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Se alcuni giorni il mondo diventa troppo pesante e ti senti piccolo di fronte ad esso, sei nel posto giusto. Essere tristi e insoddisfatti è una cosa abbastanza comune: in un mondo come quello di oggi, è possibile trovarlo in molte persone, ed è normale arrivare a chiedersi se tocca anche noi. L’onnipresente uso spasmodico dei social media, una realtà costantemente “in vetrina”, una irrealistica felicità: il mondo che corre e tu che ti senti indietro ed incapace. Ma cos’è il complesso d’inferiorità?

COMPLESSO D’INFERIORITÀ: COME RICONOSCERLO E AFFRONTARLO

Sentirsi inadeguati, paragonarsi agli altri e non sentirsi all’altezza, sono sensazioni del tutto normali se accadono di tanto in tanto. Quando, però, subentra anche una bassa autostima e la sensazione di inadeguatezza diventa assillante, allora è probabile trovarci di fronte un complesso d’inferiorità.

Il complesso di inferiorità è più di un brutto momento: è la convinzione irrazionale di essere meno degli altri. Per superarlo, tuttavia, è inevitabile prima cercare di comprendere il fenomeno.

Le persone che ne soffrono sono convinte di avere un difetto (reale o meno) e che questo sia evidente a tutti. Ciò causa l’idea di essere giudicati negativamente da tutti e di considerarsi inferiore.

Secondo Alfred Adler, famoso psicanalista, ne esistono di due forme:

  1. il complesso primario nasce nell’infanzia a partire da sentimenti di inadeguatezza e impotenza rafforzati dall’educazione o dal rapporto con i fratelli;
  2. il complesso di inferiorità secondario invece emerge durante l’età adulta ed è caratterizzata sia da sentimenti di inadeguatezza, sia da pensieri irrazionali ed indomabili circa se stessi e il mondo.

Per Adler, l’uomo nasce sentendosi incompleto e non realizzato, con un profondo sentimento di inferiorità, tutto ciò che sta di fronte al neonato è migliore, più grande, più completo di lui. Ecco dove, secondo lo psicologo austriaco, il complesso potrebbe avere origine.

©Complesso Di Inferiorità.

In psicologia, si definisce complesso quell’insieme di idee inconsce e/o represse che ci portano a provare determinate emozioni in specifiche situazioni, disturbando il nostro comportamento e influenzando la nostra personalità (e, spesso, le nostre scelte). Si tende a tutti i costi di evitare il rifiuto o la critica (perché sono rivelatori della propria bassa autostima) ma allo stesso tempo si tende al perfezionismo, anche quando diventa tossico.

Altri sintomi che fanno pensare al complesso di inferiorità sono la difficoltà nell’accettare di essere amati, la difficoltà a prendere decisioni, e una difficoltà generale nel riconoscere i propri successi: sensazioni spesso associate anche a tristezza e scoraggiamento.

Come reagire al complesso di inferiorità in modo produttivo?

Premesso che questi consigli sono di carattere generale e che ogni situazione soggettiva è a sé stante, e di conseguenza, deve essere la persona a valutare che cosa sia meglio per sé, vediamo quali possono essere alcuni accorgimenti che possono essere messi in pratica nel quotidiano, cercando di compiere un primo passo verso la libertà emotiva e la serenità che tutti meritiamo.

Aumentare l’autostima con la psicoterapia

L’autostima non è una caratteristica stabile, ma evolve nel tempo e può essere migliorata. Andare dallo psicologo può essere utile proprio per iniziare un percorso introspettivo per potenziare l’autostima. Chiedere aiuto, contrariamente a quanto ci hanno sempre insegnato non è sintomatologia di debolezza: è l’atto d’amore più sincero verso sé stessi.

Sviluppare la consapevolezza

Il primo passo da compiere per affrontare il senso di inadeguatezza è lavorare sulla consapevolezza di sé. Serve capire cosa fa sentire di non valere abbastanza, esplorando le proprie emozioni e le reazioni alle situazioni. In quali situazioni ti senti inadeguato? Quali persone generano questa sensazione? Hai delle realistiche lacune in alcune aree? Come ti senti di fronte al giudizio degli altri? Quale emozione provi e come la esterni? Osservare e comprendere è fondamentale per cercare di cambiare punto di vista e puntare ad arrivare alla base di queste. Da dove nascono? Perché le si prova? Ascoltare maggiormente sé stessi e cercare di individuare le emozioni, aiuta a trasformale da negative a positive.

Non lasciarsi definire dalle esperienze e dalle opinioni degli altri

Non dare troppa importanza alle opinioni degli altri. Tutti noi amiamo ricevere consigli da parte di persone che stimiamo, ma è importante porre dei confini ben definiti quando sentiamo che l’opinione degli altri diventa invalidante. È necessario ricordarsi che una persona sicura di sé non si lascia definire da ciò che altri pensano e/o dicono. Molto spesso, le opinioni degli altri sulle persone sono una proiezione del loro ego, piuttosto che un giudizio valido e formato. Circondati di persone che ti accettano e ti amano così come sei . Sembra un cliché ma ti aiuterà proprio a essere te stesso e a vivere del tuo vero potenziale.

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Agire in ogni situazione

È molto importante non lasciarsi prendere dallo sconforto e passare all’azione anche quando si sente che è difficile farlo. Imparare ad osservare i tratti irrazionali del comportamento e allenarsi a superarli è fondamentale per cercare di non lasciare ulteriore spazio ai pensieri intrusivi.

Quando passi la giornata a rimpiangere quello che è successo , quello che hai fatto o quello che non hai fatto, alimenti i pensieri autodistruttivi: questi pensieri ci portano a un “corri corri”. Perdona il tuo falso sé : il tuo ego, è lì che si nascondono le tue paure. Togliti la maschera e riconciliati con te stesso.

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Bisogna ricordare sempre che non c’è motivo per sentirsi inferiori agli altri piuttosto bisogna essere più disponibili ad accettare i propri limiti, riconoscerli ed affrontarli.

“Sei tutti i limiti che superi, tu”.

Elisabetta Costa

One response

  1. Riconoscimento, accettazione, valorizzazione di se stessi e del mondo che ci circonda. Trasformare i propri limiti in trampolino di lancio per migliorare e migliorarsi. Volersi bene per essere capaci di voler bene.
    ” Se i nostri occhi vedessero la bellezza dell’anima, molte cicatrici si disperderebbero all’orizzonte”. Raffaele Sposito

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