La correlazione tra mente e corpo rappresenta un argomento ed un punto di riflessione che sfida i criteri della medicina tradizionale, diventando così oggetto di dibattito. 

Le alternative alla medicina tradizionale prendono il nome di omeopatia, ma anche fitoterapia e medicina allopatica. 

Due approcci divergenti

La differenza sostanziale è nell’approccio diverso nei confronti della malattia. Infatti la prima agisce in maniera più mirata utilizzando farmaci specifici per specifiche malattie, la seconda agisce in maniera globale non utilizzando farmaci, ma prodotti, estratti e tecniche naturali. 

Questi due approcci risulterebbero paralleli in quanto differiscono i loro punti di partenza. 

La visione globale della medicina alternativa o integrata parte dal concetto secondo cui l’organismo è animato da un’energia, forza vitale che scorre armoniosamente nel nostro corpo assicurandone lo stato di salute. La malattia è provocata da un disequilibrio di questa forza intrinseca e si manifesta esternamente con quelli identificati come sintomi. 

Di qui una visione di insieme mente e corpo. 

La medicina tradizionale parte, invece, dal contrario, dal particolare sintomo, fa una anamnesi e diagnosi e riesce in maniera efficace a guarire il paziente, alleviando il sintomo e quindi la malattia. 

E’ doveroso sottolineare che è bene separarle, in quanto la scienza rappresenta il pilastro della medicina tradizionale, per cui è l’unico e solo mezzo per combattere realmente una malattia, più o meno grave, un sintomo, una problematica di natura organica. L’approccio scientifico è l’approccio basato su dati certi, statistici, risultati di ricerca, per cui oggettivo e sicuro. 

Ma al giorno d’oggi, si ha la possibilità di correlarle?

In effetti, i principi di base potrebbero non essere del tutto separati. E’ vero che alla base del nostro stato di salute vi è un equilibrio che la scienza chiama omeostasi. E la stessa conferma che, con l’insorgere della malattia vi è uno scompenso dello stesso. 

L’omeostasi, secondo le due teorie, appare come concetto diverso dalla cosiddetta forza vitale.

E’ possibile collegarli?

Per quanto caratterizzati da organi, apparati e sistemi, il nostro corpo non è diviso in compartimenti stagni.

Secondo la medicina integrata, forza vitale è alimentata dalle emozioni, dai sentimenti e dagli stati d’animo, come la serenità, la tensione, l’emozione, che scientificamente si traducono in molecole come serotonina, cortisolo, adrenalina. Questi trasmettitori, a livello del sistema nervoso centrale, hanno un notevole impatto sulla trasduzione del segnale e di conseguenza sul concetto di omeostasi. 

Probabilmente è discutibile che vi sia una forza vitale, un’energia da cui prescinde la salute del nostro corpo, ma è indiscutibile che la nostra essenza, intesa come stato d’animo, comportamento ed esposizione esterna possa condizionare non di poco la nostra salute.

Di conseguenza, è possibile abbracciare entrambi i filoni, tradizionale e non, per cambiare il proprio approccio verso un vero e proprio “mantenimento” dello stato di salute.

“Mantenimento dello stato di salute” è lo scopo della prevenzione. Anche quest’ultima, ha come obiettivo quello di non partire dal sintomo, ma del mantenimento dell’healty. E considerando entrambe le visioni, oltre a consistere nel monitoraggio e nello screening, accompagnerebbe l’individuo a cambiare il proprio stile di vita. 

Questo porterebbe il singolo a classificare la malattia come stadio terminale di un disordine molto più profondo, quale riflette l’intero modo di vivere dello stesso, non solo la malattia in quanto tale.

Dunque diventerebbe incline a intraprendere delle cure mirate ma anche a cambiare completamente, consapevolmente e soprattutto attivamente le proprie abitudini assicurandosi uno stato di salute sia immediato che prolungato nel tempo. 

Claudia Coccia

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