Categories:

Era la notte del 24 febbraio, quando Putin ha deciso di invadere l’Ucraina. La guerra, sempre studiata e mai percepita perché lontana migliaia di km da noi, cominciava a far paura. Per chi come noi è nato in tempi di pace, o forse di relativa situazione pacifica, è stato difficile e lo è tuttora sentire queste notizie perché viviamo una situazione bellica (anche se sotto un altro punto di vista, quello sanitario) da più di due anni. Siamo emotivamente tutti coinvolti dalla situazione che, dopo diversi anni, è diventata disarmante anche nel nostro continente. Doveva arrivare una guerra per farci capire che ci sentiamo appartenenti ad un unico sentimento: quello europeo. Tuttavia, non siamo coinvolti solo dal punto di vista emotivo ma anche da quello economico. Difatti, con l’inizio dello scontro gli equilibri economici, già incrinati dal covid, stanno subendo continui sbalzi, il più delle volte negativi. Ad essere intaccato è anche il trasporto, soprattutto quello marittimo.

Il trasporto marittimo internazionale

Dal 22 febbraio scorso gli equilibri mondiali cominciarono a divenire sempre più precari in seguito al riconoscimento, da parte di Putin, delle repubbliche di Donetsk e Luhansk. A questa situazione il Tesoro statunitense ha imposto sanzioni nei confronti di due istituti finanziari russi molto presenti sullo scenario del commercio marittimo internazionale: il Vnesheconombank e il Psb. Tali sanzioni furono giudicate limitate e non sufficienti tanto da non procurare chissà che danni ai russi. Ma ciò che più preoccupava, e preoccupa, è il fatto che il mar d’Azov è stato bloccato dalle forze ucraine mentre nei porti marittimi del paese è stata sospesa l’attività per volontà dell’esercito ucraino.

Conseguenze sul trasporto marittimo in Calabria

La Calabria, nel Mediterraneo, occupa un posto alquanto privilegiato circa i commerci e i trasporti marittimi. Posizionata nel cuore del mare, la regione ospita cinque porti: tre sul versante tirrenico (Gioia Tauro, Vibo Valentia e Palmi), due sul versante ionico (CoriglianoRossano e Crotone). Di questi il più importante è quello di Gioia Tauro, sia per le sue dimensioni e sia per la sua posizione che- rispetto agli altri porti- risulta più strategica perché si trova lungo la direttrice mediana del canale di Suez.

La costruzione del porto calabrese ha avuto inizio negli anni ’70 del secolo scorso e il suo dimensionamento è stato determinato in base alla sua originaria funzione, in quanto doveva servire ad accogliere gli insediamenti industriali pianificati del Governo in seguito alla realizzazione del V centro siderurgico italiano nei pressi di Reggio Calabria. I lavori si arrestarono negli anni ’80 a causa di una forte crisi siderurgica che comportò la necessità di rimodellare i programmi di infrastrutturazione, fino a diventare il porto uno scalo di transhipment di contenitori e merci. Tale attività prese avvio nel 1995 e, nel giro di pochissimo tempo, si è sviluppata a ritmo elevato fino ad assumere il ruolo leader nel settore del transhipment.

Il 28 febbraio l’ANSA batteva questa notizia: «Gioia Tauro, circa 600 container destinati all’Ucraina sono fermi nel terminal container del porto di Gioia Tauro». Infatti, questo blocco è stato provocato dalla chiusura degli scali ucraini a causa dell’avanzata russa. Questi container sarebbero dovuti partire dal porto calabrese e giungere nel porto ucraino di Chornomorsk, ma arrivati nella notte fra il 24 e il 25 febbraio, questi erano fermi a Gioia almeno fino al 28 dello stesso mese. Dunque, quasi un mese fa l’AD di MCT (la società che gestisce il terminal container del porto) si mostrava alquanto preoccupato circa l’evolversi della situazione, infatti aveva comunicato ai suoi clienti di aver interrotto sia i servizi che le prenotazioni verso il mar Nero.

Ad oggi la situazione in Ucraina è sempre più critica: sono state studiate alcune strategie commerciali che consentono un minimo di commercio nonché di dialogo fra due realtà diverse, di cui una che soffre ed un’altra che tenta di lenire questa sofferenza inviando aiuti.

Isabella Cassetti

No responses yet

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *