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Sale la tensione a livello internazionale tra Cina e Usa sul destino dell’isola di Taiwan

Taiwan – nota anche come isola di Formosa o la Taipei cinese – ormai da anni rappresenta il centro della competizione indo-pacifica tra Cina e Stati Uniti. Negli ultimi anni la Cina, tra incursioni aeree nei suoi cieli ed emersioni di sottomarini nucleari, ha alzato il livello di tensione con gli Stati Uniti. Pechino considera l’isola suo territorio nazionale dal 1945 e vuole annetterla, gli Usa si oppongono.

La storia dell’isola con tre nomi

La storia di Taiwan, è frutto di continue contese e colonizzazioni. Si tratta di una piccola isola subtropicale situata tra Mar Cinese Meridionale, Orientale e oceano Pacifico.

La “Ilha Formosa” (isola bella), così battezzata dai portoghesi, in origine era abitata da popolazioni indigene di origine austronesiane, probabilmente arrivate lì dalla Cina meridionale. Colonizzata dagli olandesi nel XVII secolo, fu poi conquistata nel 1662 della Cina, ma dopo la prima guerra sino-giapponese nel 1895, fu ceduta al Giappone con il Trattato di Shimonoseki. L’occupazione giapponese terminò nel 1952 e Tokyo rinunciò formalmente ad ogni diritto su Taiwan e le isole Penghu.

Con la seconda guerra mondiale Taiwan ritorna alla Cina con il beneplacito dei suoi alleati, Stati Uniti e Regno Unito. Nel 1949, in Cina, Mao Zedong prese il potere e portò a termine la rivoluzione comunista.

Migliaia di cinesi – guidati da Chiang Kai-shek, leader del partito nazionalista – fuggirono a Taiwan.

Qui presero il controllo dell’isola in modo violento e autoritario, si autoproclamarono come vera repubblica di Cina e dichiararono di voler riprendere possesso della Cina continentale e persino della Mongolia. Fino al 1971 gli Usa hanno considerato questa terra la Cina “ufficiale” e, di fatti, fu proprio Taiwan a far parte dell’ONU.

Dopo il 1971, la Cina prende il sopravvento a livello diplomatico, venne riconosciuta e pretese che Taiwan fosse disconosciuto perché provincia ribelle (Taiwan è di fatto uno Stato ma è riconosciuto, attualmente, solo da 15 paesi).

Questione economica o ideologica?

Per la Cina è una questione ideologica, infatti il partito comunista vorrebbe annettere l’isola entro il 2049, a 30 anni dalla nascita della repubblica popolare. Taiwan è l’ultimo tassello per completare la riunificazione del Paese. Ma, ovviamente a livello militare ed economico, l’isola permetterebbe alla Cina di aumentare la sua influenza militare sull’oceano Pacifico ottenendo il totale controllo dell’area.

Ma perché Taiwan conta così tanto sullo scenario geopolitico internazionale e qual è il suo peso strategico?

Taiwan rappresenta un’isola strategica per lo sviluppo tecnologico globale e uno dei principali hub manifatturieri globali del mondo – il 60% dei volumi commerciali internazionali transita sul territorio- oltre a essere il principale produttore di semiconduttori, fondamentali nell’industria tecnologia e industriale come la telefonia e l’elettronica.

Ricordiamo che a Taiwan ha sede centrale il colosso Foxconn, il più grande produttore di componenti elettrici e di elettronica per Apple. Inoltre le fonderie taiwanesi producono quasi i due terzi (circa il 64%) dei microchip del mercato mondiale.

L’isola che non c’è – come l’ha definita Giorgio Manganelli nel resoconto del viaggio che fece lì nel 1988 per girare un documentario – porta con sé il fardello della complessità degli equilibri tessuti con il resto del mondo ma anche tanta fragilità.

Loredana Zampano

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