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Ecco come Palermo ha deciso di omaggiare uno dei suoi due più famosi “Antieroi”

Franco e Ciccio, due nomi, due attori, 100 film che racchiudono il segreto di una comicità genuina, in grado di strappare una risata al proprio pubblico senza il bisogno di ricorrere a volgarità o doppi sensi.

Eppure nessuno dei due ( alle anagrafe Francesco Ingrassia il primo e Francesco Benenato il secondo, entrambi provenienti dai vicoli di una Palermo poverissima, fatta di vecchie case scrostate e panni stesi, e con un’amica e compagna in comune, oltre alla passione per la recitazione s’intende: la povertà ) aveva inizialmente “studiato” o si era approcciato seriamente con le regole ed i canoni della settima arte. Era tutto spontaneo: un gioco interminabile di mimica e sguardi che ancora oggi ( ed anche di fronte ad una platea più esigente e disincantata ) riesce a far ridere e ad attrarre il grande pubblico.

Il mitico duo Franco e Ciccio

Spontaneo come il loro primo incontro avvenuto così per caso tra i vicoli di Palermo ( si vocifera che Ingrassia, già figura conosciuta nell’ambiente teatrale della città, assistesse di nascosto agli spettacoli del futuro “compare” per replicarne poi i trucchi e le battute nei propri ).

Ed è proprio questa spontaneità che accompagnerà tutta la carriera dei due attori, dai primi skeatch improvvisati prima tra i vicoli e poi nei teatri palermitani, all’incontro con il loro mentore Domenico Modugno ( il primo ad assegnargli una parte importante in una commedia ) ai centotrenta film ( chi non ha visto almeno una volta “Due mafiosi nel Far West” o “Due marines e un generale” a fianco di Buster Keaton, grande idolo di Franco?) girati a cavallo degli anni ‘60 / ‘70.

Film leggeri, genuini, che hanno accompagnato e continuano ad accompagnare più e più generazioni di nonni e nipoti ( io per prima li ammiravo e ridevo alle loro battute in compagnia del mio amato nonno ), che ancora si commuovono al ricordo della loro interpretazione nei panni de Il Gatto e La Volpe ne Le avventure di Pinocchio ( 1972 ) a fianco di Nino Manfredi e Gina Lollobrigida.

Ma non è solo la spontaneità a far da filo conduttore di tutta la loro vita professionale e non, ma è anche ( e forse soprattutto! ) il rispetto, sia per le proprie vite artistiche, sia per quelle private.

Perchè si, di momenti bui ( come in tutte le coppie che si rispettino! ) anche il duo ne ha attraversati, tra litigi e riconciliazioni in diretta televisiva, la critica giornalistica non sempre positiva ( la stampa preferiva etichettarli come “attorucci di serie B” criticandone i film, nonostante gli innumerevoli premi alla carriera vinti ) sogni non realizzati ( Franco voleva creare un teatro in cui gli attori potessero dedicarsi a una moderna commedia dell’arte, senza l’utilizzo di copioni fissi, mentre Ciccio avrebbe voluto cimentarsi di più dietro la macchina da presa come fece per il suo “Esorciccio” ) momenti di pausa professionali e tournèe cancellate.

Un rispetto e una solidarietà che si sono manifestati apertamente nel momento “buio” della carriera di Franco ( quando fu accusato di collaborazione mafiosa con l’allora boss Michele Greco che gli finanziò un film. Accusa dalla quale fu successivamente scagionato n.d.r ) dove Ciccio si schierò senza indugi e pubblicamente a favore del compagno di tante avventure.

Avventure che purtroppo si sono concluse nell’ormai lontano 1992, quando dopo una lunga malattia, Franchi venne a mancare, lontano dal sole e dalla gioiosità della sua amata Palermo.

Undici anni dopo ( era il 2003 ) è Ingrassia a dare l’ultimo saluto di commiato ai suoi ammiratori, aimè, anche lui lontano dalla tanto decantata ( sia nei film quanto a teatro ) madre patria.

Madre patria che per commemorare i cento anni della sua nascita ( era nato il 5 ottobre 1922 n.d.r ) lo scorso 5 ottobre per l’appunto ha deciso di omaggiarlo con un murale che lo ritrae con gli immancabili baffetti neri tipici degli anni del suo grande splendore, nelle mura della sua casa natìa in via San Gregorio, una strada non troppo distante da dove si trova oggi il Teatro Massimo ( coincidenza del destino o fato già scritto? ).

L’iniziativa è stata voluta dai residenti, non solo per omaggiare il tanto compianto compaesano, ma anche per facilitare i tanti turisti che molto spesso cercano la sua casa per fotografarla.

Iniziativa bellissima e ammirevole si, anche se ( mi duole ammetterlo è vero! ) getta un’ombra amara sul come tanti e meritevoli artisti vengano acclamati e riconosciuti come tali solo una volta che la loro luce ha oramai smesso di brillare sulle loro vite e sui tanti palcoscenici che hanno calcato.

Federica Leonardi

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