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Taglio dei parlamentari. Oltre al cambio del governo in questa nuova legislatura ci sarà anche un’altra importante novità, ovvero il parlamento si rinnova non solo per altre maggioranze dei partiti, ma anche per la riduzione dei parlamentari presenti in aula.

UNA RIFORMA TANTO ATTESA

Il taglio dei parlamentari rappresenta una svolta storica per il nostro Paese, anche perché le prime discussioni riguardo questo argomento risalgono al 1946. Da allora si sono susseguite diverse proposte di legge che non sono mai andate in porto. Ricordiamoci che si sta modificando la Carta Costituzionale che rappresenta la legge fondamentale dello Stato italiano. Il processo per cambiare la Costituzione, non a caso, è più lungo e oneroso: la riforma per essere approvata deve passare per due deliberazioni del Parlamento ed in certi casi si può richiedere il referendum popolare. È il caso di questa legge. Le consultazioni cittadine per la modifica degli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione, si sono svolte il 20 e il 21 settembre 2020. Hanno dato esito positivo, quindi una legge sul taglio dei parlamentari è finalmente realtà ed entrerà in vigore proprio in questa legislatura, dopo 76 anni di attesa.

UNO DEGLI EFFETTI: IL RISPARMIO

Si attuerà una riduzione importante: il numero dei deputati passa da 630 a 400 ed il numero di senatori da 315 a 200. Ma quali conseguenze produrrà questa scelta? È ancora presto per parlare sul medio e lungo periodo ma possiamo analizzare gli effetti nell’immediato. Il primo che viene in mente è ovviamente il risparmio. Bisogna premettere che le spese per ogni parlamentare sono variabili perché ci rientrano anche dei rimborsi. Per fare un pronostico possiamo attenerci ai bilanci di previsione di Camera e Senato per il periodo 2018-2020. Secondo questi dati il risparmio complessivo per entrambe le camere ammonterebbe a 82 milioni di euro all’anno, quindi 408 milioni a legislatura. Stiamo però parlando di cifre lorde. L’Osservatorio dei conti pubblici italiani fa notare che:

«Il risparmio netto complessivo sarebbe pari a 57 milioni all’anno e a 285 milioni a legislatura».

Una cifra sicuramente ridimensionata ma si tratta comunque di risparmio.

L’ALLINEAMENTO ALLE MEDIE EUROPEE

Un altro effetto ed obiettivo di questa legge è quello di consentire all’Italia di allinearsi al resto d’Europa, per quanto riguarda il numero di parlamentari elettivi a livello nazionale. Anche nel confronto con gli altri paesi europei c’è una premessa da fare: abbiamo tutti un sistema parlamentare diverso, perciò bisogna sempre relativizzare i dati che si stanno prendendo in esame. Se lo scopo del confronto è quello di valutare l’efficacia nella funzione di rappresentare i cittadini, bisogna considerare il numero dei soli parlamentari elettivi. Se si prende in considerazione, dunque solo questo dato (che in Italia comprende sia Camera che Senato), il nostro paese aveva il primato in Europa con 945 parlamentari, con la nuova legge si arriva a 600. La Germania ne conta 709, la Francia 577 e il Regno Unito 650, quindi in questo senso ci sarebbe un effettivo allineamento con la media europea.

CRITICITA’ DI QUESTO NUOVO SISTEMA

Veniamo ai temi divisivi: la rappresentanza. È fuor di dubbio che un taglio dei parlamentari comporti il ridursi anche del rapporto tra numero di abitanti e i loro rappresentanti politici. A perdere più seggi in termini assoluti sono state le regioni più popolose. Invece se si considera la variazione percentuale la regione a uscirne più svantaggiata è la Basilicata con un -46,15% in meno, ovvero quasi 10 punti in meno rispetto al dato nazionale che risulta essere -36,51% tra il numero di parlamentari prima della riforma (945) e dopo (600). La domanda è: l’equazione più parlamentari uguale più democrazia, è vera?

L’EFFICIENZA DEL PARLAMENTO

Un altro nodo spinoso riguarda l’efficienza del Parlamento. Si andrà incontro ad una effettiva accelerazione dei processi legislativi o avremo solamente sovraccaricato i parlamentari di lavoro per mancanza di personale? Camera e Senato svolgono i loro compiti attraverso le Commissioni parlamentari, collegi composti da deputati e senatori che hanno il compito di esaminare una determinata materia o una singola questione. Il rischio era che ci fossero poche persone a svolgere questi compiti specialmente in Senato. Con soli 200 senatori sarebbe stato necessario che molti di questi prendessero parte ai lavori di più organi parlamentari per assicurare il funzionamento di 14 commissioni permanenti. Ma il regolamento del senato è stato fortunatamente aggiornata e le commissioni permanenti sono passate da 14 a 10. Ora, per far sì che la nuova riforma funzioni al meglio il nuovo esecutivo dovrà mettere mano anche al regolamento della Camera. Valerio Onida, ex presidente della Corte Costituzionale in una intervista disse:

 […] potrebbe funzionare meglio se si coglie questa occasione per mettere mano a tanti aspetti dei regolamenti e delle prassi parlamentari.

Com’è stato già detto solo il tempo ci dirà i reali effetti di questa svolta storica per l’Italia, nel frattempo si attendono sviluppi.

Alessandra Cau

One response

  1. In attesa degli sviluppi, sono stati eletti i presidenti di senato e camera. Il primo, oltre ad essere preso di mira dalla satira da un noto personaggio dello spettacolo, è ben noto al mondo politico per la sua militanza e appartenenza al mondo fascista, prima di diventare un rappresentante della destra. Il secondo, meno noto, rappresentante della lega. Recita decine di preghiere al giorno ( amen ), devoto al senatore Bossi, contro l’aborto, contro l’eutanasia, le unioni civili, ecc…insomma, è un ultraconservatore. Ha una certa stima per Putin come il suo segretario di partito, ha più di una laurea e scrive di essere stato anche iNpiegato ( forse in lingua leghista ). Comunque, in attesa che si formi il governo, tra gelo e disgelo, trovo appropriato cantare: VIVA L’ITALIA, L’ITALIA LIBERATA……..F. De Gregori

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