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La protagonista dell’articolata vicenda che andrò a raccontare è Fera Srl, la Fabbrica di energie Rinnovabili Alternative, proprietà di Cesare Fera.

Fera Srl è la madre di più parchi eolici sorti tra Liguria, Toscana e Sicilia, più precisamente a Cairo Montenotte (SV) con “Cascinassa”, a Quiliano (SV) con “Rocche Bianche”, a Zeri (MS) con “Vento di Zeri”, a Savona (SV) con “Naso di gatto”, a Pontinvrea (SV) con “La rocca”, Stella (SV), con “Cinque stelle” ed infine a Mazara del Vallo con “Vento di Vino” (e molti altri).

In questo capitolo voglio concentrare la prima parte della storia che in seguito collegherà Cosa Nostra alla Liguria.

La Dda di Palermo e l’inchiesta “Eolo”

I riflettori dei magistrati della Dda di Palermo svelano tutti i rapporti tra i membri dello Stato e la criminalità organizzata attraverso più inchieste.

L’inchiesta Eolo definisce i legami tra la Fera Srl e il clan Tamburello di Mazara del Vallo (Cosa Nostra).

La partecipazione al progetto eolico “Vento di Vino”

È il 2004 quando Fera Srl richiede all’Assessorato del Territorio e Ambiente il riconoscimento di compatibilità ambientale necessario per la partecipazione alla gara. La conferma giunge da Pino Sucameli (precedentemente condannato per mafia ed appalti pilotati), architetto dell’ufficio tecnico del Comune mazarese che entra nella sfera di affari di Cesare Fera.

I progetti legati al settore eolico attirano l’attenzione dei clan per via della gestione istituzionale dei finanziamenti. Il soldo pulito, se ben amministrato, avrà meno probabilità di giungere a controlli.

Per questo motivo Fera Srl ospita la ditta subappaltatrice Cedelt SpA: in seguito le indagini riveleranno i circuiti che la legano ai compagni più vicini a Matteo Messina Denaro.

Le intercettazioni

La Dda si muove cautamente rilevando le intercettazioni telefoniche tra Sebastiano Falesi, consigliere della Fera Srl, e Sucameli che confermano l’approvazione della convenzione per il quasi certo ottenimento dell’autorizzazione da parte del Consiglio Comunale mazarese alla realizzazione del parco “Vento di Vino”, grazie all’apporto politico con il primo cittadino Macaddino.

Una seconda intercettazione, tracciata dal Comando dei Carabinieri di Trapani con un GPS, registra l’incontro tra Sucameli e Calogero Tamburello presso la sua residenza. Il discorso giunge subito al punto: Bruno Ettore, addetto stampa del sindaco di Mazara, ha chiamato Falesi  affermando che il Macaddino desiderava fissare un incontro con lui.

Le affermazioni che seguono fanno ben intendere che il Consiglio Comunale deve muovere le carte con estrema accortezza per non far sorgere sospetti.

Tutto ciò si conclude con l’assegnazione dei compiti: Sucameli parlerà con Bruno Ettore mentre Tamburello indicherà a Falesi le linee guida per procedere nell’appuntamento con Macaddino.

Le conseguenze dell’arresto di Filardo, cugino di U Siccu

Il percorso di Fera Srl fino a questo punto non aveva subito alcun intoppo: troppo semplice per essere vero!

A pochi giorni dalla presentazione ufficiale del progetto di Fera Srl presso il Consiglio Comunale le carte in tavolo cambiano.

Emerge il personaggio noto come “il re dell’eolico”, Vito Nicastri (conosciuto per aver finanziato la trentennale latitanza di Matteo Messina Denaro) che corrompe Consigliere Comunale Vito Martino mettendo a punto il boicottaggio del progetto di Cesare Fera, a meno che questo non permetta un accordo di collaborazione con la sua impresa, Eolica del Vallo.

Il compito di Vito Martino è quello di tutelare la gestione del progetto Nicastri convincendo il sindaco ad attuare la sua strategia. Il premio per il Consigliere Comunale mazarese sarà un assegno per finanziare la squadra di calcio del suo Comune. “Statti calmo che arriva, Vito, quando  ti dico che ti pago, ti pago” rassicura Nicastri in una conversazione intercettata.

Durante il momento di tensione, sorge un’ulteriore problematica: Giovanni Filardo, cugino del boss castelvetranese, finisce dietro le sbarre, non prima aver organizzato la partecipazione della Cedelt come subappaltatrice – ciò emerge dall’operazione Golem III. Seguirà la richiesta da parte di Fera Srl dell’estromissione dal programma della Cedelt Spa.

Perciò Lorenzo Cimarosa (cugino di MMD) e Lo Sciuto (braccio destro di Filardo ora responsabile del ruolo della Cedelt SpA nel progetto) chiedono al capo del mandamento di Mazara, Vito Gondola, la gestione di una parte dei lavori. Questo dà luogo ad un ulteriore incontro con Nino Durante, l’allora Presidente di Confindustria di Trapani, per stipulare con loro dei contratti che permettano la prosecuzione delle lavorazioni del parco: la posizione favorevole di Durante assicura maggiore sicurezza.

Via alla lavorazione del parco eolico

Gli accordi giungono positivamente al termine: BF costruzioni Srl impegna i lavori di viabilità e realizzazione degli scavi con incassi di 500 mila euro; mentre MG costruzioni Srl realizza i lavori di carpenteria e la sottostazione elettrica intascando 150 mila euro. Le intercettazioni riveleranno che i proventi saranno destinati alla sorella di U Siccu, Patrizia. A Cimarosa giunge la richiesta da parte dell’interlocutore per conto di Matteo Messina Denaro, Francesco Guttadauro, di versare 60 mila euro al latitante.

A seguito delle indagini, tirando le somme sono coivolte in tutto 12 società e 15 indagati per aver percepito contributi pubblici predisponendo di atti falsi e dichiarazioni sostitutive di atti di notorietà falsi.

Quanto ha fruttato il parco eolico?

I guadagni della partecipazione al progetto sono da sommare a quelli delle sovvenzioni italiane, le più alte al mondo, che fruttano 180,00€ per ogni kw/h prodotto!

I guadagni sorti illecitamente dalla Fera Srl sono stati investiti in più società come la Trinacria eolica Srl che gli frutterà, per l’installazione degli impianti eolici 91 milioni di euro: non sorprende che il referente sia Vito Nicastri.

Altri 88 milioni di euro sono rintracciati attraverso l’Agent Royal Bank of Scotland e l’Unicredit.

Le organizzazioni criminali perbene

Questa vicenda non sorprende. I protagonisti sono già noti per la loro maestria nel gestire l’operazione di inserimento in pratiche dello Stato. Tutto ciò conferma ancora una volta come le criminalità organizzate vogliano  puntare su guadagni più “puliti” ed insediando le proprie radici nel business più green possibile.

Elena Zullo

3 Responses

  1. Bravissima Elena la lettura del tuo articolo è molto scorrevole e chiara nell’esposizione…il linguaggio è decisi e ben comprensibile…hai saputo ben sottolineare l’influenza malavitosa e l’ingordigia di denaro anche se sporco nell’affare delle pale eoliche…complimenti continua così…

  2. buongiorno e complimenti per l’articolo.
    Faccio parte di un comitato che si sta opponendo ad un mega progetto di parco eolico della Fera che dovrà essere realizzato in zona di confine tra Emilia Romagna e Toscana.
    Parte della vicenda che avete esposto ci era nota e siamo a conoscenza anche di altri fatti che nel vostro articolo non sono stati citati.
    Ci farebbe piacere entrare in contatto con voi per uno scambio di opinioni e per eventualmente approfondire.
    Cordiali saluti

  3. Siete bravissimi. Continuate ad informarci. Siete tra i pochi che ancora rendono l’informazione credibile!!!!GRAZIE Carlo

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