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Non di rado si sente dire: “Non è solo un gioco” in riferimento ai più svariati sport. Spesso questa frase viene fraintesa, principalmente per superficialità. Capita poi di imbattersi in storie di autentica passione che, se portate alla luce, esprimono compiutamente il senso dell’espressione di cui sopra. Tra queste rientra la vicenda del signor Carmine, grande tifoso del Taranto, squadra della sua città.

Alla veneranda età di 84 anni Carmine non perde occasione per recarsi allo stadio cittadino, l'”Erasmo Iacovone”, per supportare i giocatori rossoblù. Una pratica divenuta abitudine e che si ripete, come affermato dalla persona in questione, da ben 75 anni!

Una fede inossidabile, non c’è che dire, che rischia però di essere in qualche modo ostacolata dopo decenni. La città dei due mari, infatti, è già proiettata verso i Giochi del Mediterraneo, in programma per l’appunto a Taranto nel 2026. L’impianto sportivo locale necessita di un’opera di ammodernamento, oltre che di semplice ristrutturazione. Ergo, la squadra di calcio cittadina dovrà traslocare altrove per i prossimi due anni. Dove?

Inizialmente l’ipotesi più concreta era Teramo, a ben 500 chilometri di distanza! Venuto a conoscenza della notizia al signor Carmine è letteralmente caduto il mondo addosso. Il suo stato di sconforto è stato certificato dalle dichiarazioni raccolte dall’emittente pugliese “Antenna Sud”.

Mi rivolgo ai politici“, ha esordito Carmine in lacrime. “Sono 75 anni che vengo allo stadio, pagando biglietti ed abbonamenti. Io ho il diritto di vedere la mia partita!“. Il tifosissimo ha poi aggiunto: “Mi restano pochi anni da vivere. Perché mi togliete il gusto di seguire la mia squadra, i miei colori?“. In chiosa non è mancata la “sentenza” verso i governanti: “Datevi da fare, altrimenti vi maledirò all’infinito!“.

Ebbene, queste parole veraci ed autentiche sintetizzano il pensiero del tifoso “tipo”, colui il quale cerca nello stadio, nella squadra del cuore, una sorta di evasione dalla routine e dai suoi molteplici problemi.

Spesso questo concetto, come detto, viene sminuito da una frase che recita grosso modo così: “Pensiamo alle cose serie!”. Con le dovute proporzioni, anche il calcio è una “cosa seria”, come in generale tutti gli sport. Esso aggrega popoli molto di più della politica, esprime molte volte l’identità di una comunità fiera delle proprie radici. Si innalza, insomma, a fenomeno culturale.

Fa piacere constatare che il grido del signor Carmine sia stato ascoltato, oltre che dal club, il quale ha provveduto a ricevere il suo più grande sostenitore (“ci ha fatto commuovere”, ha detto mister Eziolino Capuano), da chi di dovere. Nei giorni scorsi, infatti, si è verificato un sopralluogo al campo sportivo di Faggiano, a circa 15 chilometri di distanza dal capoluogo tarantino. Presenti, oltre alle autorità locali, il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, e il numero uno della FIGC, Gabriele Gravina. L’intenzione, dunque, è quella di dirottare le partite interne del Taranto a pochi passi da casa.

Non essendo ancora certi di ciò, possiamo unicamente augurarci che ai buoni propositi seguano i fatti. Lo si deve a chi, come Carmine, crede che il calcio sia un vero e proprio “linguaggio” (citando Pier Paolo Pasolini), le cui parole più profonde possono generare unicamente vita.

Felice Marcantonio

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