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Prima di parlare, come anticipato dal titolo, della storia dell’immunità parlamentare, spieghiamo brevemente di cosa si tratta.

L’immunità parlamentare entra in vigore il 1° gennaio 1948, giorno in cui diventa operante la nostra Costituzione.

Per trovarlo basta scorrere il dito fino all’articolo 68.

Lo scopo di questo diritto è di tutelare l’esercizio del parlamentare contro ogni tipo di persecuzione. L’opinione ed i voti delle persone facente parte del Parlamento nell’esercizio delle loro funzioni sono tutelati.

I Padri Costituenti hanno promosso questa legge al fine di salvaguardare l’integrità del complesso del Parlamento.

Come viene concesso questo diritto?

Il Senato si riunisce per discutere della richiesta ricevuta da parte di un parlamentare, vota ad alzata di mano per dimostrarsi favorevoli o contro.

Non è semplice ottenere l’approvazione da parte dei senatori. Durante i 75 anni di vita della nostra Repubblica sono state avanzate più di 1700 richieste ma solo il 20% di esse sono state accolte.

Le immunità parlamentari durante i 19 mandati

La Repubblica Italiana conta 19 mandati dalla sua nascita ad oggi.

Durante il primo mandato, vengono avanzate 161 richieste da autorizzare e solo il 18% di queste vengono concesse. I reati più comuni sono certamente la diffamazione su mezzi stampa e il vilipendio.

Facciamo un salto di qualche decennio atterrando a cavallo tra il 1992 ed il 1994. L’undicesimo mandato è caratterizzato dalla sua breve durata, precisamente 722 giorni (anziché gli ordinari cinque anni).

Il 1993 è segnato da uno dei periodi più gravi nella storia della Repubblica Italiana dovendo assistere allo scenario messo in atto con Tangentopoli e gli attacchi di Cosa Nostra con appoggi interni alla politica.

Gli stessi protagonisti delle vicende richiedono la tutela parlamentare, nel loro pieno diritto. Lo stesso Giulio Andreotti procede con molteplici richieste per difendersi contro l’accusa di associazione di stampo mafioso, insieme al collega ed amico Antonio Gava e Vincenzo Meo.

Questo momento storico, segnato da costanti tensioni, da tentativi di diffamazioni, da favoreggiamenti personali, abusi di ufficio e corruzioni, riempie le scrivanie dei senatori di richieste di autorizzazione di immunità parlamentare settimanalmente.

Le modifiche dell’immunità

Nel 1993 vengono apportate delle importanti modifiche all’articolo 68.
Senza autorizzazione della Camera alla quale appartiene, nessun membro del Parlamento può essere sottoposto a perquisizione personale o domiciliare, né può essere arrestato o altrimenti privato della libertà personale, o mantenuto in detenzione, salvo che in esecuzione di una sentenza irrevocabile di condanna, ovvero se sia colto nell’atto di commettere un delitto per il quale è previsto l’arresto obbligatorio in flagranza.
In questa maniera si svincola il procedimento penale della quale si richiede la presenza senza includere eventuali e necessarie perquisizioni, arresti e intrattabilità delle comunicazioni.

Nel 2003 la legge viene integrata (legge Boato) permettendo alla Camera di pronunciarsi circa la determinazione di un comportamento definibile insindacabile o meno.

Sei favorevole all’immunità parlamentare?

Nel cuore del cittadino nasce, illegittimamente parlando, un pensiero negativo circa la tutela parlamentare.

Come già scritto nelle prime righe, questo diritto serve a tutelare il politico contro attacchi degli oppositori che hanno come unico scopo quello di sgretolare la figura lavorativa del parlamentare.

Il caso più recente, nelle menti di molti, è la richiesta avanzata da Matteo Salvini per difendersi contro l’accusa di sequestro di persona nel caso Gregoretti del 2019. Nel caso Diciotti il diritto di immunità è rimbalzato oltre il ministro non tutelandolo.

Ma non è questo l’esempio della quale dobbiamo tener conto: l’immunità parlamentare viene pensata per pulire una superficie impolverata da terze persone e non, come nel caso sopra riportato, macchiata da sé stessi e dalle proprie ideologie.

Elena Zullo

One response

  1. Non sono d’accordo sull’immunita’parlamentare …sono cittadini come tutti gli altri e se sbagliano devono pagare…spesso diventa un alibi per sottrarsi ai loro inciucio…per quel che riguarda Salvini era suo diritto essere tutelato perché era solo una strategia politica inscenato dagli oppositori che gli si sono accaniti sopra…

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