Ancora una volta Lampedusa è chiamata a raccogliere i corpi delle vittime del Mediterraneo. Tra le ultime vittime quella di un neonato di 21 giorni che viaggiava con la sua mamma diciannovenne; sarebbe morto per ipotermia e secondo i medici il bambino aveva già problemi respiratori, tanto che sua madre sognava di poterlo curare in Europa. Ennesimi sogni e speranze spezzate e volate via, come quelle di altri migliaia di bambini, donne e uomini. Il Mediterraneo continua a inghiottire persone con una storia, che resta a noi sconosciuta. In questi momenti non si può essere indifferenti, non si può avere una mancanza di empatia tale da renderci persone così insensibili e crudeli. Non si può fare a meno di chiederci: e se ci fossimo noi al loro posto? Probabilmente farci questa domanda quando si parla di immigrazione potrebbe essere un modo per riflettere di più su ciò che accade nel mondo e ci aiuterebbe a non essere così indifferenti.
IMMIGRAZIONE ALL’ESTERO DEGLI ITALIANI SEMPRE PIU’ CRESCENTE
Sono circa 5,8 gli italiani che emigrano all’estero, un numero che supera quello degli immigrati stranieri regolarmente residenti in Italia, ma di questo in pochi ne parlano. Il fenomeno dell’immigrazione all’estero degli italiani non è più riferibile unicamente al passato ma è più che attuale, in piena ripresa e in costante aumento dal 2008, anno della crisi economica che ha fatto si che questo fenomeno riprendesse. Come ricordano i rapporti ISTAT, quasi tre cittadini italiani su quattro che si sono trasferiti all’estero nel 2019 hanno 25 anni o più (circa 87mila): uno su tre (28mila) è in possesso di almeno una laurea.
Una delle cause principali di questa ondata migratoria è senz’altro la ricerca di un lavoro retribuito in modo molto più meritevole. Inoltre, la fiducia nelle istituzioni e nella politica è bassissima fra generazioni più giovani in quanto molti di loro non hanno percepito alcuna iniziativa pubblica impegnata nel migliorare le condizioni delle nuove generazioni e considera la politica poco attenta a offrire spazi e opportunità per favorire l’inserimento attivo dei giovani nei processi di crescita sociale ed economica del Paese. Questa mancanza di iniziativa peggiora la percezione degli italiani sull’immobilità dell’Italia, rafforzando l’idea che solo fuori dai confini nazionali sia possibile costruirsi un futuro migliore.
Che cosa accomuna gli emigrati italiani con gli emigrati degli altri paesi?
Le cause possono essere percepite con una gravità minore e diversa in quanto gli emigrati che provengono da altri paesi dell’Africa e dell’est europeo vanno spesso via dal loro Paese per condizioni molto più disastrose quali la povertà estrema, spesso causata dalla guerra, persecuzioni etniche, razziali, religiose, politiche, ecc… Ma ciò che può accomunarci sono i sentimenti che ogni persona costretta ad emigrare prova: “l’esperienza migratoria, specialmente quando è vissuta come una scelta necessaria, è prima di tutto un fatto umano che comporta sempre una pesante e inevitabile alterazione della propria identità.” Ai sentimenti di ambiguità si accompagna quello di perdita, la percezione di non avere più un luogo stabile in cui poter vivere e anche il ricordo nostalgico del proprio luogo di provenienza, spazio di relazioni rassicuranti, un “luogo” in cui la persona si era costruita il proprio modo di comportarsi e rapportarsi con il mondo. Il sentimento della lontananza da casa rinvia quindi al legame affettivo con la propria terra e al ricordo di cose familiari.
L’emigrato si trova a vivere il conflitto interiore di aver dovuto abbandonare la propria terra e si sente allo stesso tempo “artefice” della sua stessa “condanna”, la quale spesso si tramuta in morte a causa della cattiva gestione del fenomeno migratorio in Europa. Lavoro, assistenza, sanità, istruzione e accoglienza devono essere i punti cardine per chi entra in un altro Paese per rinascere, lontano da casa, in particolar modo per chi fugge da nazioni dove regna la fame, la guerra, l’odio e l’intolleranza. Sarebbe bene tenere a mente sempre che al posto di queste persone può esserci ognuno di noi.
Giulia Ventarola
One response
Purtroppo, le acque di Lampedusa raccoglieranno ancora tante vittime. Il periodo politico è tra quelli più infami, fosse per loro, prosciugherebbero le acque. Per questo governo non c’è spazio la dignità. – Il grasso si specchia in un filo di lama
il magro in un avanzo di cena
l’uomo senz’anima è un’anima in pena
in cerca di Dignità…..Francesco De Gregori