Illustrazione di Ilaria Longobardi, in arte: dallamiap.arte
Riflettiamo un momento su questa parola: empatia.
La capacità di comprendere lo stato d’animo di un’altra persona e, aggiungerei, per i più sensibili, la capacità di farlo proprio.
L’essere empatico comporta a una maggiore consapevolezza della propria persona e del mondo che la circonda;
ciò comporta a una maggiore sensibilità, ma anche tanta tristezza e rassegnazione di fronte cose che il nostro essere sa ed è consapevole di non poter cambiare.
L’empatia è un dono, e ho impegnato qualche anno per convincermi di questo.
Sentirsi come “spugne” di fronte a situazioni e problemi che non ci riguardano direttamente ; possedere l’istinto di volere a tutti i costi cambiare realtà che purtroppo non ci appartengono,
o volere a tutti i costi liberare le persone da ogni problema o male che li affligge:
questo è solo un lato della medaglia.
L’altro lato della medaglia, l’altro significato che possiamo attribuire a questa parola è l’umanità che contraddistingue un essere empatico.
Un empatico sa cosa significa supportare una persona, farla sentire al proprio agio, non far pesare agli altri qualsiasi tipo di problema o difficoltà.
L’empatico è comprensivo. attento.
L’empatico soffre ma non vuole vedere soffrire.
Io credo che l’empatia sia non solo riuscire a capire l’altro; per me l’empatico è generoso, intelligente, sensibile e con un animo buono.
Si lascia travolgere da ciò che lo circonda ma sa rimanere in equilibrio, e per me è uno dei pregi più belli che un uomo possa avere.
Chiunque sia dotato di questa caratteristica impari ad abbracciarla e considerarla come la più grande virtù.
Un cuore comprensivo è tutto , e incontrarlo significa sentirsi in pace ; chi ha un cuore comprensivo può dire a se stesso “io ho asciugato una lacrima, ho scatenato un sorriso” , e questo , per me, rappresenta una sorta di rivoluzione.
Empatia è “vedere con gli occhi di un altro, ascoltare con le orecchie di un altro e sentire con il cuore di un altro”.
[A.Adler]
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