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Secondo una stima ufficiale delle Nazioni Unite, la popolazione mondiale ha raggiunto otto miliardi di abitanti, un dato non di certo irrilevante ma una importante pietra miliare nello sviluppo umano.

Ovviamente un numero maggiore di individui, che ha bisogno di soddisfare i propri bisogni, implica una maggiore richiesta di risorse naturali, di prodotti industriali e alimentari e, di conseguenza, un incremento esponenziale di inquinamento. Questa è una tesi che appare logicamente sensata ma che non tiene conto di una realtà più complessa. 

Gli ultimi dati del 2018 relativi alle emissioni di anidride carbonica, riportano che solo il Nord America e la Cina sono responsabili delle emissioni globali di CO2, luoghi in cui si concentra una maggiore ricchezza, in cui le aspettative di vita sono in aumento ma i livelli di crescita demografica sono in diminuzione; si vive di più ma si fanno meno figli.

Allo stesso tempo i paesi in cui c’è un aumento demografico, ovvero quelli meno sviluppati, sono responsabili solo del 10% delle emissioni di CO2 nell’atmosfera. Quello che viene fuori dai dati è che, se è vero che l’aumento demografico crea problemi all’ambiente, il suo impatto globale è molto minore di quello che spesso si ritiene.

Si supereranno gli otto miliardi?

La popolazione mondiale si distribuisce in maniera differente a seconda del paesi: nei paesi sviluppati, vi è un alto tasso di invecchiamento e un basso tasso di nascita. Al contrario, nei paesi in via di sviluppo, vi è un alto tasso di nascita e di fecondità, ma anche un alto tasso di mortalità, spesso infantile, per via delle malattia facilmente trasmissibili a causa di scarse condizioni igieniche e per una assente sanità.

La sovrappopolazione dei paesi poveri o in via di sviluppo è un problema ma di diritti: avere figli spesso non è una libera scelta ma è legata a mancanza di metodi di contraccezione, di istruzione, o alla necessità di avere braccia in più per lavorare.  

C’è da dire che la crescita demografica mondiale negli ultimi anni è in calo: se negli anni 60 la popolazione mondiale cresceva del 2,2% l’anno, oggi cresce dell’1% e il tasso è in costante diminuzione.

Le Nazioni Unite stimano che, se oggi, 2022, siamo a otto miliardi, nel 2050 la popolazione raggiungerà i 9,8 miliardi di persone e che poi si assisterà una diminuzione costante. Per fare in modo che il pianeta terra resti una casa accogliente per l’uomo è necessario cambiare i paradigmi su cui è fondato il nostro sistema economico, garantendo ai paesi del terzo mondo diritti e distribuendo in maniera equa la ricchezza.

Non rappresenta un problema una costante crescita mondiale, una sovrappopolazione, ma lo diventa nel momento in cui non si è in grado di rispettare l’ambiente che la ospita.

Alessia Pisarra

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