Categories:

Illustrazione di Ilaria Longobardi (@dallamiap.arte)

Essere persone con delle disabilità in una società non abituata a mettere in pratica una vera ed esaustiva inclusione significa vivere in un perenne stato di incertezza e frustrazione.

E’ davvero un paradosso, d’altronde la Costituzione Italiana non prevede l’uguaglianza fra i cittadini? Non richiede diritti al mantenimento e all’assistenza sociale adeguate alle esigenze di vita? Non riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità?

Eppure il diritto alle “pari opportunità” resta sempre limitato dai servizi in Italia, questa è la verità e quando si cerca di fare qualche passo in avanti, la paura del “diverso” fa fare due passi indietro.

Le disabilità sono tante, diverse e alcune sono ritenute quasi “invisibili” come la disabilità uditiva, non individuabile a occhio nudo. Ciò, però, non dovrebbe presupporre una assenza di supporto come spesso accade, al contrario, si dovrebbero adottare delle misure, degli strumenti, come la LIS, per aiutare coloro i quali ne hanno bisogno, in questo caso le persone sorde.

LIS a scuola e nella società

Ecco perché è opportuno iniziare a parlare di LIS (Lingua Italiana dei Segni). Per anni si è commesso l’errore di mettere in competizione ed antitesi la lingua parlata e la lingua dei segni. La LIS non “uccide la parola”, ma costituisce una modalità linguistica di complemento estremamente preziosa. La LIS è una tipologia di comunicazione che viaggia sul canale visivo, mentre la lingua parlata sfrutta il canale uditivo.

I sordi non possono essere fluenti spontaneamente nella lingua parlata quanto gli udenti, però i sordi possono essere fluenti nella lingua dei segni in modo naturale e spontaneo. Perché i gesti non dovrebbero avere la stessa valenza delle parole? Soprattutto, perché non andare incontro a quelle persone che hanno necessità di esprimere se stessi, sentendosi parte integrante della società? La LIS è una vera e propria lingua solo che sfrutta il canale visivo-gestuale e non è composta da morfemi ma da cheremi, unità più piccole in cui può essere scomposto un segno.

Lingua ufficiale

In Italia, dopo anni di proteste da parte della comunità sorda, la LIS è stata riconosciuta lingua ufficiale il 19 maggio del 2021; da qui nasce l’esigenza di introdurre l’insegnamento della LIS, non solo nelle scuole di specializzazione per gli insegnanti di sostegno, ma anche nelle scuole di ogni ordine e grado, con lo scopo di favorire una vera e propria inclusione della persona sorda segnante non solo nell’ambito scolastico ma anche nella vita quotidiana.

La regione Puglia è stata la prima a presentare un progetto pilota che punta all’inclusione sociale: in Puglia, infatti, la Lingua dei segni sarà insegnata in tutte le scuole secondarie di primo grado. È stato dimostrato che insegnare la LIS a scuola comporta numerosi vantaggi: rinforza nel bambino i processi di percezione e memoria visiva; impone di mantenere il contatto oculare; favorisce la capacità di concentrazione; lo rende più propenso all’ascolto attivo. Questo è un piccolo e primo passo verso una inclusione di cui non si dovrebbe neanche parlare, dovrebbe essere un processo naturale, ma se serve per sensibilizzare, che si aprano le danze ai dibattiti e confronti costruttivi.

Alessia Pisarra

No responses yet

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *