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L’Unione Europea è pronta alla svolta green. Nei piani dei prossimi anni combattere inquinamento e migliorare l’efficienza energetica, abbandonando il prima possibile il combustibile fossile, sia per la casa, sia per l’automobile.

Case in Europa più efficienti

Il Parlamento Europeo ha definito i parametri a cui dovranno conformarsi gli immobili all’interno dell’area Schengen. La direttiva in questione, la “Energy Performance of Buildings Directive” (EPBD) o “Direttiva Case Green”, prevede il raggiungimento per gli edifici residenziali della classe energetica “E” entro il 2030 e “D” entro il 2035. Obiettivo 0 emissioni nel 2050. Esclusi i monumenti, edifici tecnici, chiese e luoghi di culto. Sono allo studio degli incentivi a livello statale e comunitario per raggiungere tali risultati: infatti la spesa per gli interventi può diventare molto elevata e difficile da sostenere per le famiglie.

Svolta green: gli interventi previsti

Infissi, caldaie, cappotti termici, pannelli solari e sistemi di raffrescamento e riscaldamento all’avanguardia sono gli strumenti per arrivare a questo risultato. In Italia, secondo i dati dell’ANCE (Associazione Nazionale Costruttori Edili) sarebbero circa 230 mila edifici pubblici e 1,8 milioni di residenziali privati a necessitare di questo intervento. I costi stimati sarebbero tra i 40 e i 60 miliardi di euro.

Mobilità elettrica, in Europa addio al motore a combustione

Anche nel settore automobilistico l’UE guarda a diminuire le emissioni, anzi in questo caso ad eliminarle del tutto. Dal 2035 non potranno più essere vendute nel vecchio continente auto a combustione: addio a benzina e diesel, tutto puntato sull’elettrico. Già in passato abbiamo affrontato il tema dell’auto a batteria (https://www.lavocedelsud.org/alla-ricerca-della-ricarica%EF%BF%BC/) e in molti non hanno accolto di buon grado questa decisione. Infatti Italia e Germania su tutte si sono rese protagoniste nella fazione del “NO” a questo termine. La motivazione è da ricercare nel grave pregiudizio che si arrecherebbe alle industrie automobilistiche presenti sul proprio territorio. Infatti la concorrenza cinese fa paura, soprattutto perché nel campo dello sviluppo di questa nuova tecnologia in Oriente sono molto più avanti.

L’Europa alla ricerca di soluzioni

L’Italia ha motivato il suo dissenso sostenendo che un’altra possibilità al gasolio e alla benzina c’è: biocarburanti, ossia carburanti ottenuti dalle biomasse, ovvero da delle fonti rinnovabili quali cereali, bietola e canna da zucchero. La Germania invece ha indicato come alternativa gli “eFuels”, carburanti sintetici che però sono ancora in fase di sperimentazione in pochi Paesi e che vedono attualmente costi molto elevati nella produzione. La proposta italiana è stata bocciata, quella tedesca invece accolta. Nonostante le polemiche e le alternative presentate, i ministri dell’Ue lo scorso 29 marzo hanno ratificato il regolamento. Quindi dal 2035 stop alla vendita di veicoli a motore endotermico in Europa.

La transizione ecologica ha i suoi costi

La strada è segnata con l’Europa che chiede ai suoi cittadini di adeguarsi alle nuove tecnologie per la vita di tutti i giorni. Obiettivi principali due: ridurre inquinamento e fermare il cambiamento climatico che sempre più prepotentemente avanza; diventare indipendenti dal punto di vista energetico, per non ripetere quello che è successo con il gas russo dopo lo scoppio della guerra in Ucraina. Quello che si chiede è di investire e di mettere mano al portafoglio, ma senza aiuti concreti difficilmente gli obiettivi prefissati si potranno raggiungere. I primi bonus edilizi hanno dimostrato che sono tanti gli interventi da fare, cercando di evitare truffe e sprechi; l’auto elettrica è ancor accessibile per pochi, sia per il prezzo sia per i tempi di ricarica. Insomma, l’Europa ci ha indicato la via, spetta adesso a noi percorrerla nel più breve tempo possibile.

Mario Di Donato

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