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Collage copertina originale e acquerello su carta di Ilaria Longobardi (@dallamiap.arte)

Nella storia della musica italiana, il 1° Marzo 2012 è una data triste: muore in Svizzera il grande Lucio Dalla.

Commemorato, ricordato e amato da sempre, il cantautore bolognese riceve manifestazione di affetto e di stima dai suoi fans appartenenti a generazioni diverse. Questo perché Lucio Dalla, anche a distanza di 11 anni dalla sua morte, mette d’accordo tutti coloro che condividono la sua stessa irrequietezza, la sua turbolenza, la sua sofferenza e il suo dolore; come se Dalla sapesse amare solo in maniera tragica e dolorosa. Agli occhi esperti degli amanti della letteratura pare ovvio che Lucio amasse il dolce stil Novo e i suoi grandi esponenti: Dante, Petrarca e Cavalcanti.

Ricordare Lucio Dalla in occasione della sua morte, ogni anno, è un dovere affinché non venga dimenticato un uomo ed un artista dall’immane sensibilità, affinché questa sensibilità sia a servizio di tutti.

Parlare della sua intera discografia è impossibile, scegliere un brano fra tanti è difficilissimo perché non si è mai sicuri della scelta affrontata.

Lucio Dalla ci insegna l’ironia nella sofferenza!

Uno sguardo particolare, però, è da dedicare ad un testo spettacolare: Quale allegria.

Questo brano è stato scritto da Dalla tra il 1976 e il 1977, rientra nel primo disco in cui Dalla scrive tutte le sue canzone. Si tratta del disco con cui compie il salto di qualità: da interprete ad autore.

Che poi, si sa, Dalla è tutto insieme.

Mosso da sofferenze personali dovute alla morte di sua mamma, Quale allegria rappresenta forse la canzone più bella del cantautore bolognese perché, come dice Pintor, il suo tessuto melodico e la sua sommessa melodia la rendono unica.

[…]

Quale allegria
Senza far finta di dormire
Con la tua guancia sulla mia
Saper invece che domani ciao come stai
Una pacca sulla spalla e via
Quale allegria

Senza allegria
A letto insieme senza pace
Senza più niente da inventare
Esser costretti a farsi anche del male
Per potersi con dolcezza perdonare
E continuare

Con allegria
Far finta che in fondo in tutto il mondo
C’è gente con gli stessi tuoi problemi
Per poi fondare un circolo serale
Per pazzi sprasolati e un poco scemi.

Dal patetico al sofferente, l’allegria è utilizzata e vissuta in maniera ironica. Chissà se un giorno, per un momento possa rivestire il suo vero significato: Allegria.

Isabella Cassetti

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