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La musica, quando è terapia

“Sono una terapia”

Cantavano i CCCP nel brano Curami. Forse Ferretti, nel testo, alludeva al suo passato da operatore sanitario, eppure, pensandoci, quante volte ci rifugiamo in alcuni aspetti della vita ritenuti salvifici, tipo la musica?

La manifestazione sonora, ossia la musica nel suo senso totale, è stata più volte trattata da diversi scrittori in letture più o meno ampie.

E se diventasse davvero la terapia, come cantato dal noto gruppo emiliano?

È noto che la musica sia una terapia non solo mentale ma anche fisica, ed esiste una vera e propria disciplina, detta musicoterapia, frutto di numerose e profonde ricerche scientifiche che hanno definito questa espressione artistica una “medicina” per diverse patologie e disturbi particolari.

Molti sono gli scienziati e studiosi che hanno scoperto i benefici della musica in ambito medico: a partire dal 1985 con Cristina Cano, Gino Stefani e Michel Imberti che hanno ricercato rispettivamente la valenza simbolica e il suono, la semiologia e gli schemi di rappresentazione, o gli studi antropologici e di ascolto umano di Schneider e Tomatis, iniziatori di questa nuova disciplina che mette al centro il bisogno della persona e che trova spazio nell’arte, scienza,psicologia e pedagogia.

Ma la musica curativa era già nota nel 1600 ai tempi in cui visse Kirker, il quale raccolse tutte le conoscenze della musica scoperte fin a quel momento e le le organizzò, ricerche che insieme presero il nome di iatromusica, la musica guaritrice.

Nel 1999 però la WFMT (World Federation of Music Therapy) ha individuato cinque modelli all’interno di questa disciplina; i modelli Benenzon, di Nordoff e Robbins, della violinista Priestley, la BMT (musicoterapia comportamentale) di Madsen, e infine il metodo GIM di Bonny.

Questi studiosi erano accomunati dallo stesso desiderio: quello di stabilire i benefici della musica sull’uomo, e perché no, aiutare a migliorare pazienti affetti da disturbi come l’autismo o la sindrome di Down, ma non solo.

Si inventano modelli scientifici veri e propri che legano le note e sprigionano delle energie che si incuneano perfettamente nel cervello, nell’inconscio, stimolandolo, sensibilizzandolo e rilassandolo, in base all’ambito terapeutico in cui si agisce.

Un esempio: musicoterapia ed autismo

Siamo soliti utilizzare la musica per rilassarci, come accompagnatrice di momenti indimenticabili o come antidepressivo. Certo è che la musica aiuta tutti, indipendentemente dal problema. Ecco perché si parla di musicoterapia.

Questa è uno strumento che consente di migliorare o, perlomeno, anche alleviare alcuni sintomi dell’autismo. Di per sé, l’autismo è una neurodiversità che compromette in maniera evidente la sfera sociale dell’individuo. Coloro i quali che sono affetti della sindrome dello spettro autistico sono violenti e aggressivi con sé stessi e con gli altri, hanno scarse capacità di relazionarsi e di comunicare e assumono comportamenti ripetitivi e limitati.

Ma ogni caso, è un caso a sé. Le persone affette da autismo hanno spesso una particolare sensibilità verso la melodia. Questa, rilasciando dopamina, invia uno stimolo piacevole al cervello.

Per i bambini autistici ascoltare la musica diventa un modo per mantenere alto il coinvolgimento in modo tale favorire l’apprendimento.

Il terapeuta, in base alle esigenze del bambino, sottopone vari esperimenti: improvvisare un brano musicale, scrivere un testo, provare con l’approccio al canto. Gli obiettivi da raggiungere sono un miglioramento nella comunicazione, lo sviluppo di una maggiore concentrazione ed il rapportarsi in maniera positiva con i loro coetanei.

Dario del Viscio

Giusy Pannone

Isabella Cassetti

2 Responses

  1. Come ho letto questo articolo non ho resistito, ho voluto commentarlo subito. Ancora una volta mi avete catapultato nel mio passato, nella mia Renault 4, nei miei viaggi, dentro e fuori di me.
    Bello leggere un articolo scritto da persone più giovani del sottoscritto che affrontano il tema della musicoterapia, facendo riferimento ai CCCP e al suo leader indiscusso, Lindo Ferretti. Conservo ancora le musicassette, molte volte prima di inserirle nello stereo bisognava arrotolare il nastro con la penna, altrimenti c’era il rischio che lo stesso si attorcigliasse e bisognava cestinarle. Faccio una premessa: ho visto decine di concerti: Bob Dylan, 2 volte i Pink Floyd, ACDC, Iron Maiden, Deep Purple, U2, De Andrè, De Gregori, Battiato e tanti, tanti altri, l’ultimo a luglio, Rolling Stones. Molti da solo ( per scelta ), spesso la musica richiede una sola persona: se stessi. Altri con amici, la mia ex moglie, ed uno degli ultimi, Enzo Avitabile, con una donna speciale che non aveva mai assistito ad un concerto. Rimase folgorata, definì la serata come la più bella ed emozionante dopo la nascita dei figli. Quella serata mi ha fatto capire ancora una volta l’importanza della musica, ha risvegliato la sua anima, le sue emozioni sopite dal dolore, dalla tristezza e dalla sottomissione di una vita annerita dal ricatto. Questa è stata la testimonianza del potere della musica, degli effetti benefici ad una persona “sana”, però, morta dentro. Durante il concerto, la abbracciavo da dietro, vibrava insieme alle note delle canzoni, era diventata bambina! Questi sono gli effetti della musica, “senza musica la vita sarebbe un errore” (Friedrich Nietzsche), “ciò che non si può dire e ciò che non si può tacere, la musica lo esprime” (Victor Hugo). Tutto vero, lo vivo ogni giorno, l’esperienza del concerto di Avitabile ha sugellato quello in cui credo, la musica. Considerato che, è stato citato Ferretti, invito a fare una riflessione. Ai miei tempi, chi ascoltava quel genere di musica, la musica che ascolto ancora, eravamo soggetti particolari, forse da evitare. Chi conosce Ferretti, oltre ad aver lavorato per 5 anni in un ospedale psichiatrico, oltre ad aver cantato ” Curami “, Emilia Paranoica “, ” Mi ami? “, ” Spara Jurij “, ” Amandoti “, ecc.. era anche visibilmente, come lo ero io, non lo nascondo e non lo nasconderò mai, anestetizzato dall’euforia di voler portare ” il cielo in terra…. “. Lo stesso ha dichiarato più volte: potevo morire con il terrorismo e l’eroina. Le domande che faccio ai lettori, agli scriventi, sono queste: oggi, sareste pronti ad accogliere un uomo che, ha fatto scelte di vita opinabili e discutibili? Quanto sareste disposti a mettere da parte, pur facendo parte del mondo della musicoterapia ( per il sottoscritto ), lo stigma, il disprezzo? Faccio una confidenza, sono ancora vittima del mio passato, nonostante ho fatto del male solo a me stesso. Grazie

  2. Per tutti coloro che, come me, amano la musica, beneficiano degi effetti curativi, fanno di essa una fonte di cultura inesauribile, una compagna di vita, uno strumento per imparare e crescere, da oggi fino al 4 dicembre, solo al cinema, il film documentario del maestro Franco Battiato – La voce del padrone. Stasera non mancherò, come non sono mancato, negli anni passati, ai due film documentari di Fabrizio De André. Covo una sola speranza, di non ritrovarmi in sala, ancora una volta, da solo. Spero tanto che, le persone, soprattutto i giovani, si allontanano dalla ” banalità “, da pseudo artisti acchiappa follower, dalla commercializzazione del ” nulla”. Assistere ai film documentari di De André, in una sala vuota, è stato un colpo al cuore. Mi domandavo: veramente esiste tanta superficialità, tante verità stereotipate, tanto vuoto? Stasera la mia anima raggiungera’ un livello sublime, ” La cura” farà il suo effetto. Inoltre, Poste Italiane comunica che oggi 25 novembre 2022 viene emesso dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, un francobollo ordinario appartenente alla serie tematica “le Eccellenze dello spettacolo”, dedicato a Franco Battiato, al valore della tariffa B pari a 1,20€. Completano le emissioni odierne i francobolli dedicati a Lina Wertmüller, Raffaella Carrà, Milva, Carla Fracci e Monica Vitti.

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