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A tre anni di distanza dall’ultimo disco di inediti Nicolò Carnesi torna con una rivisitazione dell’album d’esordio Gli eroi non escono il sabato e quattro eventi speciali terminati nel mese di Novembre.

Fresco del passaggio a Garrincha Dischi (stessa etichetta de La Rappresentante di Lista, Ex-Otago, Lo Stato Sociale), il cantautore siciliano Nicolò Carnesi decide di incidere da zero l’intero album d’esordio, coadiuvato dagli amici-colleghi conosciuti nel corso della sua carriera che arricchiscono ulteriormente un prodotto ai tempi già ben confezionato. Ripartendo dal disco originale ascoltiamo un Carnesi all’epoca 25enne talvolta insicuro vocalmente, ma che definisce subito il suo posto e le sue influenze nel panorama musicale italiano con testi che privilegiano immagini a metà tra la realtà e l’astratto, tra il serio e talvolta l’ironico, rimanendo comunque aderente ai temi trattati, i quali possono essere racchiusi nella grande bolla delle esperienze e delle insicurezze che coinvolgono una giovane vita, il tutto coadiuvato da una buona cura sonora di uno stile piuttosto pop.
Il brano che ai tempi si diffonde più velocemente per ovvie ragioni è Mi sono perso a Zanzibar, cantato insieme al più esperto collega Brunori Sas, poco prima della sua esplosione agli occhi del grande pubblico.
Con il secondo e terzo album Nicolò Carnesi affina soprattutto l’aspetto strumentale e vocale.
Da una parte la presenza sempre più forte di suoni elettronici arricchisce la stratificazione musicale rendendola più varia, dall’altra la vocalità di Carnesi assume quei tratti più soavi e secondo me naturali che oggi lo contraddistinguono e che si sposano meravigliosamente con la maturità musicale e testuale raggiunta.
Non mancano sprazzi di forte sperimentazione come il singolo Motel San Pietro che si discosta quasi totalmente dal resto della produzione del cantautore siciliano, nel quale l’elettronica prende il sopravvento sugli strumenti “tradizionali” e la voce viene più volte rimodulata nel corso del brano, donando diverse sfumature di enfasi a un testo che dimostra a mio avviso una raffinatezza di livello superiore.
Personalmente credevo fermamente che l’album del 2019 Ho bisogno di dirti domani (il disco sarebbe potuto dirsi completo già al titolo), caratterizzato da un’ulteriore evoluzione dello stile di Carnesi contaminato da sonorità anni ’70 sapientemente rivisitate, potesse diventare il disco della consacrazione ad un pubblico più ampio o perlomeno ad una maggiore risonanza nell’ambiente, la sensazione invece è stata quella di un piccolo momento di stallo.
Tornando a Gli eroi non escono il sabato, è chiara l’intenzione di Nicolò Carnesi di tirare le somme di questi dieci anni in maniera originale, evitando noiose ristampe o raccolte, ma mettendosi alla prova nella totale riscrittura della parte strumentale in maniera fresca e mai banale, avvalendosi delle voci di ospiti di livello per ciascuna canzone come Appino (The Zen Circus) per Ho poca fantasia, Dimartino per Penelope, spara!, Fast Animals and Slow Kids per Kinder cereali all’amianto e del ritorno dell’amico Brunori Sas che ci ricorda che questi dieci anni di esperienze sono passati anche per lui.
Quattro concerti speciali a Bologna, Milano, Torino e Roma per ritrovare il proprio pubblico in compagnia di alcuni degli ospiti del disco.

Ho scoperto essere abbastanza comune il sentimento dei fan che vorrebbero non vedere mai salire alle luci della ribalta determinati artisti di nicchia per evitare che si snaturino o semplicemente per una sorta di “gelosia” musicale per un prodotto che sentiamo più nostro, ma d’altra parte ritengo giusto, come è successo a tanti prima di lui (alcuni presenti anche in quest’ultimo disco), che più gente possibile possa scoprire il lavoro di un artista così raffinato e, come si evince dalle interviste e da qualche battuta che ho avuto modo di scambiare di persona qualche anno fa, un ragazzo autentico dall’animo profondo.


Antonio Montecalvo

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