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Se ancora non avete sentito nessuna canzone di questa band dal nome curioso dovreste rimediare subito. Il nome deriva dall’unione di tre membri Eugenio Cesaro, Emanuele Via e Paolo Di Gioia, poco dopo si aggiunse un quarto elemento, Lorenzo Federici, che ha dato il nome al primo album.

Nascono come artisti di strada suonando in giro per Torino ma l’episodio che li rese famosi fu un live on the road su un treno Italo in ritardo di 6 ore sulla tratta Torino-Roma. Da quel momento la loro notorietà è cresciuta sempre più, e nel 2023 hanno festeggiato dieci anni di carriera.

L’impegno per l’ambiente degli Eugenio in Via Di Gioia

Uno dei temi ricorrenti delle loro canzoni è proprio la natura, la terra, insomma l’ambiente perché, come recita la canzone Terra, “stiamo bruciando e non è gelosia” e il clima di questo ottobre è un valido esempio di quello che sta succedendo al nostro pianeta.

Proprio il video della canzone appena citata racconta il gesto più plateale che questa band abbia mai fatto: hanno scritto a caratteri cubitali in Piazza San Carlo a Torino “Ti amo ancora”, dedica riferita appunto alla terra. Sono riusciti a mobilitare ragazzi e ragazze che hanno impiegato una notte intera, tra il 28 e il 29 marzo 2022, e più di 4.000 gessetti per realizzare l’opera. Questa dichiarazione rappresenta insieme un’ammissione di colpevolezza e la volontà di rimediare agli sbagli commessi cercando un futuro migliore.

La band non si limita a descrivere il fenomeno nelle canzoni ma portano avanti azioni concrete a favore dell’ambiente. Hanno trasformato la canzone Lettera al prossimo in una piattaforma digitale per una campagna di crowdfunding per la rigenerazione dell’area di Pavoneggio in Trentino, distrutta da una tempesta nel 2018. La campagna è stata lanciata nel 2019 e in soli dieci giorni hanno raggiunto l’obiettivo di 12mila euro. Nel 2020 hanno annunciato la piantagione di abeti rossi, con cui vengono costruiti i violini Stradivari per la risonanza del loro legno.

Canzoni riflessive ma con un tono leggero

Le loro canzoni hanno l’abilità di raccontare scenari catastrofici con leggerezza come nella canzone La punta dell’iceberg in cui dicono “Nel 2050 non esisteranno più le Maldive. Poco importa, andremo in Sardegna a festeggiare le vacanze estive. Sommersa l’Olanda, scomparsa Venezia, poco male questo mare così dolce senza sale che lo possiamo imbottigliare…” L’autoironia è il loro tratto distintivo, la musica così allegra stona con le parole che pronunciano ma forse è proprio questa la loro forza. I live sono una vera e propria esplosione di energia. Assistere all’esecuzione di Sette camicie rientra probabilmente nelle cose da fare almeno una volta nella vita, in cui Eugenio balla, canta e suona come farebbe il pazzo di cui parla la canzone.

Curiosità sugli Eugenio in Via Di Gioia

Gli Eugenio in Via Di Gioia sono stati inoltre gli autori della sigla dell’Eurovision che si è tenuto a Torino nel 2022. Tra ironia e cliché è diventata un vero e proprio tormentone ed è stata suonata perfino ai loro concerti. Tramite questa stessa canzone sono riusciti ad influenzare la più grande influencer d’Italia Chiara Ferragni invitandola a visitare i Musei Egizi di Torino con la frase “please Ferragni come to visit Musei Egizi because we want be famous like Uffizi”. Detengono inoltre il record per la minor permanenza al Festival di Sanremo, meno di 10 minuti, a cui parteciparono nel 2020 col brano Tsunami, vennero eliminati subito dopo la loro esibizione. Per la scritta “Ti amo ancora” in Piazza San Carlo hanno detto di aver vinto il Guinness World Record ma ad oggi non si sa se sia un riconoscimento vero o qualcosa di costruito dalla stessa band.

La Voce del Sud

Alessandra Cau

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