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La Criminalità Organizzata si evolve e approda sugli smartphone: sempre più contenuti che inneggiano alla “malavita” e celebrazioni di delinquenti, in ogni parte d’Italia. La propaganda malavitosa oggi passa anche attraverso i social network.

La Criminalità Organizzata: l’intimidazione si fa social. Che la tecnologia fosse un’arma a doppio taglio lo si sapeva da anni. Ma quello che sta accadendo ultimamente fa decisamente rabbrividire. Sempre più spesso tra i video che popolano le piattaforme social, quali ad esempio TikTok, possiamo imbatterci in contenuti abbastanza discutibili che vedono l’esaltazione di una vita criminale. Che sia una canzone, un videoclip di pochi secondi o una foto, al centro di tutto c’è l’ostentazione di armi, droga, denaro e lusso ingiustificato.

Tutto ciò, piuttosto che essere lesivo per la criminalità organizzata, che si trova sotto i riflettori e l’attenzione delle Istituzioni, sta producendo l’effetto contrario. Il tutto sta aumentando il consenso, sta proliferando e penetrando sempre di più nel mondo soprattutto dei giovani.

“Un tempo i camorristi cercavano di farsi accettare dalla popolazione, tenendo nascoste le attività criminali. Oggi la ricchezza che viene dal crimine deve essere ostentata e il canale preferito dei giovani camorristi è TikTok. Ci sono i TikTok celebrativi in cui si ostentano Ferrari sotto la Torre Eiffel, altri dedicati ai boss detenuti al 41-bis e, altri ancora, alle commemorazioni celebrative per i morti ammazzati. Con questo metodo, la Camorra ha ovviato al divieto dei funerali pubblici. Infatti, oggi i funerali dei boss si fanno su Tik Tok” dice il giornalista de Il Mattino Luigi Sabino.

UN FENOMENO DI TUTTE LE MAFIE

Non è solo la Camorra però al centro di questa celebrazione. Qualsiasi organizzazione criminale tende a mostrarsi sempre di più, inneggiando alle altre in una sorta di competizione, ma anche in segno di solidarietà, basata sulla stessa scelta di una vita fatta di crimini e violenze. Dai Casamonica a Roma alla mafia foggiana, passando anche alla celebrazione delle figure del passato. Richiami alla mafia italo-americana e addirittura ai Corleonesi.

Si pensi ad esempio alla visita dei due pregiudicati foggiani che hanno portato il loro bambino a Corleone sulle tombe di Riina e Provenzano. Foto e video virali che hanno suscitato sdegno, specie per le affermazioni quali: “Grande uomo” e “omaggio a questa grandissima persona“.

CRIMINALITÀ ORGANIZZATA E LA FORZA DELLA MUSICA

Il mondo criminale ha sempre visto nella musica un importantissimo canale di diffusione. Il mondo soprattutto neomelodico è pieno di testi che inneggiano alla scelta di una vita fatta di delinquenza e di onore e di sangue. E più si va avanti e più questi suoni sconfinano territori e arrivano al grande pubblico nazionale. Il caso più eclatante è sicuramente quello di Niko Pandetta, “artista” molto noto, che ha cominciato la sua carriera dedicando una canzone allo zio Salvatore Turi Cappello, boss catanese condannato al 41bis. “Zio Turi io ti ringrazio ancora per tutto quello che fai per me, sei stato tu la scuola di vita che mi ha insegnato a vivere con onore per colpa di questi pentiti sei chiuso là dentro al 41 bis” è un pezzo del testo. Ancora oggi i suoi testi inneggiano alla violenza, alle armi e alla droga, sbeffeggiando le forze di polizia e le istituzioni.

TIKTOK: LA PIATTAFORMA PREFERITA

Sull’esempio di Pandetta ogni giorno che passa aumentano cantanti del genere e i loro testi e musiche finiscono sui video social come su TikTok. Si possono trovare contenuti che glorificano addirittura Raffaele Cutolo e anche al da poco scomparso Cosimo Di Lauro, boss dell’Alleanza di Secondigliano.

Questa esaltazione crea personaggi lontani dalla verità dei fatti, che vengono scambiati per eroi e giustificati per le loro azioni in funzione di un codice altamente etico da osservare.

CRIMINALITÀ ORGANIZZATA E INTIMIDAZIONI SOCIAL

L’affermazione della supremazia criminale manifestata e vantata sui social ormai è un’attività quasi ordinaria: ostentazione e intimidazione non sono solo più nella vita reale.

Ultimo caso è quello del quartiere di Pianura a Napoli, dove i protagonisti di una faida di Camorra se le sono promesse con video diventati virali in poche ore: si fanno nomi e cognomi, minacce di morte, rivendicazioni e celebrazioni della propria prepotenza. Fortunatamente, anche grazie a questo clamoroso autogoal da parte di questi camorristi social, la Polizia di Stato ha eseguito diverse ordinanze di custodia cautelare emesse nei confronti delle parti in causa, i Calone-Esposito-Marsicano e i Carrillo-Perfetto.

CONTROLLI SULLE PIATTAFORME INESISTENTI

Quello che però desta maggior scandalo è che queste piattaforme social, TikTok in primis, non siano in grado di filtrare certi contenuti ed evitare la loro pubblicazione e diffusione.

Quasi a nulla, infatti, servono le segnalazioni di vari utenti sconcertati. Per questi colossi dell’intrattenimento la malavita non merita nessuna forma di censura.

Carmela Fusco

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