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Il 18 febbraio, nelle vie centrali di Firenze, ha avuto luogo l’aggressione politica fra ragazzi esponenti di partiti contrapposti. Un gruppo formato da sei ragazzi fra i 16 e i 20 anni si è recato davanti ai cancelli del liceo Michelangiolo di Firenze per distribuire volantini allo scopo di sponsorizzare il loro partito d’appartenenza, ovvero “Azione studentesca”.

Cosa è successo prima dell’aggressione politica a scuola?

I ragazzi hanno trovato la disapprovazione di alcuni studenti del liceo Michelangiolo che sono invece legati alle idee di sinistra. L’aggressione politica che ne è derivata ha trovato motivo nella richiesta, da parte degli studenti del Michelangiolo, di gettare i volantini di Azione Studentesca e di allontanarsi dei cancelli della scuola.

Gli studenti del Liceo, tra cui anche alcuni maggiorenni, durante il colloquio in questura hanno spiegato che la richiesta di gettare i volantini è stata fatta perché non era la prima volta che i ragazzi di “Azione studentesca” si recavano nella loro scuola.

Pare dunque che il tutto fosse finalizzato per uno scontro premeditato.

Le diverse reazioni all’aggressione politica: la lettera della preside.

L’evento sgradevole, oramai virale in rete anche grazie ad un video, ha avuto fine tramite l’intervento di una professoressa e poi, solo successivamente, della polizia.

Sebbene l’evento rappresenti un episodio disdicevole di per sé, ad aggravare la situazione sono state le parole del Ministro Valditara a seguito di una lettera pubblicata dalla Preside del liceo scientifico Leonardo Da Vinci, Annalisa Savino. La lettera ha colpito i cuori di tutti coloro che fanno parte del mondo scolastico, dagli studenti stessi fino a tutto il corpo docenti e non solo della scuola in questione.

“ Cari studenti […] Il fascismo in Italia non è nato con le grandi adunate da migliaia di persone. È nato ai bordi di un marciapiede qualunque, con la vittima di un pestaggio per motivi politici che è stata lasciata a sé stessa da passanti indifferenti. ‘Odio gli indifferenti’ – diceva un grande italiano, Antonio Gramsci, che i fascisti chiusero in un carcere fino alla morte, impauriti come conigli dalla forza delle sue idee. “

Le diverse reazioni: le parole di Valditara.

Parole che sono state commentate in diretta tv dal Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara. Il Ministro ha, così, affermato:

“È una lettera del tutto impropria, mi è dispiaciuto leggerla. Non compete ad una preside lanciare messaggi di questo tipo e il contenuto non ha nulla a che vedere con la realtà: in Italia non c’è alcuna deriva violenta e autoritaria, non c’è alcun pericolo fascista, difendere le frontiere non ha nulla a che vedere con il nazismo o con il nazismo. Sono iniziative strumentali che esprimono una politicizzazione che auspico che non abbia più posto nelle scuole; se l’atteggiamento dovesse persistere vedremo se sarà necessario prendere misure”. 

Come accaduto già precedentemente per altre dichiarazioni, ancora una volta le parole del Ministro lasciano interdetti. Sono infatti seguite numerose polemiche a riguardo anche nel mondo politico. La neo eletta segretaria del PD, Elly Schlein, ha infatti definito tali affermazioni “Inaccettabili”.

Quello che noi ci chiediamo, a questo punto è perché parlare di “eventuali misure”? Perché il Ministro si è espresso duramente sulle parole delle Preside e non sull’aggressione? Perché tutti si aspettavano una considerazione piuttosto rigida sull’accaduto? E perché non è arrivato?

Non è necessario rispondere a queste domande una per volta, ma risulta chiaro che il Ministro non abbia posizioni coerenti e opportune.

Isabella Cassetti

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