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10 agosto 1996 – la piccola Angela, di soli tre anni, è in gita con la sua famiglia al Monte Faito. Si recano lì tutte le estati con la Comunità Evangelica di Vico Equense. Poco dopo le 13, il padre Catello si accorge che la figlia non è più lì intorno a giocare. La piccola è scomparsa e non se ne hanno tracce da circa 28 anni.

Il caso

Nasce l’11 giugno 1993, Angela Celentano scomparsa all’età di tre anni il 10 agosto 1996.

Partecipa con i suoi genitori, Catello e Maria, ed altre persone, alla gita annuale al Monte Faito che la Comunità Evangelica di Vico Equense (Napoli) è solita fare ogni estate. Sono tutti insieme per un picnic.

È ora di pranzo, il padre Catello si accorge che Angela non è più nei paraggi a giocare. Subito scatta l’allarme e si mobilitano amici e parenti. Il Monte Faito è passato al setaccio, così come le villette e le case della zona, ma senza risultati. Per quattro giorni e quattro notti vengono impiegati tutti i mezzi allora disponibili ma della piccola non si ha nessuna traccia da allora.

Ventotto anni di misteri, false piste, ricerche senza sbocchi concreti.

Le testimonianze

Gli ultimi a vederla sono stati due bambini con cui Angela è scesa lungo un sentiero ma le loro testimonianze sembrano non combaciare.

Uno è Renato, ha 11 anni e racconta di essere sceso poco prima per il sentiero che porta al parcheggio, per posare in macchina il suo pallone. Ha pregato Angela di non seguirlo, ma la bambina non si è lasciata convincere. A metà discesa il sentiero si incrocia con un altro: qui Renato ha ripetuto ad Angela di tornare indietro dalla mamma, poi ha continuato da solo la sua discesa. Lasciata la palla in macchina è tornato verso il resto della comunità senza incontrare nessuno.

Durante le indagini, si scopre che in realtà l’ultimo ad aver visto Angela sarebbe stato un altro bambino di nome Luca, 12 anni, che raccontò di aver detto all’amichetto di riportare la bambina alla madre, offrendosi lui stesso di farlo. Renato non lo avrebbe ascoltato e sarebbe sceso con Angela verso un parcheggio, poi la piccola sarebbe sparita.

I bambini sono poi stati interrogati e messi a confronto, ma le loro versioni sono rimaste sempre contrastanti.

Le piste

Nei giorni successivi, mentre i genitori non abbandonano mai il luogo della scomparsa, intervengono anche i Carabinieri, la Guardia di Finanza, la Polizia, l’Esercito, unità cinofile ed elicotteri, sotto la direzione della Prefettura di Napoli.

Tutti si convincono che Angela non può trovarsi più in quella zona.

Sono state considerate le ipotesi più comuni. Ma gli inquirenti si sono concentrati sulle testimonianze rese nei giorni della scomparsa. E ne sono state tante, quasi tutte anonime.

Compresa una strana telefonata arrivata a casa di Angela nove giorni dopo la scomparsa, il 19 agosto: dall’altra parte della cornetta si sente solo un pianto disperato di una bambina. Nessuna richiesta, nessuna domanda.

Ancora, un misterioso testimone suggerisce di cercare la spiegazione della sparizione all’interno della Comunità Evangelica stessa.

La madre di Angela, Maria, aveva dichiarato ai Carabinieri che, la sera prima della gita, aveva sentito una cugina di Angela adolescente pronunciare: “E se domani si pigliano Angela nel bosco?”. La ragazza aveva poi spiegato che stava raccontando una favola. La tredicenne viene sentita da un’equipe di psicologi che stabilisce che la ragazza avrebbe semplicemente ripetuto, candidamente, qualcosa che aveva ascoltato da persone adulte.

La ragazza – riascoltata nel 2017 – ha poi ridimensionato la storia, dichiarando di aver semplicemente raccontato alla piccola Angela la favola di Cappuccetto Rosso che si perde nel bosco, mettendo come protagonista della storia la cuginetta.

Intanto, un altro testimone dichiara ai carabinieri che quel 10 agosto, intorno alle ore 13, mentre era diretto verso Vico Equense, avrebbe urtato di striscio una Lancia Prisma di colore oro metallizzato a velocità sostenuta, e a guidarla sarebbe stato un uomo con il codino. Uno dei due ragazzini che per ultimi avevano visto Angela aveva detto ai Carabinieri di aver visto due uomini, portare via Angela su un’auto guidata da un uomo con il codino.

La pista turca e messicana

Nel 2009 prende piede la “pista turca”.

Una donna, Vincenza Trentinella, raccontò di aver raccolto alcune informazioni da parte di un prelato, don Augusto, che a sua volta aveva ricevuto delle confidenze relative alla scomparsa della bambina. Angela viveva sull’isolotto di Buyukada con una persona che credeva essere suo padre.

I magistrati italiani si recarono in Turchia, per lo svolgimento della rogatoria internazionale, e interrogarono l’uomo, un veterinario, rivelatosi il vero padre della bambina.

La segnalazione più attendibile sembra arrivare nel 2010, quando mamma Maria e papà Catello vengono contattati dal Messico: si parla di una ragazza messicana, Celeste Ruiz. Si scopre, in realtà, che un truffatore aveva rubato la foto di una donna del tutto estranea ai fatti, spacciandola per Angela. Un’altra falsa pista. Altro tempo perso.

Non si smette di cercare

La famiglia Celentano si dice certa che la piccola sia stata portata via da qualcuno e che sia stata ceduta o venduta per un’adozione illegale. I genitori della bimba non hanno mai smesso di sperare. Nemmeno ora.

La Manisco World, che coadiuva la famiglia nelle ricerche coordinate dall’avvocato Ferrandino, ha realizzato e diffuso un aggiornamento con la tecnica dell’age-progression dell’immagine di Angela.

Ogni singolo anno – dicono Catello e Maria Celentano – acquistiamo per nostra figlia un regalo da custodire in un armadio nella sua cameretta nella speranza che vengano un giorno scartati quando Angela finalmente varcherà la porta di casa“.

Chiara Vitone

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