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Bando alle ciance: tutti noi siamo ben consapevoli che i film in costume hanno una chance in più con il pubblico .

Saranno le storie cappa e spada, saranno i pizzi o magari qualche reminiscenza targata Lady Oscar che richiama la nostra infanzia, tutti – ma proprio tutti – proviamo un certo interesse per quelle pellicole che riescono a trasportarci in salotti lontani, tra lustrini, nastri e intrighi di palazzo.

Ed è stato così anche per la nuova pellicola Jeanne du Barry – La favorita del re che ha aperto lo scorso Festival del Cinema di Cannes.

Il tanto atteso ritorno sulle scene di Depp

Ma non è solo per i motivi sopraelencati che il pubblico attendeva con ansia l’uscita della pellicola, ma anche – non ce ne voglia la regista! – per festeggiare il ritorno dietro la macchina da presa del loro beniamino Johnny Depp, uscito illeso dal processo tenutosi lo scorso anno contro l’ex moglie Amber Heard.

E noi non possiamo che lodarlo questo Depp, che si discosta totalmente dai panni buffi del tanto famigerato pirata che lo ha reso famoso, regalandoci un’interpretazione vera e umana di un Luigi XV non privo di difetti, ma che riusciamo alla fine a perdonare proprio perché in lui intravediamo un personaggio umano, con molti pregi sì, ma con altrettanti difetti.

E Versailles?

Degna di lode la regia della Maiwenn – qui nel doppio ruolo di regista e attrice protagonista – che ci regala inquadrature di una Versailles colorata, luminosa e a tratti meravigliosamente pop, ma che gioca anche con quelle ombre – degno di nota è proprio il primo incontro tenutosi per l’appunto in penombra tra Jeanne e il re – che si celano dietro i caratteri di ogni protagonista.

Meravigliosi e degni di plauso per concludere gli sfarzosi costumi ( Jurgen Doering ) a tratti volutamente esagerati per dar vita all’opulenza di quel mondo che da lì a poco sarebbe capitolato con la rivoluzione francese e la musica di Stephen Warbeck che dona alla pellicola quel brio in più.

Ma chi era veramente Jeanne du Barry?

La Maiwenn ci regala un ritratto veritiero di quella che è passata alla storia per essere stata l’ultima amante di Luigi XV, modellando su sé stessa la figura di una donna libera, passionale, amante della cultura che userà come arma per riscattarsi da una vita di miseria ed umiliazioni, ma non per questo priva di difetti ed arrampicatrice sociale.

Una fusione perfetta quella tra la Maiwenn e la defunta contessa, così perfetta che in alcuni momenti si fa fatica a comprendere dove finisce la recitazione e inizia la realtà.

Federica Leonardi

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