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Italiani vittime di un sistema e una politica pericolosi

Il lavoro giovanile è al centro di numerosi studi dell’Unione Europea, la quale ha delineato la situazione di ogni stato membro.

Per quanto riguarda il quadro italiano, è emerso che il 25% dei ragazzi, in età compresa dai 20 ai 34 anni, non lavora e addirittura una parte di questi rifiuta le opportunità lavorative offerte.

Dati su tasso di disoccupazione giovanile in alcune regioni italiane

Ciò rappresenta un tristissimo primato, che fa rabbia constatare considerando le menti eccelse del nostro Paese e la profonda e concreta preparazione che i nostri istituti e le Università offrono ai giovani italiani. 

MA È PROPRIO VERO CHE TUTTI QUESTI GIOVANI ITALIANI NON LAVORANO?

Anzitutto, occorrerebbe fare un’osservazione nei confronti di tutti coloro che rifiutano “opportunità” lavorative date sfavorevoli condizioni, quali, ad esempio, le eccessive ore lavorative rapportate alla scarsa retribuzione. C’è poi chi declina un’offerta perché la considera non idonea alla propria qualifica, tenendo anche presente i lunghi anni passati sui libri per specializzarsi in un determinato settore. Da considerare, come ultimo ma fondamentale punto, la piaga del “lavoro nero”, particolarmente diffuso nel meridione che, non a caso, detiene il primato di questa “specialità”.

Il lavoratore “in nero” agli occhi dello Stato è un “disoccupato”. Pertanto, contribuirà ad alterare sensibilmente il dato ufficiale sul tasso di occupazione nazionale.

MA IN ITALIA QUANTO VENGONO RICONOSCIUTI I TITOLI DI STUDIO?

L’Italia è un paese che ti sprona, ti spinge a perseguire i tuoi obiettivi e te li fa spesso raggiungere … sì, ma all’Estero. 

Fondamentalmente, per quanto i Paesi Esteri possano aprire “mondi” tutti da scoprire, sfido chiunque, messo nelle giuste condizioni per esprimersi, ad andare via dal nostro bellissimo Paese. 

Per chi ama l’Italia, la sua cultura, le origini e le abitudini, non è una scelta semplice decidere di abbandonarla. Più o meno è l’equivalente di tutti coloro che dal Sud Italia si trasferiscono al Nord alla ricerca di dignità, di gratificazione; ciò che molto spesso lì si trova.

Ma l’Italia, come la storia ci insegna, è sempre stato un Paese politicamente molto fragile. Visti i tempi, poi, all’orizzonte si prospettano ancora molte nubi e poca luce.

Il nostro è uno Stato che “risolve” il problema del lavoro nero introducendo il Reddito di cittadinanza, che taglia i fondi ai ricercatori, o che promuove campagne elettorali ridicole e scandalose, potremmo dire “da barzelletta”.

L’Italia ha tutte le qualità per emergere e primeggiare; le radici per piantare alberi forti e sani di certo non mancano. Latita la volontà di rendere il nostro Paese la “casa” del presente e del futuro. Abbiamo da troppi anni governatori e governanti miopi, infantili, pronti a dare “battaglia” solo in procinto delle votazioni in nome della “poltrona”. 

A noi giovani l’obbligo di focalizzarci sulle piccole “grandi” cose che alla lunga, se coltivate al meglio, daranno ottimi “frutti”. Nostra prerogativa è formare le nostre menti, studiare e informarci per poter vantarci un giorno di aver contribuito a rendere l’Italia un Paese realmente migliore.

Giusy Pannone

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