Categories:

Nata nel 2022 Variabile K è un’impresa sociale di Ercolano che mira a ri-attivare aree neglette, valorizzare il patrimonio e ridisegnare la città coinvolgendo artisti e cittadini in eventi e laboratori di architettura, pittura, ceramica. Abbiamo intervistato Ottavia Semerari, una dei fondatori di Variabile K, esperta e consulente in gestione dei beni culturali.  

Come è nata Variabile K?

È nata durante un evento che Invitalia aveva organizzato in collaborazione con il Parco Archeologico di Ercolano per gli incentivi del terzo settore. Con gli altri subito dopo esserci conosciuti ci siamo resi conto che era come se ci stessimo cercando l’un l’altro: avevamo la stessa voglia di metterci in gioco e di fare qualcosa per innescare un cambiamento.

Variabile K organizza eventi, laboratori, Ercolano Love Story e il FestiVar.K. Nello scegliere le attività da proporre su cosa vi basate?

Per il FestiVar.K abbiamo scelto di non avere una direzione artistica perché non è tanto importante il fatto che ci sia un grande nome, del resto è il festival “della creatività sociale”. È importante che in quegli spazi tutti si possano sentire coinvolti e che possano esprimersi. Abbiamo cominciato e continuiamo ad organizzare cose per i giovani creativi del territorio, l’importante per noi è che Villa Campolieto torni ad essere parte della vita dei cittadini. I laboratori li realizza chi si mette a disposizione, chi ha il ruolo e l’esperienza per farlo. Ercolano Love Story invece è un po’ particolare: sono un insieme di attività di ascolto del territorio come sondaggi, mappature e interviste. Durante il festival, per esempio, stiamo facendo domande su sport e spazio pubblico perché ci piacerebbe fare rigenerazione urbana legata allo sport l’anno prossimo. C’è anche stata una parte del lavoro in mezzo ai vicoli di Resina per scoprire aneddoti che poi sono confluiti nel tour Ercolano tra Pezze e Ricchezze che racconta la Ercolano successiva al 79 d.C.  

A livello di partecipazione avete notato delle fasce, soprattutto anagrafiche, che collaborano e partecipano di più?

La cosa che a mi piace molto del FestiVar.K è che riusciamo davvero a coinvolgere persone di tutte le età, dai 2 ai 90. Due delle persone che frequentano più assiduamente hanno 75 e 86 anni e tutti i giorni a inizio serata sono lì. Detto questo è chiaro che la fascia che partecipa maggiormente in termini numerici è quella dei nostri coetanei, persone con tanta voglia di fare, forse perché parliamo una lingua più diretta a loro. C’è poi anche il target dei bambini, quello dal quale partire per costruire una società migliore e per arrivare alle famiglie.

Quindi il vostro intento è di raccontare Ercolano a chi Ercolano la vive tutti i giorni?

Raccontarla sicuramente sì ma anche invogliare chi la vive a riflettere e a cambiare quello che non va bene perché a fronte di tanto scoraggiamento c’è comunque poco attivismo. Poi l’intento è anche far raccontare Ercolano dai cittadini, farci raccontare i loro sogni e le loro visioni per creare dei servizi. Alcuni elementi andrebbero valorizzati non solo per i cittadini ma anche per i turisti che magari restano più a lungo.  

Avete magari pensato di organizzare qualcosa fuori da Ercolano e dai comuni vesuviani?

Per il momento ci limitiamo a collaborazioni con i comuni vesuviani vicini. Per le “reti lunghe” invece dovremmo parlare con un’Università in Olanda, con il Rotary… Dovremmo arrivare presto alla progettazione europea ma con la giusta preparazione del territorio, almeno sul fronte dell’inglese. È questa la difficoltà del lavorare in un posto come Ercolano, c’è tanto analfabetismo digitale, c’è un significativo numero di ragazzi che abbandonano le scuole…

Cosa comporta nel concreto il carattere di “impresa sociale” di Variabile K?

Nel concreto il tema più importante dell’essere un’impresa sociale è quello della governance, più facile da coordinare. È una forma abbastanza nuova che il legislatore ha introdotto con il Nuovo Codice del Terzo Settore, una forma che spinge a strutturarsi come un lavoro, come un’impresa.

Ultima domanda: come sta andando il FestiVar.K?

Bene! Rispetto all’anno scorso siamo raddoppiati, abbiamo venduto circa 150 Campolieto card e più o meno stiamo facendo 200 persone a serata. Siamo felici del fatto che ci sia un’età media molto vasta e che si stia creando un pubblico di affezionati, di persone che iniziano a frequentare la Villa anche nel loro quotidiano.

Ecco, è proprio questo riappropriarsi degli spazi della propria città che testimonia il senso profondo di quello che Ottavia e Variabile K fanno ogni giorno.

Sabia Braccia

No responses yet

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *