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Essere senzatetto oggi significa trovarsi in condizione di grave marginalità e povertà estrema, dove la povertà non ha solo un significato socio economico ma investe in toto la condizione esistenziale della persona. Questa povertà estrema si caratterizza in certe situazioni come ritiro dal mondo dei rapporti sociali, come impossibilità ad accedere ai percorsi tradizionali di aiuto garantiti dai servizi sociali e sanitari.

L’intervento per i senza dimora deve quindi poter accogliere la complessità della domanda per poter produrre risposte efficaci. Le azioni di aiuto alle persone che versano in condizioni così difficili devono essere orientate a metterle in grado di scegliere di nuovo, di considerare l’aiuto oltre che nel senso classico di fornitura di cibo, vestiario o sussidi anche come “fornitura” di elementi di consapevolezza e partecipazione alla propria vita e alla propria salute.

In Italia la percentuale di persone senzatetto per più di due anni è aumentata dal 27,4 al 41,1%. La condizione dei senzatetto non è riconducibile a cause univoche; è in genere legata ad accadimenti critici come la perdita del lavoro e dell’alloggio, rottura dei rapporti familiari, un divorzio, un lutto, un incidente, una migrazione forzata, la detenzione, difficoltà finanziarie.

Le tante associazioni che si occupano dell’aiuto dei senza dimora anche questo Natale consigliano di segnalare quando si vedono clochard in strada senza coperte o riparo, portare sacchi a pelo o l’equivalente in denaro alle associazioni e parlare, creare relazioni con le persone del quartiere o della città.

Una delle associazioni esemplari esistenti è la comunità di Sant’Egidio, ente nato a Roma alla fine degli anni Settanta, quando il numero dei poveri nelle strade della città era in rapido aumento. Alcuni episodi di intolleranza e di violenza suscitarono un movimento di riflessione e di iniziative concrete per contrastare la condizione di abbandono e di pericolo nella vita di questi poveri. Negli anni sono nate mense, centri di aiuto, case e luoghi di accoglienza notturna. In quasi tutti i luoghi dove c’è una Comunità di Sant’Egidio, la sera, per la strada, si distribuiscono pasti, coperte, come primo gesto di prossimità, da cui inizia l’amicizia.

La vicinanza fedele e amichevole a chi vive per strada allora è un’occasione preziosa di riscatto. A partire da essa è possibile trovare, con fantasia e creatività, le soluzioni per costruire assieme una vita più umana per tutti. Anche quest’anno, in occasione del Natale, la comunità ha espresso la sua vicinanza ai senza dimora che consiste in un pranzo e un regalo donato. Tutto ciò a testimonianza che se ognuno ci mettesse quel poco di suo, insieme si potrebbe fare tanto.

Giulia Ventarola

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