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Ricciardi l’ennesimo commissario della tv italiana (che tanto ci piace!)

Il 6 marzo riparte la seconda stagione del Commissario Ricciardi tra nuovi casi da risolvere e nuovi omicidi.

Luigi Alfredo Ricciardi (interpretato da Lino Guanciale ) è un commissario della Mobile ossessionato dal catturare assassini. Siamo a Napoli anni ‘30, lo scenario che ci appare è degno dei migliori film noir. Ambientazione storica, pieno regime fascista sullo sfondo e un’immancabile squadra di fedelissimi che aiutano a risolvere i casi che si susseguono ad ogni puntata.

Oltremodo sono tanti i personaggi che popolano il mondo del Commissario. Il Brigadiere Maione (interpretato dall’eccellente Antonio Milo) scontroso col cuore d’oro, Modo ( Enrico Ianniello ) il bizzarro medico legale dalle idee anti-fasciste fino all’adorabile schiettezza e saggezza popolare del “femminello” Bambinella (interpretato da Adriano Falivene che ruba agli altri attori la scena ).

E se l’universo di Ricciardi è pieno di volti maschili, non si può dire che le donne non abbiano un ruolo fondamentale: dalla schietta tata-governante Rosa ( Nunzia Schiano ) che fa da mamma al nostro protagonista, l’ elegante ex soprano Livia Lucani ( Serena Iasiti ), la timida maestrina vicina di casa (amore segreto di Ricciardi) finendo con Enrica ( Maria Vera Ratti ) che dalla sua finestra manda languide occhiate.

Il personaggio, nato dalla penna dello scrittore Maurizio de Giovanni, sembra condurre una vita normale. In realtà, ad un certo punto, entra in scena la “diversità” che rende la serie interessante. Il nostro Luigi Alfredo ha infatti ereditato dalla madre il “dono” – che vive come una maledizione e che chiama “il fatto” – di vedere i fantasmi dei morti venuti a mancare per cause violente, riuscendo a percepirne gli ultimi pensieri o parole che si susseguono in un loop infinito e straziante.

Tutto ciò lo aiuterà a risolvere i suoi casi facendogli guadagnare però la nomea di uno la cui presenza “porta male”.

In pratica dove c’è Ricciardi ci son ammazzatine!

Ed è proprio questo che al pubblico italiano piace tanto, colpito com’è da questo modo tutto nuovo ( e un po’ macabro ) di risolvere le indagini.

E se a questo aggiungiamo la bellezza delle ambientazioni e dei costumi, della fotografia un po’ retro, della colonna sonora ( il brano che apre e chiude ciascun episodio è Maggio se ne va di Pino Daniele ) e la indubbia bravura del cast il successo è assicurato.

Successo che per altro si sta protraendo anche fuori dal piccolo schermo con lo spettacolo teatrale Mettici la mano, che vede protagonisti Antonio Milo e Adriano Falivene nelle vesti di Maione e Bambinella.

Consigliamo di andare a vedere lo spettacolo in attesa del 6 marzo e delle nuove avventure ( o disavventure come più preferite) del nostro tanto amato Commissario.

Federica Leonardi

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