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illustrazione di Ilaria Longobardi (@dallamiap.arte)

San Gennaro è un napoletano, e si muove tra le vie e tra le vite del suo popolo, un po’ come Maradona, Pino Daniele, Totò e Troisi

Che sia leggenda o storia per i Napoletani non fa differenza: San Gennaro è San Gennaro, non esiste discussione. Un mito vecchio di cinquecento anni – sempre attuale – che rappresenta passato, presente e futuro. Il rapporto del popolo di Napoli con il Santo patrono, trascende la dimensione religiosa per flettersi verso quella terrena della quotidianità, una sorta di miracolo tra sacro e profano.

Ricordiamo il famoso sketch de La Smorfia nel quale Massimo Troisi Lello Arena chiedono consiglio a San Gennaro sulla scelta dei numeri sui quali puntare per l’estrazione del lotto;

Oppure le innumerevoli statuine portafortuna rappresentanti il Santo – alla pari dei cornetti rossi contro il malocchio – in vendita nel vicolo più famoso e pieno d’arte della città: San Gregorio Armeno;

O prendiamo come esempio l’enorme murales di Jorit in cui il volto del santo campeggia su un edificio del quartiere Forcella, come messo lì per protezione.

Ma chi era San Gennaro? Qual è la sua storia? 

Come accade per la vita di quasi ogni santo, anche quella di San Gennaro è avvolta nel mistero. E’ nato presumibilmente il 21 aprile del 272 d.C., durante il periodo buio delle persecuzioni cristiane. Ma c’è molta incertezza, invece, sul luogo che gli ha dato i natali: se idealmente la nascita di San Gennaro viene collocata a Napoli, molte fonti sono in realtà concordi nell’affermare che il santo sia nato a Benevento, dove poi portò avanti la sua attività apostolica e fu eletto vescovo. San Gennaro, fu ucciso con la decapitazione per volere di Diocleziano – dopo un periodo di dura prigionia a Sossio – e quindi venne considerato a pieno titolo un martire cristiano. Oggi, le sue ossa riposano a Napoli, all’interno della Cripta di San Gennaro, sotto l’altare maggiore del Duomo cittadino.

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Il culto del santo e il miracolo dello scioglimento del sangue

La venerazione di San Gennaro ha origini antichissime, che in base ad alcune fonti risale già al periodo del suo martirio ed è motivata dal grande seguito di cui aveva goduto in vita presso la popolazione.

Un aspetto centrale della venerazione è legato alle ampolle che, secondo la tradizione popolare, contengono il sangue raccolto da una donna di nome Eusebia durante il martirio. Tre volte l’anno (la prima domenica di maggio, il 19 settembre – data in cui si ricorda il martirio del santo – e il 16 dicembre) le ampolle conservate dietro l’altare della cappella del Tesoro di San Gennaro sono al centro di una solenne cerimonia religiosa. In queste occasioni lo scioglimento del sangue viene considerato un segno di buoni auspici, mentre la mancata liquefazione fa temere presagi negativi. Infatti il culto del santo è correlato alla protezione della città da eventi disastrosi, come nel caso dei terremoti o delle eruzioni del Vesuvio.

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CURIOSITA’,

7 cose che forse non conoscevi a proposito di San Gennaro

LO SAPEVI CHE?

1 ) La tradizione sul santo riporta che una parte delle sue reliquie, nel 831 d.C., arrivò persino in Germania. Ancora oggi, si crede che alcuni dei suoi resti siano custoditi a Reichenau, piccola città facente parte di un’isoletta nel lago di Costanza, al confine con l’Austria e la Svizzera. Qui viene tuttora celebrato il culto di San Gennaro.

2) Uno dei soprannomi di San Gennaro è “faccia ‘ngialluta”, cioè “faccia gialla”: il nome è dovuto al colore del busto rappresentante il volto del santo e realizzato in oro giallo.

3) Le catacombe di San Gennaro sono considerate tra le più belle e ricche, soprattutto a livello architettonico, tra le catacombe cristiane.

4) Il mito di San Gennaro ha attraversato i confini dell’Italia – anche grazie all’emigrazione di tanti Napoletani in tutti gli angoli del mondo- ed è diventato un culto internazionale. Ad esempio, fin dal 1926, anche nel quartiere italiano della città di New York si festeggia la festa di San Gennaro. Il 19 settembre a Little Italy arrivano migliaia di italoamericani da tutti gli angoli degli Stati Uniti, per celebrare il rito a distanza con una festa che dura molti giorni e prevede una processione per le strade del quartiere.

5) Il tesoro di San Gennaro, conservato nel Museo del Tesoro, in prossimità del Duomo, è più ricco persino della raccolta di gioielli della corona d’Inghilterra e del tesoro degli zar di Russia. E’ l’unico tesoro al mondo a non aver subito spoliazioni ed i cui pezzi non sono mai stati utilizzati per pagare debiti o per finanziare guerre.

6) Gennaro non è il nome del santo, bensì il suo cognome. “Gennaro” deriva infatti da “Ianuarius”, un appellativo che veniva dato a coloro che nascevano nel mese di Gennaio. Il nome vero di San Gennaro è probabilmente Procolo oppure Publio Fausto Gennario.

7) La Chiesa non ha mai riconosciuto la liquefazione del sangue come un miracolo, pur avendone approvato la venerazione popolare, e lo definisce un fenomeno prodigioso. Per la scienza si tratta di “tissotropia”. Un fenomeno che riguarda sostanze invenibili in natura allo stato solido ma, dopo una serie di movimenti, possono passare allo stato liquido: come la molisite, un minerale molto facile da trovare nell’area vesuviana, che probabilmente è alla base della composizione del “sangue” di San Gennaro.

E tu, credi al miracolo? Nel dubbio, San Gennà pienzace tu!

Loredana Zampano

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