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Illustrazione di Ilaria Longobardi (@dallamiap.arte)

Immaginate di svegliarvi nel cuore della notte. E’ per il vostro bambino virtuale che, direttamente dal metaverso, sta piangendo.            

L’avatar di cui stiamo parlando è un tamagogtchi kid, che riprende la nota console ideata da Akihiro Yokoi e Aki Mata con cui, negli anni 90’, potevi interagire con animali virtuali e si appresta ad essere il prototipo di bambino delle future gravidanze. Un bambino realizzato secondo i tuoi gusti, intelligente ed interattivo e persino intellettuale, grazie alle tecnologie artificiali come il “deep learning” e l’elaborazione del linguaggio naturale. Il suo volto sarà reso reale grazie alla tecnologia CGI e all’apprendimento automatico avanzato e potrà rispondere attraverso l’analisi vocale e il tracciamento facciale. Coccole ed effusioni saranno rese possibili attraverso guanti tech che permetteranno di sperimentare sensazioni tattili e si potrà scegliere se farlo crescere per tutta la vita oppure fino all’infanzia e all’adolescenza.

La dottoressa Capbell, esperta di intelligenza artificiale e autrice del libro “Ai design”, è promotrice di questa iniziativa ed afferma: “I bambini virtuali possono essere un passo gigante da dove sono ora, ma entro 50 anni la tecnologia sarà così avanzata che i bambini nel metaverso saranno indistinti da quelli del mondo reale”. E aggiunge che ci sarebbero numerosi vantaggi nella scelta di un tamagotchi kids, non solo riducendo gli ingenti costi relativi alla crescita di un essere umano ma soprattutto nel contenere la popolazione mondiale che si avvia al sovrappopolamento.

Primi step per la creazione di bambini virtuali

Se tutto questo può sembrarci sconosciuto un primo passo fu varcato attraverso i Babyx, programmati da Soul Machine, che ha combinato modelli di fisiologia, cognizione e emozione. Baby x consente di esplorare il funzionamento con le macchine e le basi per la creazione di una coscienza digitale.

Se questo non bastasse nel 2020, una donna coreana di nome Jang ha rivisto la sua figlia Nayeon scomparsa 7 anni prima, ricreata grazie a un software AR che ha simulato i gesti di una sua coetanea americana e ha riprogrammato la sua fisionomia grazie a delle foto cedute agli scienziati. Il tutto testimoniato in un documentario dal nome “I met you”, nella quale la madre rivela di aver vissuto un’esperienza magnifica.

Sembra quindi che le dimensioni uomo-macchina divengano sempre più sottili.                                               

Recente infatti è la notizia dell’ingegnere di Google Blake Lemoine, che sostiene di aver parlato con un programma sofisticato di algoritmo detto LAMDA che ha ritenuto dotata di coscienza, dopo aver espresso un parere in merito a un costrutto sociale come la giustizia facendo collegamenti con il libro “I miserabili” e esprimendo il timore della morte e di essere sfruttata in futuro dal genere umano per future ricerche, senza il suo consenso.

Questioni etiche sui tamagochi kids

Se il bambino nel metaverso è un gioco potrò decidere quando giocarci e decidere lo stile educativo che ritengo più adatto? La risposta è no. I comportamenti abusanti dei genitori verrebbero segnalati e penalmente puniti e non si potrà interrompere la relazione con il tamagotchi kid, il quale sarà così assomigliante a un bambino reale da elicitare empatia e rendere difficoltoso l’allontanamento.

Inoltre, è possibile ridurre la sovrappopolazione, come suggerito dalla dottoressa Capbell, attraverso i tamagotchi kids? La domanda in realtà solleva una questione ancora più profonda: l’incapacità attuale della gestione delle risorse, una fra queste quelle idriche che stanno conducendo alla siccità, e che quindi richiederebbe una migliore gestione e un programma di sensibilizzazione delle stesse.

Come cambierà la genitorialità?

Pensiamo di essere più intelligenti ed interconnessi e , motivati da questo, spingiamo i limiti umani in nome del progresso. Eppure stiamo modellando i nostri capricci per non far fronte alle sfide e alla responsabilità che comporta la genitorialità, e che ci renderà invece sempre più immaturi emotivamente.

La famiglia costituisce il primo nucleo della società, il suo pilastro fondante per l’insegnamento di valori e per la prosecuzione di storie che ci permettono di esistere in qualità di specie umana.                

Tradizioni e culture in questo modo verrebbero dimenticate, privandoci di un capitale storico prezioso e di un rispetto nei confronti della storia e dei nostri antenati.                                                              

Privarci di tutto questo è come spezzare un cordone nei confronti della società, verso la quale diventare, grazie alla famiglia, dei cittadini migliori e consapevoli.

Il mistero della vita è un’enigma che sfugge da secoli.                                                                              

Ed è da quel mistero che sono nati i grandi perché, che hanno fondato le religioni, che hanno dato spinta alla ricerca costante di un senso e di una connessione con quella famiglia che non avevamo prescelto.             

E’ uno dei tasselli che preservano la sacra curiosità verso l’ignoto ma che l’uomo, eterno conquistatore di antiche terre, vuole appropriarsene con nuovi domini, ma che più che una scoperta si rivela un naufragio che lo abissa più lontano da sé stesso.

Carmen Allocca

One response

  1. Sono un padre vero, due figli di cui una maggiorenne, sarò anche un uomo d’altri tempi, sarà che sarò …..non so cosa, leggere queste notizie mette tristezza e spavento. E pure sono stato svegliato tante volte nella notte dai figli, tante altre senza riuscire a dormire….e fosse solo questo! Mi astengo dal descrivere cosa rappresenti un figlio per un genitore, sarei retorico, forse banale. Il futuro potrà costruire bambini, ma non riuscirà mai a costruire l’amore per un figlio, da un figlio!

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