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Nonostante il suo debutto nel mondo dello spettacolo, il viso di Maria Chiara Giannetta non apparse subito familiare. Non ancora. 

La quarta serata del Festival di Sanremo è stata, senza ombra di dubbio, una delle più belle e di gusto, un gusto che sapeva di passato. Ma non è questo l’unico motivo per cui all’attrice in questione le viene riconosciuta una marcia in più. Tra un’esibizione e l’altra c’è stata un’ondata di spontaneità  grazie agli interventi della co-conduttrice scelta da Amadeus.

La performance umoristica con Maurizio Lastrico ha lasciato un pizzico di consapevole malinconia, uno sguardo alle spalle, per ricordare lo spessore della storia della musica italiana. 

In un secondo momento, raccontando “Blanca”, la Giannetta ha affrontato una delle tematiche più che delicate descrivendo l’esperienza di una ragazza cieca la quale cerca di inseguire i propri sogni, senza sforzarsi di mistificare l’amarezza provocata dalla sua condizione: è facile cadere. Maria Chiara chiama “guardiani”, (coloro che guardano, proteggono) , i suoi compagni non vedenti, attribuendo ad ognuno di loro delle qualità da apprendere, ma non solo.  Con questo gioco di parole, che quasi appare un controsenso, spiega le sfumature del significato dell’andar oltre

“E’ bello andare oltre ciò che si vede e oltre i pregiudizi. Quello che non conosciamo è la ricchezza infinita che ci rende umani”.

Ciò, nella nostra frenetica quotidianità risulta quasi inaccessibile, tanto che Maria Chiara riesce a comprenderlo solo e soltanto immedesimandosi nella vita di una non vedente.

E’ stato un intervento speciale che, agli gli amanti della letteratura ha riportato in mente le parole “l’essenziale è invisibile agli occhi” del Piccolo Principe; un’espressione così semplice ma allo stesso tempo profonda e quasi impossibile da afferrare, come la conoscenza.

La sua bravura è stata riflesso di tutto ciò,  presentato con la dose giusta di leggerezza e freschezza.  Allora si è capito che in lei qualcosa di familiare c’era. E’ stato un orgoglio sapere che Maria Chiara è di origini pugliesi; l’attrice, infatti, è nata a Foggia nel 1992. Questo è diventato un dettaglio fondamentale per capire la sua personalità, che in effetti non è parsa così diversa dalla nostra. 

A 11 anni inizia a fare i primi spettacoli teatrali e a frequentare laboratori teatrali. Comincia a studiare recitazione al Teatro dei Limoni di Foggia e all’età di 19 anni entra al Centro sperimentale di cinematografia di Roma.  Parallelamente alla sua passione,  si laurea in Lettere presso L’università degli studi di Foggia. S’impegna in vari spettacoli teatrali (come “Girotondo e Il gatto con gli stivali”, “I racconti di Silente”). Nel 2014 ottiene un piccolo ruolo nella nona stagione della serie “Don Matteo”. Successivamente è nel cast della miniserie “Baciato dal Sole” e compare nel secondo nella prima stagione della serie “L’Allieva”. Con “la ragazza del mondo” esordisce al cinema e l’anno dopo è impegnata nella nelle serie “Un passo dal cielo” e “Che Dio ci aiuti”. La svolta avviene nel 2018, quando, a partire dall’undicesima stagione di “Don Matteo“, viene scelta per interpretare il capitano dei Carabinieri Anna Olivieri, ruolo per la prima volta nella fiction assegnato a una donna.

E’ stato inevitabile  immedesimarsi nel suo percorso, da cui ne emerge l’evoluzione. Perchè la cultura dello spettacolo, nonostante abbia rappresentato spesso un’ambizione, allo stesso modo è stata obiettivo difficile da raggiungere per talenti nati in piccole realtà, che inevitabilmente appaiono come un limite. Maria Chiara è stata una di quelle combattenti che sforano i margini. Probabilmente, condividendo le sue sue stesse radici, sono consapevole di quanto sia stato lontano il suo punto di partenza rispetto al suo traguardo e probabilmente è stato stimolante sapere che l’abbia raggiunto. 

Claudia Coccia

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