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Xi Jinping ha consolidato il suo potere dopo un decennio alla guida del Paese più popoloso del mondo

Si è chiuso a Pechino, il ventesimo Congresso del Partito Comunista Cinese, che ha preso il via nella Grande Sala del Popolo il 16 ottobre scorso. Alla sessione hanno partecipato 203 membri del Comitato centrale del CCP ed è stata presieduta da Xi Jinping, in quanto Segretario dal 2012.

Il congresso ha toccato numerosi temi come economia, ambiente, Covid-19, crescita e futuro del paese, ma anche temi scottanti della geopolitica cinese: Taiwan.

Ma di cosa si tratta? Cosa rappresenta questo “Congresso”?

Il Congresso si riunisce ogni cinque anni ed è il periodo più importante per la politica in Cina. Vede riuniti tutti i membri del Partito per nominare i rappresentanti dei vari organi: Comitato Permanente del Politburo, il Politburo stesso e il Comitato Centrale. La nomina più notevole è, ad ogni modo, quella per il Segretario del Partito.

Per la terza volta questo incarico è stato affidato a Xi Jinping. Xi l’uomo che ha fatto sue parole d’ordine come SOGNO CINESE e NUOVA VIA DELLA SETA, che ha creato la resurrezione della nazione cinese dopo anni di delusioni e ha migliorato le condizioni economiche dei suoi cittadini; l’uomo che sogna utopicamente, per cosi dire, l’unione infrastrutturale tra Cina, Eurasia e Africa, colui che ha portato la Cina in bilico tra tradizione e modernità, l’amico di Putin, quello che allerta l’Occidente.

Siamo di fronte a un evento storico e unico, frutto di modifiche costituzionali senza eguali dai tempi del padre fondatore della Repubblica popolare cinese Mao Zedong. Difatti era sancito dalla Costituzione il limite di due mandati per il Segretario Generale, quindi un massimo di 10 anni in carica. Fu proprio Xi Jinping nel 2018 a cambiare questa norma.

Questo terzo mandato consente essenzialmente a Xi di rimanere capo del partito e dello stato per tutto il tempo che desidera.

Cosa è successo?

Il messaggio è chiaro: tutte le cariche politiche principali devono essere fedeli a Xi Jinping. I nuovi 6 componenti del Comitato Permanente del Politburo sono nomi di fedelissimi del Segretario Generale: Li Qiang, Zhao Leiji, Wang Hunning, Chi Qi, Ding Xuexiang e Li Xi.

Xi ha escluso in larga parte i giovani membri del Partito, segno che ha intenzione di guidare la Cina ancora per molto.

Oltre a ciò, ha fatto molta risonanza l’esclusione di Hu Jintao durante la votazione finale. La plateale rimozione dell’ex presidente cinese durante il Congresso ha generato molte teorie e poche conferme. Secondo alcune ricostruzioni l’esclusione sarebbe dovuta alla demenza senile di Hu Jintao, o al fatto che presumibilmente aveva contratto il Covid-19. Altri riconoscono in questo gesto smaccato un messaggio forte: nel Partito non c’è spazio per i dissidenti.

Quali sono le novità?

POLITICA INTERNA

La politica interna di Xi si articolerà su quattro direzioni fondamentali:

  1. Unità interna e pacificazione delle aree “ribelli”.
  2. Riduzione della corruzione interna al Partito.
  3. Sviluppo del Socialismo Cinese.
  4. Lotta al Covid-19, intesa come un meccanismo di controllo della popolazione.

Tra le novità salta all’occhio che membri del Politburo sono passati da 25 a 24, i membri del Comitato Centrale sono 205, di cui solo 11 sono donne, e il limite di età di 68 anni è stato superato.

Altra azione rilevante è la modifica della Costituzione, che ha consolidato lo status di Xi come ‘nucleo’ del partito.

POLITICA ESTERA

La politica estera di Xi avrà un centro cruciale e delicato: Taiwan.

Della situazione a Taiwan ne abbiamo parlato qualche tempo fa in questo articolo: https://www.lavocedelsud.org/taiwan-lisola-che-non-ce/

Il Partito comunista cinese ha sancito la sua ferma opposizione all’indipendenza di Taiwan nella sua Carta fondamentale. Xi Jinping ha sottolineato che la riunificazione con la Cina ci sarà, se è necessario anche con l’uso della forza.

Senza Taiwan la Cina potrebbe essere esposta a un blocco navale totale da parte degli americani che potrebbero tagliare la Nazione fuori da buona parte del commercio mondiale. Il possesso di questa isola del Pacifico rappresenta un’operazione molto difficile, vista la superiorità navale congiunta di Stati Uniti, Giappone e Australia. Per questi motivi Xi Jinping sarà sostanzialmente obbligato a mantenere viva un’alleanza con la Russia di Putin.

Cosa dobbiamo aspettarci? Quale sarà la Cina del futuro?

Per la Cina è un momento critico, il nuovo mandato di Xi seguirà in continuità i precedenti, ma avrà sicuramente degli elementi di rinnovamento per la crescita interna e quella sul piano dell’attività internazionale, globale.

Le prime parole pronunciate dal Segretario sono state: “Osate battervi per la vittoria”. E qual è la linea politica che perseguirà? Sicuramente attraverso le novità, la nomina di sei fedelissimi, l’introduzione diretta nella Costituzione dei suoi ideali e l’idea di lavorare per una nuova Nazione, si sta aprendo per il Paese una nuova era politica.

Il messaggio lanciato è piuttosto dirompente: la nuova Cina di Xi Jinping ora è consapevole della sua forza.

Loredana Zampano

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