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Il ministro Cingolani firma il nuovo decreto sui riscaldamenti.

Riscaldamenti. L’inverno è alle porte e insieme al freddo arriva il nuovo decreto firmato dal ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, che definisce i limiti temporali di esercizio degli impianti e prevede la riduzione di un grado dei valori massimi delle temperature degli ambienti riscaldati.
Per chi non rispetta tali norme sono previste delle sanzioni. Esenti, però – spiega Cingolani – sono gli “edifici adibiti a luoghi di cura, scuole materne e asili nido, piscine, saune e assimilabili e agli edifici adibiti ad attività industriali, artigianali e simili per i quali le autorità comunali abbiano già concesso deroghe ai limiti di temperatura dell’aria, oltre che agli edifici che sono dotati di impianti alimentati prevalentemente a energie rinnovabili“.

Quando si potranno accendere i riscaldamenti?

Il decreto Mite stabilisce che il funzionamento degli impianti è accorciato di 15 giorni.
I riscaldamenti, dunque, potranno essere accesi otto giorni dopo la data d’inizio della stagione invernale e dovranno essere disattivati sette giorni prima.
L’obiettivo è ovviamente quello di “realizzare da subito risparmi utili a livello europeo a prepararsi a eventuali interruzioni delle forniture di gas dalla Russia”, consentendo così a una famiglia di risparmiare circa 179 euro

Inoltre, per tutta la stagione, i valori sono ridotti di un grado centigrado. Quindi, se fino allo scorso anno i valori di riferimento erano 18° per gli edifici industriali e artigianali, mentre 20° erano per tutti gli altri edifici (con 2° di tolleranza), da quest’anno saranno, invece, 17° e 19°.

Riscaldamento: Italia in fasce

L’Italia è divisa da nord a sud in sei zone climatiche.

Secondo il nuovo regolamento Mite per ciascuna zona la durata di accensione sarà:

1) Zona A: ore 5 giornaliere dal 8 dicembre al 7 marzo;
2) Zona B: ore 7 giornaliere dal 8 dicembre al 23 marzo;
3) Zona C: ore 9 giornaliere dal 22 novembre al 23 marzo;
4) Zona D: ore 11 giornaliere dal 8 novembre al 7 aprile;
5) Zona E: ore 13 giornaliere dal 22 ottobre al 7 aprile;
6) Zona F: nessuna limitazione.

Lo stesso provvedimento, però, consente delle flessibilità in presenza di situazioni climatiche molto severe.

Confusi? Ci pensa Enea

Il ministro fa sapere che Enea, l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, energia e sviluppo economico sostenibile, per facilitare l’applicazione delle nuove norme provvederà a “pubblicare un vademecum con le indicazioni essenziali per impostare correttamente la temperatura di riscaldamento che gli amministratori di condominio potranno rendere disponibile ai condomini“.

Un regolamento che regola in modo consapevole?

Non sono di certo mancate le critiche, mosse anzitutto da Furio Truzzi – Presidente Nazionale di Assoutenti – che in una nota ha espresso il suo timore rispetto all’effettiva efficacia del nuovo regolamento. Secondo Truzzi, infatti, “Da gennaio sarà caos“, poiché i mancati acquisti dalla Russia insieme agli eventuali stop di forniture da Mosca potrebbero mettere seriamente in difficoltà l’Italia, ma soprattutto perché “Le disponibilità attuali bastano a coprire fabbisogno invernale solo per 45 giorni“.


Carmela Fusco

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