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È boom di critiche e apprezzamenti per la nuova campagna pubblicitaria, volta a valorizzare l’Italia nel mondo, costata ben 9 milioni di euro

La Venere di Botticelli, simbolo indiscusso di uno dei periodi artistici più importanti e fiorenti della cultura italiana, viene rappresentata come un’influencer dei giorni nostri. La Venere, intenta a mostrare il “Bello” tipico italiano, non è stata apprezzata all’unisono, infatti molti hanno ritenuto banale l’iniziativa.

In bici di fronte al Colosseo, seduta a mangiare una pizza napoletana sul lago di Como o pronta a scattarsi un selfie a Piazza San Marco, la Venere non fa altro che cadere nei più tradizionali cliché italiani che non ci rappresentano affatto e nemmeno ci valorizzano.

Oltre a snaturare l’opera in sé, “photoshoppandola” in maniera innaturale e vestendola come una Barbie, anche l’utilizzo del messaggio principale “Open to meraviglia” non è affatto chiaro.

Le critiche

Il sottosegretario alla Cultura, Vittorio Sgarbi ha chiaramente mostrato il suo estremo disappunto: “Giacché la Venere è nuda sarebbe stato meglio vederla così, senza bisogno di travestirla in quel modo: è una roba da Ferragni. Sul piano della lingua, la contraddizione è invece loro: Open to meraviglia? Che roba è? Che lingua è?”, ha detto.

Anche il sindaco di Firenze Dario Nardella non è riuscito a non mostrare il suo completo disaccordo. Ha sottolineato come tutto ciò non fa altro che banalizzare l’Italia e ridicolizzare le nostre opere d’arte.

Un’altra critica molto pesante è stata quella espressa da Selvaggia Lucarelli. Ha infatti evidenziato come nel video promozionale “Open to meraviglia” per promuovere il turismo in Italia, la scena della cantina in cui la Venere brinda con un gruppo di amici è girata in Slovenia. “Ho trovato il video su Artgrid, una piattaforma straniera che cede video e immagini con un semplice abbonamento per 600 euro l’anno. Il regista è tal Hans Peter Scheep, olandese. Insomma, cantina slovena, piattaforma straniera, regista olandese. Manca solo il claim: “la cosa più bella dell’Italia? Il treno per Lubiana!”.

L’idea dell’agenzia Armando Testa

Armando Testa, l’agenzia che ha curato la campagna pubblicitaria ha creato un’icona da “boomer” cercando di attirare le generazioni future, ma con poco successo. La Venere, dà le spalle a tutte le bellezze italiane, sinonimo di un classico turismo “mordi e fuggi” purtroppo tipico di molte grandi città. Questo mostra un approccio nei confronti delle città d’arte completamente disinteressato a storia e contesto.
Dei 9 milioni di euro spesi, la metà verrà utilizzata sugli hub aeroportuali internazionali, con il video promozionale che sarà diffuso sui voli Ita Airways e nelle stazioni ferroviarie europee. Circa 4 milioni verranno utilizzati per l’ecosistema digitale internazionale con campagne crossmediali internazionali, sempre al fine di sviluppare traffico sul portale italia.it.

Gli apprezzamenti

Se dunque per molti questa campagna pubblicitaria è stata un vero e proprio esempio di “trash” italiano, altri invece l’hanno apprezzata abbastanza. Era da parecchio tempo che l’Italia non faceva parlare di sé e nel bene o nel male e pur sempre qualcosa di positivo.
“Serve per vendere la nostra Nazione e le nostre eccellenze, in un modo inedito, mai fatto in Italia prima d’ora. Noi dobbiamo saper vendere l’Italia. La Venere del Botticelli, allora, simbolo della rinascita e della primavera che fiorisce dopo il rigido inverno pandemico, è la testimonial d’eccezione che ci prende per mano e ci accompagnerà lungo questo percorso”, ha dichiarato il Ministro del Turismo, Daniela Santanchè.

Paola La Vina

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