Il duemilaquattordici

La Rivoluzione di Euromaidan del 2014 provoca l’invasione russa che annette ai propri territori la penisola della Crimea e sostenendo i movimenti separatisti del Donbass.

Movimenti militari del conflitto tra Russia ed Ucraina

Dieci giorni prima del 24 febbraio 2022 la Duma di Stato russa nomina illegittimamente le repubbliche popolari del Donec e Luhans’k violando i diritti del Protocollo di Minsk (composto da Ucraina, Russia, Francia e Germania). Viene perciò ordinata l’evacuazione di tutti i cittadini appartenenti ai due territori ad eccezione degli uomini dai 18 ai 60 anni.

La Duma e l’Assemblea Federale accolgono la richiesta di Putin di gestire le operazioni militari all’estero. Biden sospende la certificazione del gasdotto Nord Stream che trasportava gas proveniente dalla Russia in Europa occidentale attraversando la Germania.

Il 24 febbraio viene ufficialmente invasa l’Ucraina. Sono quattro le mete ambite dai russi: Kiev, Kharkiv (per via della posizione strategica tra il bacino carbonifero del Donec ed i centri industriali metalmeccanici e siderurgici), le repubbliche del Donec e Luhans’k e la Crimea (già invasa).

Vengono immediatamente stabilite le prime sanzioni contro Putin, il Ministro degli Affari Esteri Lavrov e la Bielorussia (sostenitrice russa) oltre al settore finanziario, energetico, tecnologico, dei trasporto ed in materia di visti. Le attività di dis-informazione e manipolazione delle news promosse da Sputnik e Russia today vengono sospese.

Kherson è la prima grande città a cadere nelle mani russe. A seguire i russi prendono il controllo di Zaporizhzhia detentrice della centrale nucleare.

Mariupol viene posta sotto assedio e sbriciolata dai russi, partendo dal noto ospedale pediatrico.

Le truppe non si fermano e raggiungono Odessa bombardandola e radendola al suolo.

Poi, Putin dichiara la volontà di invadere il Donbass, territorio tanto ambito per la sua posizione strategica e le sue risorse, ma viene gestita un’azione controffensiva ucraina che colpisce 16 mila soldati russi.

Durante il mese di aprile viene colpito l’ospedale di Chernihiv (reparto oncologico) e quello di Mykolaiv, successivamente viene attaccata anche Leopoli e Dnipropetrovsk.

Putin incrementa le sue milizie introducendo 10 mila militari russi e 2 mila mercenari per raggiungere l’acciaieria Azovstal’ (Mariupol): verranno dichiarati 1026 vittime militari ucraine. Le forze russe permettono l’evacuazione dei soli civili dal campo di battaglia. Kiev vincerà la missione di riconquista del territorio.

Per velocizzare l’invio dell’artiglieria, Biden firma l’Ukraine Democracy Defence Lend-Lease Act of 2022.

A maggio Putin dichiara, tramite Macron, il dialogo aperto con Zelensky per giungere a patti. Nonostante ciò non ritrae le minacce dell’uso di missili nucleari.

Sjevjerodonec’k entra nell’elenco delle conquiste territoriali filorusse ma senza riuscire a raggiungere l’importante settore chimico di Azot. Nonostante ciò viene confermato alle forze ucraine  l’ordine di ritirata.

E’ il 7 luglio e l’Institut for the Study of War annuncia il primo giorno dall’inizio dell’invasione senza alcuna avanzata russa: Zelensky ne approfitta per richiedere il raggruppamento di 1 milione di soldati per riappropriarsi del sud.

Kiev viene accusata di essere responsabile dei danni provocati alla base militare russa in Crimea: Russia ed Ucraina si puntano il dito a vicenda per bombardare l’impianto nucleare di Zaporizhzhia.

Le truppe russe necessitano di essere rinforzate, Putin richiede la movimentazione di 300 mila uomini; tale pretesa provoca l’abbandono dal Paese di 260 mila civili russi.

Le truppe ucraine mettono in atto una controffensiva su Kharkiv e in seguito libera Kherson, occupata per 8 mesi.

Viene distrutto il ponte che collega la Russia alla Crimea, infrastruttura fondamentale per l’approvvigionamento di armi ed equipaggiamenti. Putin punta il dito verso Kiev per attentato terroristico.

Con l’avvicinarsi della stagione invernale la Russia decide di attaccare le basi energetiche civili con droni e missili balistici. Ma l’accoglienza da parte dei Ministri europei del Piano RePower stabilisce nuove norme per lo stoccaggio del gas.

Le sanzioni dell’Ue

Le misure di protezione per gli sfollati prevedono da subito il soggiorno, l’accesso al mercato del lavoro, l’assistenza medica ed accesso all’istruzione per i minori.

Ai rifugiati frontalieri con malattie croniche o acute è facilitata l’evacuazione.

Nuove disposizioni europee favoriscono l’agevolazione al raggiungimento di diritti a chi ha subito violazioni dai russi come nel caso di minori ucraini per coscrizione da parte delle forze armate, tratta di esseri umani, adozioni illegali, sfruttamento sessuale e separazione dalla famiglia.

Il settore bancario russo e bielorusso è messo in crisi dalle limitazioni che vietano l’utilizzo dello swift, limitando operazioni economiche in entrata e in uscita.

La Corte Penale internazionale avvia l’indagine contro i crimini di guerra russi con il sostegno dell’EUMAM Ucraina (missione per assistenza militare dell’Ue) e l’Eurojust.

E’ il mese di aprile quando il Consiglio europeo promulga nuove sanzioni per l’importazione di combustibili fossili, legno, cementi in Russia attraverso i suoi porti.

Viene limitato il trasporto del 90% del petrolio greggio detenuto dalla Russia. Il piano normativo a favore dell’Ucraina accorda lo stoccaggio del gas per l’approvvigionamento dell’85% delle capacità di stoccaggio sotterraneo ucraino.

La Russia contrattacca chiudendo i rubinetti dei rifornimenti alla Finlandia.

A seguito di accordi economici per l’acquisto di droni tra Russia ed Iran vengono sanzionate le campagne di attacchi terroristici contro i civili e le infrastrutture ucraine.

L’Unione Europea durante l’anno di conflitto è riuscita a sanzionare circa 1385 persone e 168 entità (responsabili di crimini di guerra, sostenitori militari e finanziari).

Di tutta risposta Putin sanziona 92 membri delle armate ucraine per crimini contro l’umanità.

Accordi e trattative

Roma ospita l’incontro tra il Consigliere per la Sicurezza Nazionale della Casa Bianca, Jake Sullivan ed il capo della diplomazia cinese Yang Jiechi: il dialogo è rivolto a mantenere aperte le linee di comunicazione tra i due Stati gestendo la diplomaticamente la zona di conflitto. La Cina cambia rotta alleandosi con Putin.

La Russia stila il Decreto sul pagamento delle forniture russe in rubli facendo schizzare alle stelle i prezzi del gas in Europa.

Nel frattempo Guterres, Segretario della Nato, discute con Putin a Mosca della possibilità di cessare il fuoco ma la Russia risponde negativamente a tale richiesta.

Non si parla di crisi alimentare fino a maggio, quando la Russia blocca il movimento di 4.5 tonnellate di grano dai porti ucraini. I ministri europei, per garantire l’integrità dei mercati agricoli e l’autosufficienza alimentare per i civili, avviano il progetto della Politica Agricola Comune (PAC), permettendo gli approvvigionamenti e di gestire l’aumento prezzi dei fertilizzanti (che in loro mancanza diminuirebbero la quantità di prodotti), dell’energia elettrica, dalle conseguenze causate dai cambiamenti climatici.

La Russia definisce i referendum per variare lo status del territorio sovrano ucraino del Donec, Luhans’k, Kherson e Zaporizhzhia annettendoli alle sue terre. È lo stesso Putin che autoproclama la vittoria (i voti dei cittadini russi sono stati forzati con la violenza dei soldati), ma passa poco tempo prima che venga condannata e abrogata tale azione.

A seguito delle continue minacce russe di adottare ordigni atomici, Zelensky richiede l’ingresso nell’Alleanza Atlantica per scongiurare l’escalation del conflitto.

Quanto costa una guerra?

È impressionante la quantità di denaro necessaria a sostenere un conflitto. L’Ucraina, non pronta economicamente sul piano militare, accoglie i finanziamenti da parte dei seguenti sostenitori:

  • Unione Europea
    • 70 milioni di € per le forniture ad uso letale e non;
    • 100 milioni di € sottoforma di prestiti e sovvenzioni per la Moldavia;
    • 3,5 milioni di € per i paesi che accolgono rifugiati ucraini.
    • 1.7 miliardi di € a favore dell’Assistenza Macro Finanziaria (AMF)
    • 3.5 miliardi di € di prefinanziamento per fornire liquidità in progetti a lungo termine (azione di coesione per i rifugiati – CARE).
  • U.S.A.:
    • 900 milioni di dollari a scopo militare.
  • G7:
    • 2.6 miliardi di € per sostenere gli aiuti umanitari;
    • 28 miliardi di € in aiuti di bilancio.
  • Norvegia sostiene EUMAM Ucraina per il 2023:
    • 14.5 milioni di €

Perciò…

Sono fin troppe le parole usate per spiegare questa guerra.

Probabilmente il 70% delle informazioni sfumeranno dopo pochi minuti dalla loro lettura.

100 mila sono le persone che ad oggi hanno perso la vita in onore della propria patria, cercando di scappare in lacrime dalla stessa, contro il proprio volere di combattere o dall’esplosione di una bomba inaspettata, senza neppure avere il tempo di rendersene conto.

E questo non dovrà mai essere dimenticato.

Elena Zullo

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