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Illustrazione di Ilaria Longobardi (dallamiap.arte)

Mi affanno
non so come fare per toccarti.
Guardami!
Davanti a te
non sono che una donna.

La vita fuori
o la penna
non mi salveranno da questa miseria.
E sono persino ridicola
nel pensarti
in ore impossibili.

“Stringilo bene l’amore
scrivici su.
Che a questo serve amare,
a comporre poesie”

Ma no, no
amare serve per uscire di casa
che se potessi
starei chiusa in una stanza.
Non aria
né viaggi
e nemmeno le parole.

È nell’attesa che la memoria perde
ricordo
non nell’azione.
E giro per la città
in cerca di un indizio,
di una storia che mi racconti
perché non sei con me
perché non mi dai aria.

Che sembra questo
il lamento di una cretina,
ma tu sei il disvelamento
di ogni mia finzione
ed ora che mi hai spogliato dell’impostura
come posso proteggimi da questa verità
che mi si infrange in volto
e mi fa zoppicare.

Martina Pellec

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