnale uno dei più noti pastifici italiani, nello specifico pugliese: la Divella

Il pastificio Divella: una breve storia

Per risalire agli inizi della storia della Divella, dobbiamo spingerci fino al lontano 1890, quando Francesco Divella costruì il primo molino a Rutigliano, in provincia di Bari. Ma fu solo a cavallo tra gli anni ’10 e gli anni ’20 che cominciò la produzione di pasta.

Nonostante l’incombere del secondo conflitto mondiale negli anni ’40 l’azienda cominciò a far registrare i primi incrementi di produzione e nel dopoguerra riuscì a dare continuità al proprio percorso di sviluppo.

Ma il vero e proprio boom avvenne negli anni ’70, periodo storico in cui alla seconda generazione si affiancò la terza, che prese definitivamente le redini commerciali dell’azienda durante il decennio successivo.

Oggi, sotto l’amministrazione di Vincenzo e Francesco Divella, l’azienda è un punto di riferimento nazionale nella produzione della pasta ed è in costante espansione sul mercato globale. I numeri, d’altronde, parlano chiaro: i molini macinano ogni giorno 1.200 tonnellate di grano duro e 400 tonnellate di grano tenero, mentre il pastificio produce quotidianamente circa 1.000 tonnellate di pasta secca e 35 tonnellate di pasta fresca.

Come si prepara la nota azienda pugliese ad affrontare il caro prezzi autunnale?

Nonostante, in passato, sia stata riscontrata nella linea dedicata agli spaghetti una certa dose di glifosato (erbicida potenzialmente cancerogeno), l’azienda non ne ha mai sospeso la produzione ed anzi ha assicurato che anche se è stata riscontrata la presenza di questa sostanza si parla comunque di un valore decisamente inferiore ai limiti di legge.

Nel caso specifico del grano duro, per questo autunno, Divella ha assicurato che il rincaro dei prezzi sarà piuttosto contenuto, fino a un massimo di tre euro a persona, rincaro che, a dispetto delle cronache, non dipende dall’importazione del grano russo ed ucraino, bensì dal prezzo dell’energia e del gas impiegati per la produzione e da quello degli imballaggi che garantiscono la conservazione dei cibi. E questo perché sul fronte del grano duro la produzione interna italiana soddisfa il 60-65% della domanda, mentre il resto viene importanto da Francia, Grecia e Nord America.

“Nessun rischio” invece, sul fronte del grano tenero, utilizzato per produrre pane, biscotti e dolci, in quanto la sua produzione è interamente coperta dal grano italiano.

Notizie abbastanza rincuoranti, considerando il periodo storico e gli aumenti generalizzati dei beni di prima necessità, vedremo gli sviluppi successivi, per ora non ci resta che dire:

“per aspera ad astra”

Dario del Viscio

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