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Lo scoppio della pandemia ha introdotto nel dizionario di molti italiani una nuova parola: smart working. Nel pratico ha designato la possibilità di lavorare da casa nel periodo in cui la pandemia ci ha costretto alla quarantena. 

Sebbene lo smart working rappresenti nell’immaginario una sorta di “stile di vita”, in Italia questo concetto è ancora molto lontano dall’idea di progresso e normalità, contrariamente all’estero, dove invece le regole dello smart working sono in vigore da sempre , a prescindere da cause di forza maggiore. 

Molte regole sono cambiate nel corso di questi  ultimi due anni , dato lo sviluppo della pandemia e il graduale ritorno alla “normalità”. A tal proposito, il ministro del lavoro, che vede al capo Andrea Orlando, ha stabilito un nuovo regolamento entrato in vigore da settembre. Entriamo nello specifico.

Smart working: le nuove regole

Le imprese creano un accordo tra datori e dipendenti al fine di stabilire insieme le norme di lavoro. 

Attraverso quest’accordo si stabilirà:

  • la durata del lavoro , se a tempo determinato o indeterminato.
  • L’alternanza di ore all’interno dell’azienda e non.
  • Diritto al riposo.
  • Formazione.
  • Strumenti di lavoro.

Particolare accortezza va ai soggetti più fragili , verso i quali le aziende sono obbligate ad adottare norme specifiche anche dopo la pandemia e ogni possibile misura al fine di stabilire un rapporto duraturo e proficuo per il dipendente , il datore e tutta l’azienda.

Ma chi ha diritto al lavoro da casa?

Lavoratrici e lavoratori con figli fino al dodici anni di età e/o con condizioni di disabilità, oltre che coloro i quali presentano gravi disabilità.

Precisazione: tecnicamente qualsiasi lavoratore ha diritto a chiedere al proprio datore di fare smart working ma, essendo un accordo, entrambe le parti devono volerlo, ragion per cui si innesca un equilibrio piuttosto fragile nel rapporto titolare-dipendente.
Resta un principio di natura morale che bisognerebbe tenere sempre bene in mente: in condizioni di emergenza o disagio, per creare un ambiente sereno all’interno dell’azienda, il datore di lavoro ha il dovere di supportare il suo dipendente e creare tutte le condizioni per poter lavorare in armonia. 

Giusy Pannone

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