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“In the end the love you take is equal to the love you make”

26 settembre 1969. Esce un album iconico, uno dei più discussi e chiacchierati di sempre: Abbey Road dei Beatles.
Ancora più celebre ne è la copertina, che ritrae il quartetto di Liverpool mentre attraversa le strisce pedonali dell’omonima strada.
Inutile chiedere chi siano i Beatles, parafrasando gli Stadio, del resto parliamo di una pietra miliare della musica contemporanea, ci limitiamo solo a dire chi ne fossero i componenti: John Lennon, Paul McCartney, George Harrison e Ringo Starr.
Qui non parleremo di loro bensì di come questi quattro individui siano riusciti a creare un capolavoro.

Abbey Road: gli antefatti

Febbraio 1969. Sono da poco terminate le registrazioni del docufilm Get Back con la ripresa di The Long And Winding Road, Let It Be e Two Of Us, tre brani di McCartney, scelta forse apposita considerando che nessuno di questi sopra citati sia di matrice lennoniana, del resto l’idea della frattura tra i Beatles era già in essere.
Continuando le registrazioni nello stesso periodo, la band abbozza i primi stralci di  I Want You ed Old Brown Shoe, settimane di evoluzione insomma. Si prendono una piccola pausa: Ringo partecipa alle riprese del film Magic Christian, George si ritira nel suo cottage mentre Paul e John passano sempre piu’ tempo con le rispettive compagne, Linda e Yoko.
Al rientro dalla pausa viene presa la decisione di trasferirsi nuovamente negli studi di Abbey Road (da specificare che il docufilm e i brani di Get Back sono stati registrati negli studi Twickenham e a Savile Row, sede della Apple Corps) dietro consiglio di George Martin, poiché, era opinione comune che lì “suonasse tutto meglio”.

Aprile 1969. John torna dalla pausa con un’idea di un rythm and blues , genere da lui adorato, forse scritto per la Plastic Ono Band, futura band a metà tra il reale e l’immaginario da lui ideata.
Il brano è The Ballad Of John and Yoko: arrivando in studio trova Paul il quale, ascoltando il brano, seppur non molto entusiasta dell’idea, alla fine acconsente a lavorarci su, anche per mettere a tacere le voci sempre piu’ insistenti dei tabloid inglesi sulla relazione della coppia Lennon/Ono, che di lì a poco metteran su i bed-in.
Qualche settimana più tardi tornano anche George e Ringo (da specificare, prendevano appuntamento), e registrano Old Brown Shoe, la curiosità è che non si sa se Lennon prese effettivamente parte alle registrazioni, dato al momento irrilevante e tuttavia fattore fondamentale per capire il disco che verrà. Esce così il 45 giri Ballad Of John And Yoko/Old Brown Shoe. Il lato A, come al solito, riservato alla coppia Lennon/McCartney e il lato B riservato ad Harrison.

Registrazione del disco

Ad aprile cominciano le registrazioni del disco. Sulla genesi ci sono opinioni discordanti, in quanto i pareri su chi ebbe l’idea di fare ancora qualcosa insieme non sono molto chiare. E’ sempre da ricordare che, in questo momento della carriera, tutti e quattro i musicisti, chi più e chi meno, stavano già intraprendendo percorsi artistici differenti.
Iniziano le session che vedono la presenza di tutti e quattro: si crea qui, secondo la critica, un particolare filone narrativo che vede Abbey Road come il disco maccartiano per eccellenza, in quanto molti brani sono scritti principalmente da Paul. John, secondo alcuni critici, partecipa, a livello compositivo, in maniera piuttosto marginale, un po’ come George.

Tra fine maggio ed inizio giugno del ‘69 cominciano le registrazioni dell’album.
Nello stesso momento a John Lennon viene commissionato un inno per la campagna elettorale dell’allora candidato governatore della California Timothy Leary, che si tradurrà poi in Come Together (immagine I Want You); il fatto strano è che, pur non essendo uno dei brani preferiti da Lennon, sarà considerato uno dei capisaldi della discografia beatlesiana e che vede, in fase di registrazione, il contributo di tutti e quattro.
In una fase iniziale, dunque, Lennon non risulta presente in studio. I primi brani registrati saranno, quindi She Came In Through The Bathroom Window (ispirato ad un’intrusione subita nel bagno di casa dallo stesso McCartney da parte di una fan), Maxwell’s Silver Hammer, You Never Give Me Your Money e, più in generale, tutto il lato B del 33 giri.

Luglio 1969. Con il rientro di Lennon in studio, proseguiranno con la registrazione di Come Together, la parte finale di I Want You (She’s So Heavy), la ballad Oh Darling!, la sinfonia, poi elaborata strumentalmente in un secondo momento Because e The End (non pensato per chiudere il disco ma semplicemente come rock session).
Ad agosto si vedrà la session finale vera e propria, con la presenza di tutti e quattro i componenti in studio, nonostante i numerosi impegni di Lennon per le marce della pace. Sarà in questa fase che vedranno la luce Sun King ed Here Comes The Sun.
Agosto è il mese delle sovraincisioni, nonché dello scatto della copertina.
A settembre, infine, la pubblicazione.

Abbey Road: la copertina e il post-album

L’idea per la copertina era quella di fare qualcosa di molto semplice, da notare che in precedenza le copertine del gruppo erano state molto “fantasiose” (vedi Sgt.Pepper’s); un fondo comune era far intendere all’osservatore come gli studios fossero quasi una “seconda casa” per i quattro che, dal 1961, registrarono praticamente tutto il proprio materiale in quel luogo.
Come sempre, fu Paul a proporre l’idea vincente per la copertina e per il titolo dell’album: ci sono diversi scatti che testimoniano questo processo, la foto che più gli andò a genio, tuttavia, fu quella di ritrarre il movimento della band verso gli studios.
Gli scatti sono del fotografo Ian Macmillan con la sua Hasselbad. Eppure, piccola curiosità, lo scatto è il quinto dei sei che scattò il fotografo. Ed è sempre da questa copertina che alcune teorie sulla leggenda della morte di PaulMcCartney presero velocemente piede.
Da lì in poi Lennon lascerà effettivamente la band, ormai sempre più concentrato sulle proprie manifestazioni pacifiste e sulla relazione con Yoko Ono.
Con la pubblicazione dell’album i Beatles prendono direzioni diverse; forse l’unico ancora in grado di tenere coesa la band era Ringo, ma anche lui stava viaggiando su altri fronti.
Ci saranno, di lì in poi, altri incontri per sovrintendere le aggiunte strumentali ad alcuni brani delle precedenti session di Get Back, il quale uscirà nel maggio del 1970 con il nome di Let It Be.
Ma questa è un’altra storia…

Dario Del Viscio

Teodosio Gentile


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