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In Italia non c’è lavoro“. Molte volte si sente pronunciare questa frase che però, nella realtà, viene sempre più smentita.

Solo pochi giorni fa, più precisamente il 2 marzo, l’ISTAT ha pubblicato i dati relativi al lavoro nel nostro Paese. I numeri, riferiti al mese di gennaio 2023, parlano chiaro: crescono gli occupati.

Come indicato infatti dall’Istituto nazionale di statistica, già nel primo mese del nuovo anno i lavoratori sono aumentati di oltre 23 milioni. Rispetto al principio del 2022, inoltre, la crescita ha interessato dipendenti a tempo indeterminato ed autonomi. Tradotto, significa che nel Bel Paese oggi operano 459 mila persone in più. Un bel passo in avanti che testimonia la ripresa quasi totale post – pandemia.

Ma vediamo nel dettaglio le buone nuove emerse dalla relazione dell’ISTAT.

Lavoro in Italia, una crescita omogenea…

A ben vedere i dati, la curva è positiva per tutte le fasce d’età (questa è la novità più rilevante). Inoltre il rialzo coinvolge sia gli uomini che le donne, testimoniando una sempre più marcata parità, almeno da questo punto di vista.

Altra sostanziale novità è la diminuzione dei lavoratori con contratto a tempo determinato (circa 50 mila in meno). Quest’ultimo, nei decenni passati, rappresentava una sorta di salvagente di cui ora, in molti casi, si può anche fare a meno.

…con qualche controindicazione?

Indagando più a fondo, magari qualcuno riscontrerà delle falle in questa visione idilliaca. Si può portare all’attenzione, ad esempio, l’aumento del tasso di disoccupazione salito al 7,9% a gennaio 2023 con un picco del 22,9% per la fascia giovanile.

Paradossalmente, anche questo dato ha un risvolto positivo. Se i disoccupati crescono, significa anche che più persone cercano un’occupazione, sconfessando dunque il credo di rassegnazione diffuso nella cultura popolare.

Ad avallare questa tesi è il dato specifico sui Neet (coloro i quali né studiano e né lavorano). Gli inattivi sono infatti in calo del 3,7%. Un’inversione di rotta evidente rispetto agli anni passati quando le fila dei “nullafacenti” erano sempre più nutrite. Nello specifico, 478 mila persone si sono date più gergalmente una mossa, decidendo di cercare un lavoro oppure di riprendere gli studi.

Una visione di futuro

Cosa significa tutto questo? Che certamente immaginare un futuro per l’Italia è un esercizio meno complicato che in passato. Ciò conferma anche che è sempre consigliabile agire invece di piangersi addosso perché la vera massima da diffondere recita più o meno questo: “Il domani inizia oggi.

Felice lunedì!

Felice Marcantonio

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