Categories:

La scuola è un mondo magico in cui si incontrano e, a volte, scontrano le vite di piccoli uomini e dolci donnine con la vita frenetica ma, si spera, romantica di coloro i quali siedono al di là della cattedra. Tutti ricordiamo il suono dell’ultima campanella, quell’insufficienza che non ci è andata giù, quel professore burbero. Allo stesso tempo, però, ricordiamo quella professoressa che silenziosamente c’ha fatto innamorare della sua materia, dei disegni sul banco, delle scritte sui muri della palestra. La scuola è quel luogo che ci accoglie da bambini e che ci prepara alla vita. A volte riesce in questa impresa, altre volte no. Se la scuola sfugge a questo compito vuol dire che un tassello della grandissima e complessa catena di montaggio è saltato. È difficile, però, stabilire quale sia stato il primo, infatti, a volte si deve arrivare alla fine del percorso per capire che qualcosa è andato storto. Negli ultimi anni il sistema scolastico italiano ha cercato di costruire con gli uomini e le donne di domani un rapporto empatico, il cui obiettivo è la conoscenza di sé stessi. Infatti, attraverso l’alternanza scuola/lavoro, l’attuazione di diversi progetti PON e le partecipazioni ad incontri orientativi l’alunno può capire cosa fare dopo il percorso scolastico, il che gioverebbe anche allo Stato perché incrementerebbe il guadagno: avere le idee chiare aiuta a raggiungere prima gli obiettivi cosicché da giovani studenti si diventa giovani lavoratori. 

Come detto precedentemente, però, il sistema scolastico conosce alcune criticità che se non risanate potrebbero non solo danneggiare lo studente ma, successivamente, anche il sistema lavorativo, dunque produttivo, del nostro Paese. Ancora una volta ci viene in aiuto il PNRR che si pone tra i suoi obiettivi anche la riqualificazione del sistema scolastico, infatti sono sei le riforme e undici le linee di investimento per una scuola sostenibile, sicura e innovativa.  

Grazie ad un investimento complessivo pari a 17,59 miliardi, la scuola ha l’occasione di poter svolgere davvero quel ruolo educativo strategico per la crescita del Paese. È a scuola, infatti, che studentesse e studenti, accompagnati nel costruire competenze e acquisire abilità, si preparano al futuro.” Così si legge nel documento ufficiale del piano.  

Le sei riforme per la scuola del futuro, che deve essere in grado di formare cittadini e cittadine consapevoli, riguardano ambiti diversi, infatti spaziano dal riqualificare gli istituti tecnici e professionali allo “sponsorizzare” gli ITS (ancora troppo sconosciuti al sud), dall’orientamento in entrata e in uscita al reclutamento docenti fino alla riorganizzazione del sistema scolastico e alla scuola di alta formazione per il corpo personale e docente. Inoltre, sei delle undici linee di investimento sono dedicate alle infrastrutture ossia alla nascita di nuove scuole, asili nido e scuole dell’infanzia, mense e strutture per lo sport, nonché la messa in sicurezza degli istituti e la loro digitalizzazione; 5 delle undici linee, invece, auspicano ad una riduzione del divario fra nord e sud e fra l’Italia e gli altri Paesi europei ma anche l’incremento della didattica digitale e dell’estensione del tempo pieno. 

Tra le sei riforme è opportuno soffermarsi su quella dedicata all’orientamento, che introdurrà moduli nelle scuole secondarie di I e II grado mettendo in sinergia il sistema di istruzione, quello universitario e il mondo del lavoro. Tutto ciò dovrebbe favorire una scelta consapevole di prosecuzione del percorso di studi o di ulteriore formazione professionalizzante a contrasto della dispersione scolastica. 

Tutte queste riforme dovranno essere attuate nel biennio 2022/2024, ma alcuni passi in avanti già sono riscontrabili. Infatti, relativamente ai due grandi ambiti di investimento sulle infrastrutture sono l’edilizia scolastica e il miglioramento di ambienti innovativi e di strumenti per la didattica digitale. Sono stata stanziati 4,6 miliardi per la nascita di nuovi asili nido e scuole dell’infanzia il che intende aumentare l’offerta educativa nella fascia 0-6 anni in modo da migliorare la qualità del servizio, facilitare le famiglie e quindi il lavoro femminile e, soprattutto, incrementare, il tasso di natalità poiché quello italiano è fra i più bassi d’Europa. Il 6 maggio il Ministero dell’Istruzione ha reso note le graduatorie delle aree, regione per regione, in cui sorgeranno i 216 istituti scolastici di cui al sud: 6 in Basilicata, 16 in Calabria, 35 in Campania, 12 in Puglia, 14 in Sicilia.  

Si è ripetuto più volte: il PNRR è un’occasione imperdibile sia livello economico ma anche civile e sociale, infatti, con le missioni dedicate alla scuola e al sistema scolastico potremmo fare un passo in avanti circa la crescita di cittadini e cittadini responsabili.  

Isabella Cassetti

No responses yet

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *