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La regione Sardegna presenta un grave problema di spopolamento che riguarda soprattutto le zone dell’entroterra. Le cause di questo fenomeno sono tante, ma il fattore principale è senz’altro la mancanza di occupazione che porta specialmente i giovani a cercare lavoro altrove.

LE CAUSE PRINCIPALI

La Sardegna è una regione conosciuta principalmente per il bel mare di cui tutti godono d’estate. Passati quei 3 mesi estivi che portano tanta occupazione, specialmente per il settore terziario, i posti di lavoro calano, fino ad arrivare ai mesi invernali in cui la regione si svuota letteralmente. I giovani vivono una mancanza di prospettiva futura che li porta a migrare in terre che offrono più possibilità. Un’altra causa dello spopolamento può essere ricercata nella mancanza di servizi dalla sanità ai trasporti. Molti sardi sono costretti a viaggiare fuori dall’isola per curarsi o semplicemente per accedere a visite specialistiche che il territorio non riesce a soddisfare. La Sardegna sta diventando sempre di più una terra per vecchi. La qualità della vita per una persona anziana è indubbiamente superiore in questa regione piuttosto che altrove per la tranquillità e il clima che offre.

SARDEGNA: UNA REGIONE SOTTOVALUTATA

Ci sono molte potenzialità che un’amministrazione acuta e intelligente potrebbe sfruttare per rendere nuovamente attrattiva la regione. Il settore turistico è indubbiamente quello più sviluppato ma si potrebbe puntare su altri settori come l’artigianato, l’enogastronomia, la cultura. Alghero ad esempio, negli anni ’70 era una delle capitali europee del cinema internazionale, attirava attori e registi di fama mondiale. Oggi si sta cercando di rilanciare questo settore tramite un appuntamento estivo intitolato “Cinema delle terre del mare – Festival itinerante per cinefili in movimento” che si tiene nella città catalana. Altro settore in ascesa che potrebbe attirare molti lavoratori sono le energie rinnovabili. Vento e sole in Sardegna non mancano mai. Queste risorse potrebbero rappresentare una valida alternativa anche alla crisi energetica che stiamo vivendo e fare della Sardegna uno snodo importante.

CASE IN SARDEGNA AD UN EURO

A chi non avrebbe fatto gola un titolo del genere sui principali quotidiani italiani? C’è un piccolo cavillo: le case in vendita in questione non si trovano in riva al mare (come chiunque avrebbe pensato) ma spesso si situano in zone sperdute e lontane dai maggiori centri. La regione sta introducendo delle strategie per contrastare lo spopolamento. Ci sono molti piccoli paesi dell’entroterra che col tempo sono diventati borghi fantasma a causa di questo fenomeno: è il caso di Lollove, paese alle porte di Nuoro che conta oggi 14 abitanti. È possibile acquistare le case a questo prezzo simbolico nei paesi che aderiscono all’iniziativa, come Villa San Pietro in provincia di Cagliari o Sedini in provincia di Sassari. Ci sono ovviamente delle condizioni da rispettare: bisogna trasferire la propria residenza nei borghi con una popolazione inferiore a 3000 abitanti entro 18 mesi dall’acquisto dell’abitazione o dalla data di ultimazione dei lavori. Inoltre è possibile accedere ad un contributo regionale di massino 15.000 euro per coloro che comprano o ristrutturano casa.

INCENTIVI PER L’ECONOMIA

Ci sono anche delle risorse destinate a imprese o attività commerciali che decidono di investire nei piccoli centri sardi. Si tratta di un contributo a fondo perduto pari a 15 mila euro, che può arrivare fino a 20 mila nel caso in cui l’impresa incrementi l’occupazione. La rinascita è possibile se si sfruttano le risorse a disposizione in modo strategico. Il ripopolamento è l’unico modo per dare nuova vita a luoghi ormai quasi disabitati. Un esempio virtuoso ce l’ha fornito il cantante De André acquistando un podere in Gallura, l’Agnata. Questo posto ora attira turisti che vogliono godersi la tranquillità e il contatto diretto con la natura, accrescendo anche i posti di lavoro in quella zona dell’entroterra sardo.

Alessandra Cau

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