Categories:

La livornese Maria Sole Ferrieri Caputi è la prima donna arbitro a dirigere un match di campionato della nostra Serie A. La direzione di gara è stata valutata positivamente sia dai vertici arbitrali che dai tanti appassionati di calcio. Non mancano comunque pensieri discordanti e offese per il solo fatto di essere donna in un mondo considerato, a torto, da troppi esclusivamente maschile. Poco tempo fa si era raggiunto anche un importante traguardo come il riconoscimento del professionismo per le calciatrici italiane.

L’ESORDIO DEL PRIMO ARBITRO DONNA

La partita arbitrata da Maria Sole Ferrieri Caputi è stata quella tra il Sassuolo e la Salernitana al Mapei Stadium di Reggio Emilia lo scorso 2 ottobre. Il risultato ha visto i padroni di casa stravincere per 5-0. L’arbitro ha assegnato un calcio di rigore poi realizzato dalla squadra di casa. Decisa, autoritaria e vicina all’azione, la partita è stata gestita molto bene con soli due ammoniti e solo 18 falli fischiati. Il designatore arbitrale Rocchi le ha fatto i complimenti e ha affermato che la rivedremo presto sui campi della Serie A. Adesso per lei c’è la partecipazione come direttore di gara in India ad un torneo internazionale Under 17.

PRESSIONE SULL’ARBITRO                                                                

Rocchi ha anche dichiarato: “Parlando troppo dell’arbitraggio di Maria Sole Ferrieri Caputi si rischia di metterle addosso troppa pressione, che in questo momento non serve: ha fatto bene. Più ne parliamo, più non le facciamo del bene”. Infatti le tante notizie sulla gara si soffermavano più sulla figura dell’arbitro donna che sul suo operato. Un tentativo di protezione da parte della Federazione che può servire a preservare questa giovane. Molti commenti sui social purtroppo non si sono limitati a commentare la gara, ma solo su chi la dirigeva.

CHI È MARIA SOLE FERRIERI CAPUTI

Maria Sole ha 31 anni, di Livorno, laureata in Scienze Politiche e Relazioni internazionali all’Università di Pisa e in Sociologia all’Università di Firenze. Lavora alla Fondazione Adapt (Associazione per gli studi internazionali e comparati sul diritto del lavoro e sulle relazioni industriali) ed è ricercatrice presso l’Università di Bergamo. Entra nel mondo del calcio a 17 anni e dopo una lunga trafila è arrivata in Serie A. Il suo modello è la francese Stephanie Frappart, che arbitra anche in Champions League (massima competizione europea). Ma non è il primo arbitro donna della storia del nostro calcio: il primato appartiene a Maria Grazia Pinna nel lontano 1979.

INSULTI E SESSISMO: DALLA PROVINCIA AI GRANDI PALCOSCENICI

Che il percorso della Ferrieri Caputi non sia stato facile è cosa ben chiara a tutti. Il mondo arbitrale per chiunque dagli esordi vede esperienze sui campi di calcio che spesso sfociano nella violenza e nell’offesa gratuita, ancora di più se si è donne. Sono tanti i casi denunciati sui campi italiani, a tutti i livelli. A Rieti nel 2020 una sedicenne è stata insultata e apostrofata in ogni modo con “Vai a farti le unghie..”, “Vai a pettinare le bambole” nel campionato Giovanissimi davanti al padre. Lo scorso 27 febbraio di quest’anno una ventenne a La Spezia ha ricevuto “numerose frasi offensive e discriminatorie per motivo di sesso” da parte dell’allenatore e di “sostenitori, e calciatori non meglio identificati” ad una partita di under 14.

LE DIFFICOLTÀ DI MARIA SOLE

Anche Maria Sole in passato ne ha sentite di tutti i colori come ha dichiarato in una recente intervista: “Nei campionati provinciali ne ho sentite tante, poi da anni non succede più fortunatamente. Da “Tr…” a “Put…”, da “Vai a rigovernare” a “datti al pattinaggio artistico”, da “Non ci capisci di calcio” a “Hai un contatto facebook?” me ne sono capitate. Come reagivo? Mi faceva sorridere e basta. Una volta un calciatore mi fissava e gli ho detto che la palla era altrove… In passato più che la paura ricordo il dispiacere: un paio di allenatori, ai tempi degli Allievi, nei campi polverosi di Livorno al freddo delle sei di sera, hanno dato spettacoli impietosi. In campo in qualche modo posso ristabilire la giustizia con i provvedimenti, con tutto il contorno è più difficile. Culturalmente bisogna fare ancora molto.”

LASCIAMO MARIA SOLE ARBITRARE E FARE BENE IL SUO LAVORO

L’auspicio è che questo esordio sia solo la prima direzione di gara di questa giovane e che possa essere d’ispirazione per tante donne che mano questo sport. Si è analizzato troppo poco il risultato e si è parlato troppo della persona. Perché nel mondo del pallone alla fine quello che conta è cosa dice il campo, anche per l’arbitro. Il calcio è di tutti, per ogni credo, etnia, sesso, età, ma spesso e troppo facilmente ce ne dimentichiamo.

Mario Di Donato

No responses yet

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *