La magia di una fine, l’incertezza di un nuovo inizio.
Oltre mezzo milione di studenti italiani, fra una settimana, sarà chiamato ad affrontare il primo vero esame: la maturità 2022. Strano appellativo questo, come se discutendo una tesina su D’Annunzio o sul pessimismo leopardiano si possa diventare, di colpo, saggi e capaci di prendere decisioni importanti per la nostra vita. Eppure, lì per lì, lo si crede possibile. Infatti, anche Ligabue canta “forse a 18 anni credi di saper già tutto”. Ma la realtà è un’altra, la realtà è che si è talmente ingenui da pensare come e cosa voler fare dopo aver girato le spalle a quel mondo che da sempre accoglie, rimprovera, ama e striglia tutti noi.
Maturità 2022: quante sono le prove da affrontare?
L’esame di maturità è sempre stato molto temuto non solo perché rappresenta il vero e primo ostacolo da superare, ma soprattutto perché consiste in una mole infinita di capitoli da ripetere, di pagine da sfogliare e di lacrime da versare. Finalmente dopo due anni l’esame di Stato torna ad essere articolato in una maniera simile a quella dell’epoca pre-covid. Infatti, negli ultimi due anni i maturandi hanno dovuto sostenere solo la prova orale, evitando le tre prove scritte.
Quest’anno, a partire dal 22 Giugno, i maturandi saranno chiamati a sostenere due prove scritte: la prima prova, quella di italiano, la seconda, quella specifica per ogni indirizzo. Ed ecco, allora, il via per il tototema: quale autore uscirà? Sarà un poeta? La guerra in Ucraina potrebbe essere una probabile traccia? Dante o D’Annunzio? L’anniversario delle Torri Gemelle o la lotta alla mafia?
Se la prima prova arriverà direttamente dal Ministero, la seconda, invece, sarà stipulata dalla scuola. Si tratta di una decisione presa dal Ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, al fine di andar incontro ai ragazzi che, ancora una volta, hanno dovuto affrontare un anno scolastico in piena pandemia. Dunque, ogni scuola preparerà tre tracce in base al programma svolto durante l’anno, una di queste verrà sorteggiata e costituirà la prova su cui dovranno cimentarsi i maturandi.
La terza prova consisterà nell’orale, che presenta una notevole novità: l’abolizione della tesina. L’esame orale della Maturità 2022 inizierà con la somministrazione al candidato di un’immagine, di un brano, di un problema o di un progetto di cui il candidato dovrà fornire un’attenta valutazione critica dimostrando di saper affrontare un discorso in chiave interdisciplinare. Il voto è sempre espresso in centesimi, ma a cambiare è l’attribuzione dei punti delle prove. La prima prova vale 15, la seconda 10 e l’orale 25. I restanti 50 punti sono rappresentati dai crediti formativi che gli studenti hanno accumulato nel corso degli ultimi tre anni di scuola. Solo chi raggiunge i 50 crediti formativi potrà arrivare al voto più alto: il tanto agognato 100.
Maturità… e poi?
Ma si sa che “100 non fa cultura e 60 non fa paura”, ed è proprio vero.
Molti ragazzi, una volta usciti dalle superiori con un voto mediocre, non pensavano di poter raggiungere determinati obiettivi nella vita: una laurea, un importante posto di lavoro, una situazione lavorativa soddisfacente al di là del ruolo ricoperto. Molti ragazzi diplomati con il minimo si sono laureati con la lode; studenti diplomati col massimo voto o non si sono laureati oppure hanno deciso di non intraprendere il percorso universitario.
Quando si esce dall’aula dopo aver sostenuto l’orale, si è colti da un senso di impotenza misto ad euforia. Quando si legge il proprio nome con accanto il voto, allora si pensa che quel giudizio peserà per sempre. Eppure bisogna andare avanti, bisogna intraprendere la propria strada e non esistono strade giuste, bivi sbagliati, incroci maledetti… esiste la consapevolezza di sé, esistono le passioni, le ambizioni, esistono i sogni e la voglia di fare. Ma esistono anche i dubbi, i ripensamenti, l’incertezza e l’instabilità di non sapere se ci si conosce abbastanza.
Dopo la maturità, dopo la lettura del voto, nulla sarà come prima; forse si sbaglierà strada, forse si intraprenderà l’incrocio sbagliato ma, prima o poi, si troverà la strada maestra. Basta soltanto ascoltarsi, comprendersi, sguazzare nei conflitti interiori fino a risolverli, fino a capire che si deve fare solo quello che si ha voglia di fare, senza accontentare chi immagina un altro tipo di futuro.
Forse per questo si chiama “esame di maturità“, perché quello che verrà dopo dovrà essere affrontato con la saggezza e la maturità tipica dei 18 anni, ossia quel miscuglio di ambizioni, paure, coraggio ed ingenuità.
Isabella Cassetti
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